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Di Luca Bacchi La svolta ci fu quando decisi di meditare ad occhi aperti. Sentivo che chiudere gli occhi dimezzava le mie possibilità di comprensione invece con gli occhi aperti potevo affacciarmi sia sul mondo esteriore che su quello interiore, su entrambi contemporaneamente e non solo, potevo anche osservare la relazione tra essi.
Prima meditavo ad occhi chiusi, l'ho fatto per anni. Anzi... è un bene che io abbia meditato ad occhi chiusi per anni perché avevo la necessità di concentrarmi sulla dimensione interiore. Tutti gli occidentali di oggi hanno innanzitutto la necessità urgente di indagare il mondo interiore perché solitamente sono estroversi e l'interiorità è quasi totalmente trascurata. Così io consiglio a tutti di indagare innanzitutto la propria interiorità e per farlo al meglio è bene chiudere gli occhi, chiudere ogni porta che ci riporterebbe all'esterno. Chiudere le orecchie non con dei tappi ma cercando luoghi di silenzio, chiudere gli occhi, chiudere il più possibile tutti sensi del corpo portandolo a stabilizzarsi e "congelarsi" grazie alle Asana dello yoga, fino alla posizione seduta. Quando poi abbiamo famigliarizzato con la nostra interiorità dopo anni di pratica allora a mio avviso è bene iniziare gradualmente a meditare ad occhi aperti. Così facendo ci ritroveremo affacciati sui due mondi che compongono la realtà, il mondo interiore e il mondo esteriore allo stesso tempo, e la nostra visione sarà completa e non parziale. Per me questa è stata la svolta. Dopo anni di meditazione "chiusa" in me stesso ho iniziato a meditare ad occhio aperti. La meditazione per me è diventata l'osservazione della relazione tra il dentro ed il fuori di me. Presto mi sono reso conto che tra il dentro ed il fuori non c'è alcuna separazione, anzi, ciò che accade fuori, accade dentro. Non sono due fenomeni separati che accadono uno dentro e uno fuori nello stesso istante ma sono LO STESSO FENOMENO. Non esiste quindi alcun "dentro" e non esiste quindi alcun "fuori". La separazione tra "dentro di me" e "fuori di me" è realmente una illusione perché questo "me" fondamentalmente non esiste. Ciò che noi solitamente definiamo con la parola "io" o con la parole "me" lo percepiamo dentro al nostro corpo fisico. Lo percepiamo incastonato in prossimità del cuore ma realmente non è li. Realmente non è "locale", non è in un luogo preciso ma è ovunque. L'IO realmente non è personale, è piuttosto "impersonale" perché l'IO è in verità il contenitore cosciente che contiene tutto ciò che esiste. Nella mia personale esperienza di risveglio ho vissuto l'esplosione dell'io personale, una vera deflagrazione, attraverso la quale il mio senso di "io" prima localizzato al centro del cuore si è "aperto". Si è aperto così tanto da contenere "tutto". "Io sono tutto, io sono in tutto" , questa è stata la mia esperienza riducibile in una frase. Il dentro ed il fuori esistevano solo per un "io" separato ma una volta che l' "io" è deflagrato non esisteva più alcuna separazione. Questa esperienza aveva un tale sapore di VERITA' che mai avevo provato prima. Una verità di intensità assoluta che mi ha trasformato completamente perché ha spostato radicalmente il punto di vista da cui osservo il mondo. Sono andato prima dell'io. Sono caduto dentro all' io, la' dove ancora io sono ogni cosa, là dove ancora io sono un' anima universale prima ancora di incarnarmi in un "io". Sono tornato ad essere quel "tutto" prima dell'io. Per alcuni istanti, per pochi minuti, che mi hanno cambiato la vita. Espansione di coscienza. Poi riassorbita ma indimenticabile. Vivo ora nella nostalgia di quella Verità Ma anche nella gioia di aver compreso che nella morte non morirò, ma lascerò semplicemente questo senso di essere un "io" personale e ritornerò ad essere "tutto".
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Ottobre 2025
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