L'IO è in buco,
Un piccolo niente che rende la creazione imperfetta. Una mancanza di essere, nell'essere. Come un piccolo foro sulla punta di un calzetto. E' la valvola attraverso cui il soffio divino porta all'esistenza le cose. Grazie all'IO è possibile parlare di "essere", perché l'IO non esiste. Prova a trovarlo se ci riesci, prova a trovarti.
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Di Luca Bacchi La via del cuore... Come riconoscerla?
Non è una strada là fuori, ma è una spinta interiore. L' uomo ha tre motori: La mente La pancia Il cuore Tutti e tre questi motori hanno la facoltà spingerci a compiere azioni. Il motore della mente lo riconosci perché parla, parla, parla crea scenari futuri, si perde nel passato, costruisce castelli nell'aria, divide tutti in mille pezzi, vuole giustificare la realtà. Il motore della pancia si emoziona, va in ansia, ha paura, si arrabbia, si deprime. Il motore del cuore ha coraggio. Spinge ad un' azione forte, decisa, compatta, un' azione pura priva di mente e di emozione. Non si pone tanti problemi. Lo riconosci perché ti porta in avanti con il petto. Quando ti trovi ad un bivio, osserva i tuoi tre motori, saranno sicuramente tutti e tre accesi e scalpitanti, e asseconda quello del cuore. Gesù non guariva tutti,
non aveva uno studio in cui riceveva i suoi pazienti, camminava semplicemente verso il suo destino. Guariva solo in due casi: 1- se colui che chiedeva la guarigione aveva compreso veramente la sua lontananza dalla via maestra ed era disposto ad iniziare un cammino di conversione cambiando le abitudini dannose. 2- se riteneva fosse necessario dare un segno della presenza di Dio, per ispirare le persone presenti. In alcuni casi sono avvenute guarigioni a sua insaputa; il semplice suo passaggio guariva i malati. Coloro che avevano fede guarivano guardandolo o toccando il suo mantello senza che lui facesse nulla. Se Gesù è il guaritore per eccellenza, allora ricordiamoci come operava. A tutti i guaritori che aprono uno studio e mettono la loro pubblicità su internet, non dimenticate come operava il Vero Guaritore. La guarigione non si vende, la guarigione è una conversione individuale, la guarigione é aprirsi a Dio. Di Luca Bacchi Mio padre è nato quando avevo 2 anni circa,
mia madre è nata poco prima. Inizialmente erano entrambi piccoli, incomprensibili, poi piano piano hanno preso forma e carattere ben definiti. Nei primi anni della mia vita, quando avevo circa 6 anni, sono nati i mie compagni di scuola, loro erano già formati e abbastanza definiti fin dalla nascita, non come i miei genitori che invece ho visto formarsi nel tempo. Poi sono nate tutte le cose intorno a me, prima come oggetti vuoti e poi hanno preso nome e significato crescendo. L'Italia è nata quando avevo 6 anni circa, poco dopo è nato il Mondo, erano piccoli e sfumati anche loro in principio. Così ho visto nascere tante altre cose , tra cui mia figlia. Fin da piccola mi guardava stranamente come se per lei fossi un esserino appena nato. Di Luca Bacchi <<Mi chiedi cos'è il peccato del mondo? Nel vostro mondo, il tradimento tra marito e moglie lo chiamate "peccato". Siccome esiste anche il tradimento tra uomo e Dio, di conseguenza, usando il vostro stesso linguaggio, dirò che anche questo tradimento è peccato.
Ma in assoluto non esiste alcun peccato. La parola "peccato" è solo un nome che voi avete scelto per definire la separazione tra due cose che secondo voi dovrebbero invece restare unite.>> Perdonami,
perché i miei occhi non vedono, le mie orecchie non sentono, la mia mente non comprende. Sono limitato, sono piccolo al Tuo cospetto, cammino in Te come una formica nel deserto. Troppo vaste le Tue leggi che governano la mia vita, tutto è nelle Tue mani. Ogni battito è vita che mi concedi, ogni respiro un dono d'amore, altro prezioso tempo che ricevo. La mia fortuna è nelle tue mani, ma io sono arrogante e quando tutto va bene mi scordo di Te. Quanto sono piccolo, quanto sono limitato e ottuso, liberami dalla mia ignoranza. Perdona i miei limiti, abbi ancora pietà di me per ogni mio sbaglio. L'eccesso di materia corrisponde ad una carenza di spirito. Lo spirito è il contenuto invisibile che impregna la materia.
Al materialismo della nostra era corrisponde infatti una perdita dei valori. Questo squilibrio è rintracciabile in ogni ambito della vita. Quando ad esempio facciamo abuso di beni materia come ad esempio, oggetti, cibo, vino, sesso, stiamo togliendo valore agli oggetti, al cibo, al vino e al sesso. Sembra un paradosso, perché cercando la felicità nei piaceri materiali in realtà non facciamo altro che spogliarli del loro valore, abusandone. Cercare la felicità nei beni materiali è un atteggiamento infantile, corrisponde alla prima fase della crescita quando il latte della mamma e il contatto con la sua pelle sono tutto ciò che ci appaga e ci tiene in vita. Non cerchiamo altro. Molte persone, me compreso, attraversano nella vita momenti in cui il sollievo alle nostre depressioni ci sembra che possa arrivare solo dall'acquisto compulsivo, dal cibo, dal sesso, o da altri nutrimenti fisici. Poi però ci rendiamo conto presto che il benessere che ne otteniamo è limitato ed effimero. Se siamo troppo orientati al piacere materiale, probabilmente abbiamo bisogno di spiritualità che possa riportare questi due elementi (materia e spirito) in equilibrio. La spiritualità, essenzialmente, consiste nel riempire il mondo materiale che abitiamo e tutte le sue cose, di un significato, di un senso, di un valore. Il primo passo quindi da compiere è porsi la domanda di senso: "che senso ha la mia vita?" Qui inizia il cammino spirituale. Un cammino che non finisce mai perché porta a Dio e Dio è infinito. Pur non avendo una fine però, il semplice fatto di essere in cammino, può riempire la nostra vita senso. Un po come se dicessi che "il senso della vita è proprio la ricerca di senso". Lungo il cammino poi riceviamo risposte ed intuizioni che riempiono piano piano tutto il mondo intorno a noi di significati e il cibo, il vino e il sesso riprendono il loro valore originario ed equilibrato, ovvero di nutrimento e di amore. Nelle fasi depressive della nostra vita in cui siamo portati a colmare il vuoto interiore con i piaceri materiali, stiamo attraversando una fase di assenza di senso. La via per uscirne sarà necessariamente la ricerca di senso intraprendendo un cammino spirituale, che non significa andare in convento, ma come ho detto prima, iniziare a porsi la domanda di senso e cercare onestamente le risposte. -L: dove posso trovarti?
-M: mi trovi nella bellezza -L: che tipo di bellezza? Esiste una bellezza assoluta? -M: nella bellezza che suscita emozioni superiori, lì io abito. -L: e quando l'orrore mi circonda? -M: devi renderlo bello, ed io vi verrò ad abitare. Di Luca Bacchi Sii consapevolezza del tuo respiro,
del diaframma, del movimento della pancia, del suono delle cicale, del soffio del vento che passa tra gli alberi, delle colline, del cielo, della terra sotto i tuoi piedi. Tutto ciò che esiste qui intorno è ora all'interno della tua coscienza. Il mondo, adesso, si trova dentro alla tua coscienza. Significa che tu sovrasti il mondo, significa che tu contieni tutte le cose del mondo. Hai capito? Di Luca Bacchi Ho un ricordo nitido di mio nonno paterno Ugo, era nell'orto, con la canottiera e il suo cappello di paglia. Aveva dei pantaloni da lavoro tenuti stretti in vita non da una cintura ma da una corda. Camminava lungo il sentiero con il suo forcone sulla spalla carico di fieno. Con una sola inforcata aveva sollevato una quantità di fieno enorme e la stava portando ai conigli. Ugo me lo ricordo così.
Quando ho letto il libro di Giancarlo Cappello sulla "coltivazione elementare" ho sentito subito un richiamo verso il suo modo di fare l'orto, un richiamo viscerale, profondo, che evidentemente risuona con le mie radici. Così quest'anno insieme ai miei vicini della "casa sulla roccia" abbiamo iniziato una coltivazione elementare. Siamo molto soddisfatti perché non usiamo concimi, non usiamo pesticidi, risparmiamo un sacco di acqua e i risultati sono buoni, anche a livello estetico, la pacciamatura di fieno crea un bellissimo contrasto di colori.
Di Luca Bacchi
Salita notturna in solitaria dalla valle dell'Orsigna fino alla cima di monte Gennaio (1810mt) per essere presenti al sorgere del sole. Preghiera e meditazione all'alba.
Attraversare il bosco di notte è come addentrarsi nella vastità del "non conscio". La luce è conoscenza, perché rende "conoscibili" tutte le cose, il buio è il "mistero", il non conosciuto". Vivere l'esperienza del bosco di notte in solitaria mette in evidenza quanto il "mistero" susciti in noi paura. Tutto ciò che non è chiaro alla nostra coscienza, istintivamente ci fa paura. Nell'oscurità del non-conosciuto anche un piccolo spezzarsi di rami può terrorizzarci e scatenare in noi una reazione sproporzionata, anche là dove un reale pericolo di fatto non c'era. Così avviene per tutto ciò che non illuminiamo con la nostra coscienza. La paura si può superare solo con la conoscenza, illuminando la sua causa, portando luce su di essa, osservandola e conoscendola. Questo è il grande insegnamento del bosco di notte. Questa è la sfida metaforica tra l' istinto reattivo e la presenza consapevolezza. Un' esercizio di presenza e di osservazione dei nostri moti interiori, di quanto siano essi "animaleschi" e "reattivi" e di come invece sia possibile prenderne le distanze, osservarli, e non lasciarsi travolgere da essi ma "gestirli" con coscienza.
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La terra chiama
ma chiama solo i suoi figli. E' il tempo di ritornare a casa, ognuno sarà chiamato dalla propria terra. Troppo lontani dalle radici, o si muore o si torna. Così siamo al bivio, la grande separazione è in atto. O si ritorna sui propri passi, abbandonando ciò che si ha tra le mani, o si sparisce. Ritiro di purificazione e digiuno al fiume - giugno 2022 - Di Luca Bacchi Il digiuno e la solitudine in natura, facilitano lo svuotamento di tutte le cose del mondo.
La prima fase è euforica, poi subentra la noia, poi il dialogo mentale si fa assordante ed è facile ritrovarsi a parlare da soli. Il vortice dei pensieri cerca di riempire le ore che però, di fatto, sono e rimangono vuote. Nulla da fare, nulla da dire, nulla da progettare. Stare e basta, questo è il cammino. La mente vuole riempire quell'"assenza di fare", con contenuti mentali che poi possono innescare emozioni e distoglierci dal qui e ora. Ma infine dovrà cedere alla realtà dei fatti. Cioè, che qui e adesso, non c'è nulla di cui preoccuparsi, nemmeno del cibo. Così... si entra nella fase del silenzio interiore. Esistenza pura, priva di ogni "definizione". De-finire è l'atto di nominare le cose, di estrarle dall'indefinito dandogli un nome. Ogni de-finizione crea una separazione nel tutto. Così la via per l'unione diventa l'assenza della parola, l'assenza di ogni definizione, esistere e basta! In questa "esperienza" di "non essere qualcosa" ma di "essere", il vuoto creato dalla rinuncia delle cose del mondo, siano esse fisiche, emotive o mentali, inizia a riempirsi di altro. La fonte che ora riempie questo vuoto non è "nel mondo" ma è dentro di noi. Accade che sentiamo per la prima volta lo sgorgare di un piccolo torrente caldo dentro al nostro cuore, che bagna colmandolo tutto il nostro essere e oltre, anche il mondo là fuori, che ora appare come illuminato non più da un sole esterno ma da un sole interno. Non è più il mondo là fuori a dirci cosa fare e come essere, ma è quella sorgente luminosa come un sole liquido che scalda e bagna il nostro mondo, a creare i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni.
Di Luca Bacchi
Da Jano a Monte Adone, e poi Monte Venere, ecco alcuni dei monti che rendono questa zona "divina". La zona in cui vivo a sud di Sasso Marconi trasuda potentemente di storia, sia umana che celeste.
Jano è Giano Bifronte, Dio romano a due volti guardiano delle soglie. Adone che significa "Signore" in ebraico "Adonai" è il Dio della morte e della rinascita. Venere è la dea della bellezza e dell'eros. Camminare su questi sentieri è un viaggio che mi insegna ad assaporare l'invisibile, a imparare a raccogliere oltre a ciò che vedo anche e soprattutto ciò che sento. Guardando e attraversando queste montagne sacre la loro anima si fa sentire se siamo in ascolto. Ognuna di esse esprime perfettamente il nome che porta nella sua forma, nei suoi colori nei suoi profumi e nelle voci che si accendono nel cuore di colui che, passando a piedi, senza parlare, rimane in ascolto. Jano è un luogo di osservazione. Da qui si osserva il punto di massima energia della zona, ovvero il punto in cui i due grandi fiumi Reno e Setta si uniscono, unendo non solo le loro acque ma anche le storie delle due valli. Siamo sulla soglia. A valle del grande sasso di Sasso Marconi, dove le due valli si incontrano, si respira aria di città. Prima di quel punto invece siamo ancora in un altro mondo, siamo nel regno degli dei della Natura. Giano Bifronte è posto proprio qui, in una posizione di "vedetta" su questo grande portale fisico ed energetico. Adone è la montagna che si distingue rispetto a tutte le altre, svetta con la sua cima rocciosa e appuntita. La sua presenza si percepisce ovunque, è facile sentirsi osservati dal grande Adone quando si percorrono questi sentieri. Lui ti osserva dall'alto e ti chiama. Ti ricorda che non sei solo, MAI, anche se non hai compagni di viaggio. La forza magnetica di Adone in molti la percepiscono, come una voce che ti stimola a sfidarlo, ad andargli incontro, a superare te stesso per accedere ad una nuova dimensione di te. Tutte le metamorfosi, richiedono una morte e una rinascita e dal punto più alto di Monte Adone, se guardi in basso, ti rendi conto perfettamente di quanto la morte sia vicina, ad un solo passa di distanza. Così la vita prende un luce nuova. Venere è morbida, montagna fertile, ricca, rigogliosa; salire da Monzuno verso la cima di Monte Venere è un cammino morbido e accogliente. La grande madre avvolge i viandanti con la sua vegetazione armoniosa. I ragazzi di Meraki (ecovillaggio) sono stati chiamati da Venere per creare sulle sue pendici un luogo di accoglienza, condivisione, amore e bellezza perfettamente in simbiosi con l'energia della grane dea. I luoghi fanno le persone. "allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere della terra" (Genesi 2,7) I luoghi chiamano coloro che vibrano alla loro frequenza. Ci sono energie invisibili che ci prendono e ci portano dove è bene che stiamo. Io stesso sono stato portato qui a Jano, non per scelta ma per risonanza. Così è per tutti coloro che hanno lasciato ancora le porte aperte. Chi è chiuso nel suo guscio indistruttibile, per paura, per scelta, per illusione, non può vivere l'esperienza di sentirsi chiamato dalla terra, di percepirsi vibrante della stessa vibrazione di un luogo. Esperienza mistica che richiede di spaccare il guscio in cui ci siamo rintanati. Esperienza che insegna quanto sia vero che non c'è reale separazione tra noi e ciò che ci circonda. Ogni guscio che abbiamo costruito ha un suo perché e un motivo di esistere ma è importante percepire che ciò che ci protegge, allo stesso tempo ci blocca. Sono i paradossi della vita ai quali è "illogico" abituarsi ma anche la "logica" è un guscio che ci protegge ma che allo stesso tempo ci blocca. Oggi ho corso in salita verso Monte Adone, la mia montagna sacra, sotto la quale è nato mio padre. Ho vibrato con lui, l'ho sentito che mi guardava, ho sentito la sua voce chiamarmi su in cima e invitarmi a guardare giù. Adone, ancora una volta mi hai ridato la vita, mostrandomi che l'abisso è ad un passo e che sono vivo e sono giunto in cima e quell'abisso posso guardarlo!
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Di Luca Bacchi Cosa significa rinunciare al mondo?
Del mondo fanno parte tutte le cose create. Non solo gli oggetti ma anche le emozioni, i pensieri, il mio corpo e anche il mio io. Tutto ciò che è oggettivabile è "il mondo". Rinunciare al mondo quindi significa rinunciare a tutto, anche a se stessi. Il passo ultimo infatti dopo aver rinunciato alle cose materiali, è la rinuncia a se stessi, al proprio io. Abbandonare anche l'io è l'atto finale. O meglio: l'atto iniziale del cammino che conduce a Dio. Di Luca Bacchi Chiudi le porte del mondo
che sono i tuoi sensi, e apri la porta al regno dei cieli che è il tuoi cuore. Tieni chiuse con tenacia le porte del mondo, il mondo cercherà di aprirle con soffi di vento impetuosi ma la tua forza terrà chiuse quelle porte. Sigillale. Ora il mondo è chiuso fuori. Non esiste più. Privo di sensi, senza più l'uso dei sensi fisici, emotivi, mentali. Esisti privo di ogni caratteristica, privo di ogni forma, primo di ogni nome. Esisti e basta esistenza vuota esistenza pura e semplice apertura, voragine, pupilla di occhio! Ora spalanca te stesso come se il nulla che sei dilagasse, nulla di nulla, nulla del mondo. Il nulla del mondo mi avvicina a Dio, il nulla anche di me stesso è l'unica via che ha senso percorrere. Se cerchi Dio.... altrimenti stai solo giocando. Di Luca Bacchi "Ho visto gli angeli, mi hanno parlato"
"Ho parlato con i maestri e mi hanno guidato" "Ho visto Gesù e mi ha abbracciato" Quante volte sentiamo queste frasi da persone che meditano, o fanno regressioni, o viaggi sciamanici o altre pratiche simili. E' necessario svegliare queste persone, riportarle alla realtà altrimenti si perderanno nelle infinite possibilità della mente inconscia. Dice Giovanni nel suo prologo: "Dio, nessuno lo ha mai visto" proprio perché Dio non è un "ente", Dio non è oggettivabile. Dio è il "non-esistente", imprendibile, inafferrabile. L'unica cosa fondamentale da fare in un cammino di ricerca spirituale serio, è cercare la Verità. Questa è l'unica bussola che ci deve guidare nel nostro cammino, tutto ciò che è "probabile" , "possibile" , deve essere scartato, eliminato, messo da parte. Costruire la Casa sulla Roccia significa proprio questo. Ogni nostro passo deve appoggiarsi sulla Verità e non su delle "ipotesi" sabbiose. Se in una meditazione vedi un angelo, quello non è Dio. Quello è il tuo inconscio, la tua psiche, una parte della tua mente che desidera vedere gli angeli. Ma è sempre è comunque una parte di te. Se vedi Gesù, idem, il tuo inconscio desidera vederlo e quindi lo crea nella tua mente. Ma non è certo Gesù. L'unica cosa certa che possiamo dire di questi fenomeni è che sono visualizzazioni personali e soggettive che hanno un mero e semplice valore personale. Chi prende i contenuti di una propria visualizzazione e con essi si permette di dare consigli agli altri come se avesse ricevuto delle rivelazioni per il mondo intero, commette una stupidaggine, rischiando oltretutto di manipolare e condizionare persone facilmente impressionabili. Il mondo è pieno di gente che parla con gli angeli, con i maestri, con le guide, con Cristo. Nulla di male, purché UMILMENTE si rendano conto che i contenuti dei loro "dialoghi" sono esclusivamente personali. Quindi che se li tengano per sé senza andare in giro a "profetizzare" le loro visione al mondo intero. Se sei un vero ricercatore di Dio, quando ti appare un angelo in meditazione, sai cosa fare: digli di sparire.... perché non è Dio. La ricerca di Dio è infinita, è un cammino di negazione di tutto ciò che esiste. Ciò che mi si para davanti agli occhi non può essere Dio perché Egli non è creato, Egli è l' increato, Egli è la forza creatrice, è la voragine da cui le cose vengono all'esistenza. Meditare significa fare proprio questo, rinunciare a tutto ciò che si mostra ai nostri sensi e proseguire oltre, ancora, ancora, e ancora. Tutto ciò che si mostra ai nostri sensi deve essere abbandonato. Questa è la Verità. Se cerchi Dio radicalmente, tutto il resto lo devi abbandonare. Se ti attacchi a qualche angelo o a qualche immagine accattivante significa che ti sei fermato ad una stazione che ti fa comodo e hai rinunciato al traguardo finale. Nessun problema, ognuno è libero di fare ciò che desidera purché sia consapevole che si tratta di una ricerca parziale, soggettiva, priva di ogni valore assoluto. La strada per l'Assoluto è altra cosa. di Fedor Dostoevskij - Memorie dal sottosuolo "Alcune persone si vendicano probabilmente perché vedono in ciò una forma di giustizia. Tali persone quindi hanno trovato la causa primaria della loro azione, ne trovano un valido fondamento: la giustizia.
Per cui, queste persone saranno tranquille, si vendicheranno con tranquillità, essendo convinte di fare qualcosa di giusto. Ma io, nella vendetta, non ci vedo nulla di giusto, non ci vedo nemmeno nessuna virtù, se quindi io comincerò a vendicarmi lo farò solo per cattiveria. La cattiveria potrebbe essere considerata anch'essa una causa primaria, "io sono cattivo, così sono fatto!". Ma che fare se in me non c'è questa cattiveria? Per colpa della mia consapevolezza accade ciò: osservo fatti, li guardo con attenzione, e l'oggetto in questione si volatilizza, le ragioni svaporano, il colpevole non si riesce più a trovare, l'offesa non è più un' offesa, bensì un fatto, qualcosa come un male ai denti, un dolore di cui nessuno ha colpa. E così non mi rimane altro che prendermela con nessuno, perché ancora una volta non ho trovato la causa primaria. Se invece mi facessi prendere dal sentimento, scacciando la mia consapevolezza, ciecamente, senza starci a pensare, senza cercare la causa primaria, e odiassi pur di non restarmene lì con le mani in mano. Ebbene...... di li a due giorni avrei già cominciato a disprezzarmi per aver imbrogliato me stesso. L'unica ragione per cui io mi considero un uomo intelligente è il fatto che non sono mai riuscito a cominciare ne a finire nulla. L'unica strada che sia data a un'uomo intelligente è precisamente quella dell'inerzia, o meglio.... un premeditato travasare il vuoto nel vuoto." Di Luca Bacchi SABATO 28 MAGGIO - JANO - SASSO MARCONI Laboratorio Esperienziale dedicato alla Costruzione del Tamburo Sciamanico. Il suo suono/ vibrazione, ci riconnette al momento magico della nostra discesa in questo mondo. I Ritmi che ne scaturiscono hanno diretto e plasmato i nostri organi, tessuti, muscoli ed ossa. La via del tamburo sciamanico è la via del cuore.
Il laboratorio si svolgerà in natura, e tratterà una parte teorica e una parte pratica di costruzione.
Ci guiderà Francesco, artigiano e maestro, musicista, percussionista, uomo di grande esperienza che da anni porta in giro per l'Italia la medicina del tamburo sciamanico. (pagina Facebook di Francesco)
La serata si conclude con un cerchio di tamburi intorno al fuoco. Per info Luca 3274542476 Il Padre è padre solo se c'è anche il figlio
altrimenti non è padre. Quindi Dio è Dio solo se c'è anche la sua creatura altrimenti non è Dio. Siamo indissolubilmente uniti a Dio Siamo una cosa sola con Dio Dio da Dio Luce da Luce Dio vero da Dio vero Generati.... non creati Emanazione di Dio, non creazione dal nulla, della stessa sostanza del Padre. Questa "unità" con il Padre non è mentale non è fisica ma avviene nell'amore dentro al cuore. Se usciamo dal cuore, il legame con Dio si spezza Più siamo lontani dal cuore, più risiediamo nel mondo là fuori, più siamo lontani da Dio. Il luogo in cui possiamo dirci Dio è il cuore. Solo il cuore. Nient'altro che il cuore Commento antropologico sul concetto di guerra di Igor Sibaldi. Tu sei un "IO", parla di ciò che tu sai e non di quello che ti dicono i "NOI" Sii un "IO", resta un "IO" Scarica l'audio qui sotto: ![]()
di LaCasaSullaRoccia Il tamburo sciamanico è un potente strumento di guarigione che consente di liberare la nostra natura originaria, primordiale e riconnetterci con le nostre radici. Strumento di potere personale essenziale per chi percorre la via del cuore. Il tamburo infatti amplifica il battito del nostro cuore espandendo anche la nostra manifestazione personale.
Giobbe 29, 1-25 "Potessi tornare com'ero ai mesi andati,
ai giorni in cui Dio vegliava su di me, quando brillava la sua lucerna sopra il mio capo e alla sua luce camminavo in mezzo alle tenebre; com'ero nei giorni del mio rigoglio, quando Dio proteggeva la mia tenda, quando l'Onnipotente stava ancora con me e i miei giovani mi circondavano, quando mi lavavo i piedi nella panna e la roccia mi versava ruscelli d'olio! Quando uscivo verso la porta della città e sulla piazza ponevo il mio seggio, vedendomi, i giovani si ritiravano e i vecchi si alzavano in piedi, i notabili sospendevano i loro discorsi e si mettevano la mano alla bocca, la voce dei capi si smorzava e la loro lingua restava fissa al palato; infatti con gli orecchi ascoltavano e mi dicevano felice, con gli occhi vedevano e mi rendevano testimonianza, perché soccorrevo il povero che chiedeva aiuto e l'orfano che ne era privo. La benedizione del disperato scendeva su di me e al cuore della vedova infondevo la gioia. Ero rivestito di giustizia come di un abito, come mantello e turbante era la mia equità. Io ero gli occhi per il cieco, ero i piedi per lo zoppo. Padre io ero per i poveri ed esaminavo la causa dello sconosciuto, spezzavo le mascelle al perverso e dai suoi denti strappavo la preda. Pensavo: «Spirerò nel mio nido e moltiplicherò i miei giorni come la fenice. Le mie radici si estenderanno fino all'acqua e la rugiada di notte si poserà sul mio ramo. La mia gloria si rinnoverà in me e il mio arco si rinforzerà nella mia mano». Mi ascoltavano in attesa fiduciosa e tacevano per udire il mio consiglio. Dopo le mie parole non replicavano, e su di loro stillava il mio dire. Le attendevano come si attende la pioggia e aprivano la bocca come ad acqua primaverile. Se a loro sorridevo, non osavano crederlo, non si lasciavano sfuggire la benevolenza del mio volto. Indicavo loro la via da seguire e sedevo come capo, e vi rimanevo come un re fra le sue schiere o come un consolatore di afflitti." 2 Timoteo 4,3-4 "Verrà il tempo che non sopporteranno più la sana dottrina, ma si cercheranno maestri in gran numero secondo le proprie voglie, e distoglieranno le orecchie dalla verità e si volgeranno alle favole." Verrà il tempo in cui l'uomo sarà così perduto, debole e lontano da Dio che non sarà più in grado di sostenere la sana dottrina e cercherà dei maestri comodi, adeguati alle proprie voglie. Si costruirà delle verità comode a proprio piacimento.
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Luglio 2022
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