Di Luca Bacchi La svolta ci fu quando decisi di meditare ad occhi aperti. Sentivo che chiudere gli occhi dimezzava le mie possibilità di comprensione invece con gli occhi aperti potevo affacciarmi sia sul mondo esteriore che su quello interiore, su entrambi contemporaneamente e non solo, potevo anche osservare la relazione tra essi.
Prima meditavo ad occhi chiusi, l'ho fatto per anni. Anzi... è un bene che io abbia meditato ad occhi chiusi per anni perché avevo la necessità di concentrarmi sulla dimensione interiore. Tutti gli occidentali di oggi hanno innanzitutto la necessità urgente di indagare il mondo interiore perché solitamente sono estroversi e l'interiorità è quasi totalmente trascurata. Così io consiglio a tutti di indagare innanzitutto la propria interiorità e per farlo al meglio è bene chiudere gli occhi, chiudere ogni porta che ci riporterebbe all'esterno. Chiudere le orecchie non con dei tappi ma cercando luoghi di silenzio, chiudere gli occhi, chiudere il più possibile tutti sensi del corpo portandolo a stabilizzarsi e "congelarsi" grazie alle Asana dello yoga, fino alla posizione seduta. Quando poi abbiamo famigliarizzato con la nostra interiorità dopo anni di pratica allora a mio avviso è bene iniziare gradualmente a meditare ad occhi aperti. Così facendo ci ritroveremo affacciati sui due mondi che compongono la realtà, il mondo interiore e il mondo esteriore allo stesso tempo, e la nostra visione sarà completa e non parziale. Per me questa è stata la svolta. Dopo anni di meditazione "chiusa" in me stesso ho iniziato a meditare ad occhio aperti. La meditazione per me è diventata l'osservazione della relazione tra il dentro ed il fuori di me. Presto mi sono reso conto che tra il dentro ed il fuori non c'è alcuna separazione, anzi, ciò che accade fuori, accade dentro. Non sono due fenomeni separati che accadono uno dentro e uno fuori nello stesso istante ma sono LO STESSO FENOMENO. Non esiste quindi alcun "dentro" e non esiste quindi alcun "fuori". La separazione tra "dentro di me" e "fuori di me" è realmente una illusione perché questo "me" fondamentalmente non esiste. Ciò che noi solitamente definiamo con la parola "io" o con la parole "me" lo percepiamo dentro al nostro corpo fisico. Lo percepiamo incastonato in prossimità del cuore ma realmente non è li. Realmente non è "locale", non è in un luogo preciso ma è ovunque. L'IO realmente non è personale, è piuttosto "impersonale" perché l'IO è in verità il contenitore cosciente che contiene tutto ciò che esiste. Nella mia personale esperienza di risveglio ho vissuto l'esplosione dell'io personale, una vera deflagrazione, attraverso la quale il mio senso di "io" prima localizzato al centro del cuore si è "aperto". Si è aperto così tanto da contenere "tutto". "Io sono tutto, io sono in tutto" , questa è stata la mia esperienza riducibile in una frase. Il dentro ed il fuori esistevano solo per un "io" separato ma una volta che l' "io" è deflagrato non esisteva più alcuna separazione. Questa esperienza aveva un tale sapore di VERITA' che mai avevo provato prima. Una verità di intensità assoluta che mi ha trasformato completamente perché ha spostato radicalmente il punto di vista da cui osservo il mondo. Sono andato prima dell'io. Sono caduto dentro all' io, la' dove ancora io sono ogni cosa, là dove ancora io sono un' anima universale prima ancora di incarnarmi in un "io". Sono tornato ad essere quel "tutto" prima dell'io. Per alcuni istanti, per pochi minuti, che mi hanno cambiato la vita. Espansione di coscienza. Poi riassorbita ma indimenticabile. Vivo ora nella nostalgia di quella Verità Ma anche nella gioia di aver compreso che nella morte non morirò, ma lascerò semplicemente questo senso di essere un "io" personale e ritornerò ad essere "tutto".
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Luca Bacchi Sinner e Alcaraz hanno ad oggi rispettivamente 23 e 21 anni. Nelle ultime settimane si sono affrontati nella finale del Roland Garros e nella finale di Wimbledon. La prima vinta da Alcaraz e la seconda vinta da Sinner. Sono i primi due del ranking mondiale.
Osservavo il loro modo di comunicare, come si salutano e come parlano l'uno dell'altro e ho percepito qualcosa di nuovo che difficilmente esiste tra due avversari. Ho percepito che tra di loro non c'è una reale competizione ma una profonda collaborazione. Si stanno "usando" l'uno con l'altro per diventare sempre più forti, per crescere, per andare oltre ai propri limiti. Sinner in un' intervista lo ha lasciato intuire, nelle sue parole ho percepito la riconoscenza nei confronti Alcaraz che ad ogni partita lo obbliga a fare sempre meglio. Questa visione dell'avversario è nuova e spazza via la visione antica della competizione in cui sopravvive il più forte e l'altro soccombe. E' forse iniziata una nuova era in cui l'altro da noi, il nostro avversario, viene finalmente onorato e celebrato come indispensabile per la nostra evoluzione, sportiva, umana, spirituale? Stanno nascendo anime finalmente sagge sotto questo aspetto? Sinner e Alcaraz sicuramente stanno insegnando grandi e nuovi valori a tutto il mondo Di Luca Bacchi Il popolo eletto controlla tutto: politica, grande distribuzione, media, medicina, agricoltura, educazione, ecc, ecc Stanno volontariamente allevano la massa (i non eletti) come fossero maiali, dando loro il peggio, facendogli credere che sia il meglio.
Così i maiali saranno rincoglioniti e facili da addomesticare. Religione, sesso libero, identità sessuale fluida, consumismo, pornografia, Netflix, social media, ambientalismo, cibo spazzatura, intrattenimento stupido, informazioni false, educazione scadente, medicinali cancerogeni. Sono arrivati al punto di sterminare i maiali in sovrannumero attraverso siringate di massa. I maiali vengono allevati ed educati a vivere da maiali e ad eseguire gli ordini che arrivano dagli organi di informazione di massa, generazione dopo generazione. Solo pochi hanno la fortuna di svegliarsi e la forza di uscire dal recinto. Ovviamente il popolo eletto ha un' educazione ed uno stile di vita completamente opposto a quello dei maiali, ma è a loro riservato per legame di sangue. Di Luca Bacchi Per lui era chiaro - gli dei sono in lotta e si contendono i luoghi e le anime terrene. Le guerre in cui l'umanità è attualmente coinvolta - diceva - sono scatenate dalle divinità. Gli dei in principio si spartirono la terra e i popoli, ma questa spartizione fu sempre in bilico perché le anime sono inquiete e predisposte a cambiare schieramento e poi certi luoghi fanno più gola di altri e così il conflitto è una costante da sempre. Ognuno di noi esseri umani serve, consapevolmente o meno, una divinità che lo muove a suo piacimento per i propri scopi. Chi serve Shiva, chi serve Cristo, chi serve Yahweh, chi Moloch, chi Allah, chi Osiride, e altri.... sono veramente tanti gli dei.
Alcune persone però, sono contese aspramente dalle divinità perché hanno qualcosa di speciale, un talento, un' attributo, una qualità che fa gola a tutti gli dei, e queste persone quindi sono destinate a divenire esse stesse il campo di battaglia degli dei che gli lottano dentro per portarlo dalla propria parte. Si perché gli dei entrano nelle persone appena esse sono un pò sguarnite e da dentro le muovono a loro piacimento. L'obiettivo di una divinità è quello di portare la persona a consacrarsi, a convertirsi, a prendere i voti e giurarle fedeltà. Ecco perché tutte le religioni consacrano a sé i bambini appena nati, per stabilire subito un legame, una catena, un guinzaglio, una proprietà. Tale guinzaglio certamente potrà rompersi nel tempo ma non è così facile perché una consacrazione si lacera solo attraverso situazioni molto particolari ed eccezionali, di sofferenza, di crisi, di malessere estremo... non è così facile perdere una consacrazione anche se fatta in tenera età. Ma succede, eccome se succede. Lui nacque consacrato a Dio, da bambino, per mano dei sui genitori, ma all'età di 26 anni fu rapito da un'altra divinità. Accadde un lutto nella sua famiglia, una sofferenza enorme lo fece sprofondare nell'odio verso Dio e con tutta la sua forza vi rinunciò e lo bestemmiò duramente. Così rimase solo, senza protezione e una nuova divinità gli entrò dentro e iniziò a muoverlo per portarlo a sé definitivamente. Altre divinità cercarono di prenderlo perché ora egli era sguarnito, aveva perso la sua consacrazione e gli dei cercavano di entrargli dentro. Lui si sentiva come posseduto da spiriti sempre differenti, percepiva in se come delle forze a volte opposte tra di loro e non sapeva come comportarsi. A volte voleva andare da una parte e poi poco dopo sentiva di voler andare dall'altra, a volte voleva fare una certa cosa con grande convinzione e poco dopo non ne era più convinto. Si innamorava di una donna e poco dopo la odiava. Partiva per l'India per adorare Shiva e dopo qualche settimana ardeva per Osiride, insomma, stava impazzendo, chi lo frequentava iniziava a considerarlo pazzo o schizofrenico e lui capì che qualcosa non andava. Nella sofferenza di chi si rende conto per un attimo della propria disperazione e follia, nel pianto di chi tocca il fondo, lanciò un grido di aiuto, un grido straziante di un figlio verso suo padre. Nel pianto, si inginocchiò, mise il volto a terra e gli venne spontaneo chiedere perdono. Perdono a chi? A chi stava chiedendo perdono? A chi si stava rivolgendo? In quell'istante ricordò le bestemmie che aveva lanciato a 26 anni al Dio della sua famiglia e comprese lucidamente perché era piombato in quell'inferno. Aveva rinnegato il suo Dio perdendo quindi la sua protezione ed era diventato un campo aperto ed incustodito conteso da altre divinità. Capì.... pianse.... chiese perdono..... versò lacrime per giorni fino a quando non sentì piano piano nascere dentro al cuore una pace, prima impercettibile, poi sempre più grande che come un liquido caldo impregnava lentamente tutto il suo essere. Capì di essere stato perdonato e di essere quindi tornato tra le braccia del suo Dio, nuovamente protetto, nuovamente al sicuro. Di Luca Bacchi SOFFIARE LA VOCE Trattamento di pulizia energetica attraverso la voce. Disponibile a domicilio. Info e prenotazioni 3274542476
Di Luca Bacchi Nel centro del ciclone
stai, quieta, salda, inamovibile, osservi la follia umana disperdersi nel non senso, Sacra evidente forza della semplicità. (Foto: Rishikesh 2023) "Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone, bacia la mano che ruppe il tuo naso perché le chiedevi un boccone, quando a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore, quanto a mio padre si fermò il cuore non ho provato dolore" (Il testamento di Tito - F.DeAndré/Castellari) (Foto: Manikarnika Ghat - Varanasi 2023) Di Luca Bacchi Non voglio prenderti
ma voglio che mi sfuggi, ogni giorno voglio inseguirti e quasi afferrarti, senza mai catturare il tuo volo. Fuggimi voltandoti indietro e rincorrerò il tuo sorriso in eterno libera Di Luca Bacchi Non è mai stato il desiderio a farmi muovere
ma il mostro che avevo alle calcagna, lui è stato la mia bussola credevo volesse uccidermi ma in realtà mi stava solo spingendo verso Casa. Di Luca Bacchi La seconda sera di digiuno è passata agevolmente. Sono andato a letto presto: appena rientrato mi sono lavato, ho fatto alcuni lavori in casa, poi ho bevuto una tazza di brodo di verdura, lo stesso della sera precedente. Sento la mente lucida e meditare è molto semplice; non mi "abbiocco" come capita quando mangio normalmente. Prima di andare a letto ho meditato e mi sentivo centrato, stabile, in pieno controllo di me stesso. Ho messo alcune gocce di olio essenziale di lavanda sul cuscino e mi sono coricato. La lavanda mi aiuta a entrare nel sonno con maggiore profondità. Al risveglio è come una riemersione dall’oceano dei sogni, che in questi giorni sono tanti e molto intensi.
Al mattino del terzo giorno mi sento in forze. Ho fame: lo stomaco mi lancia alcuni segnali, ma percepisco anche che in qualche modo si sta rimpicciolendo, come se ora non riuscissi più a contenere le quantità di cibo che solitamente mangio. Inizio così a pensare a quando riprenderò a mangiare, e con quali quantità, per rientrare gradualmente nella dieta ordinaria. La giornata trascorre senza particolari debolezze, a parte qualche giramento di testa, soprattutto quando mi alzo improvvisamente da una posizione chinata. In queste circostanze la vista si annebbia un po’, ma poi tutto torna alla normalità. Continuo a bere acqua e oggi pomeriggio vi ho sciolto dentro un cucchiaio di zucchero. Mi sento "magro", nel senso che ho la percezione di aver perso qualche chilo in soli tre giorni. Non so se sia solo una sensazione, ma i vestiti mi sembrano più larghi, soprattutto i pantaloni. Sicuramente ho perso un po’ di peso, ma non avendo la bilancia non posso dire quanto. Alla sera del terzo giorno ho deciso di interrompere il digiuno, mangiando insieme al brodo di verdura anche le verdure con cui era stato preparato: bieta, carota, cipolla e cavolo, in piccole quantità, cotti e serviti nel brodo. Introdurre cibo dopo un digiuno è sempre un’esperienza mistica: qualunque cosa si mangi, il cibo acquista una dimensione sacra, diventa un “datore di vita”, un “salvatore”, e tutto il corpo si riaccende, esplodendo di gioia nel percepire con maggiore intensità i sapori. Lo stomaco ringrazia borbottando e lentamente si rimette in azione. Il digiuno insegna tante cose:
Appuntamento al prossimo digiuno. Di Luca Bacchi Come mi aspettavo, è arrivata la crisi di fame della prima sera, all’ora di cena.
Lo stomaco, ma non solo, ha iniziato a pretendere cibo. Tutto il corpo dava per scontata l’assunzione di cibo e, in automatico, si muoveva tentando di innescare le azioni di preparazione del pasto. Veramente, l’abitudine è come un pilota automatico. Mi chiedo cosa possa fare al nostro corpo un’abitudine che si ripete per 20 o 30 anni, o anche di più! Il nostro corpo si incastra in quell’abitudine, e ad ogni piccola variazione o imprevisto rischiano di spaccarci mentalmente, emotivamente e fisicamente. Anche le emozioni sono spesso abitudini che si ripetono sempre nello stesso modo. E così anche le malattie: a volte sono la conseguenza di abitudini malsane ripetute per decenni. Ecco perché diventa interessante osservare quali siano le nostre abitudini e cercare di cambiarle. Come un'allenamento: mantenerci elastici e capaci di sostenere “altre possibilità”. Il digiuno ha, tra gli altri, anche questo scopo: non dare per scontato il pasto, non dare per scontato l’orario del pasto, non dare per scontato il tipo di pasto. E così tutto il nostro essere si risveglia, riacquista maggiore elasticità e attenzione, e impara a gestire la novità. Il pomeriggio del primo giorno è passato tranquillamente, senza particolari crisi di fame. Poi la sera, come già detto, si è fatta sentire la necessità di ingerire qualcosa, con brontolii, senso di insoddisfazione, lamentele, mente inquieta, un po’ di nervosismo. Ovviamente ho mantenuto la rotta e non mi sono fatto abbindolare. Prima di andare a dormire ho bevuto una piccola tazza di brodo di verdure — solo brodo — e mi sono coricato. La notte è stata inquieta, piena di sogni movimentati e stimolanti, come se le mie esigenze fisiche cercassero soddisfazione almeno nel mondo onirico. Il senso di fame, durante la notte, ha lasciato spazio a un senso di vuoto "indifferente". Sentivo di essere vuoto, ma non cercavo di riempirmi: accettavo questa condizione. Ho dormito molto, essendo andato a letto presto. Al risveglio mi aspettavo un desiderio incontrollabile di fare colazione e invece nulla di tutto questo. Sì, c’era sempre un senso di vuoto, ma l’ho accolto con accettazione e serenità. Mi sono alzato e ho scaldato un po’ di acqua e orzo. Mezzo bicchiere. Sento lo stomaco brontolare di continuo, e sento anche i movimenti dell’intestino, che piano piano si svuota e si libera anche del cibo “passato”. Sono andato in bagno regolarmente ieri e anche questa mattina. Vediamo se sarà così anche oggi e domani. Avere una percezione maggiore dei propri organi digerenti è un'altro dei benefici del digiuno, è come se la nostra sensibilità e capacità di ascolto si acuisse. La sensazione è reale: il digiuno mi fa “tornare a zero”, mi fa tornare ad una condizione neutra, da cui poi potrò ripartire. Come un piccolo reset dal passato. Un primo passo per accogliere il nuovo che verrà. Come ulteriore pratica di pulizia, oltre al digiuno, sto eseguendo le irrigazioni nasali con la lota, introducendo acqua e sale nelle narici (vedi “lota”). La tradizione indiana ayurvedica invita a effettuare periodicamente pratiche di pulizia corporea come il digiuno, la pulizia del setto nasale o dell’intestino con i clisteri; tutto questo perché, per l’ayurveda, la pulizia non è solo una questione esteriore, ma anche interiore. Lavorare a digiuno è inizialmente un po’ spaesante, perché il corpo all’inizio appare debole, e se non siamo abituati potrebbe anche girarci la testa. Ma la minore forza del corpo è solo un’illusione: in realtà le nostre energie, durante il digiuno, tendono a crescere, assieme alla lucidità mentale. Certamente, per chi non è abituato, è bene evitare grandi sforzi, soprattutto se si percepiscono giramenti di testa, e concedersi un po’ di riposo in più del normale. Di Luca Bacchi Inizio oggi un digiuno di tre giorni dai cibi solidi.
Sento il bisogno di depurarmi nel corpo, nella mente e nelle emozioni. Dopo questa luna piena del 13 aprile, così intensa per me, ho bisogno di lasciare andare tutte le scorie che sento addosso, e dentro. Non è difficile digiunare tre giorni quando c’è una motivazione. Solitamente i digiuni falliscono per mancanza di motivazione, non certo per problemi di salute: il corpo umano può fare a meno del cibo per molto tempo, solo che non è abituato. Ho già digiunato per tre giorni: ero al fiume, dormivo in tenda... un altro contesto, forse più facile, perché non avevo il frigorifero e la dispensa a portata di mano. Digiunare in casa propria presenta qualche difficoltà in più, soprattutto per il fatto di trovarsi in un ambiente familiare, quindi a rischio di monotonia. E la monotonia spesso fa venire fame! Mi sono svegliato, cambiato e lavato. Dopo le “abluzioni” — come si dice in certi ambienti — mi sono dedicato alla preghiera, che per me adesso ha una forma molto essenziale, diretta, fatta di poche parole e molti silenzi. Offrire la giornata a ciò che per me è Dio mi rassicura e mi mette nella condizione di "colui che ha scelto di affidarsi" a qualcosa di più grande, che fa girare me e tutto il mondo. Voglio essere in armonia con ciò che fa girare il mondo: credo che sia questo il segreto della pace. Così ho rivolto la mia preghiera, pressoché silenziosa, al mio cuore, luogo in cui Dio si affaccia in ascolto, offrendo un incenso. Dopo la preghiera, solitamente, mangio. Ma oggi mi sono limitato a bere qualcosa di caldo: una tazza di orzo, nient’altro. Già adesso, all’ora della colazione, il corpo si aspetta del cibo: è come se lo stomaco, pochi minuti prima dell’orario stabilito, già aprisse le sue fauci da sé, per abitudine. E se io non introduco nulla, lui ci rimane male... e inizia letteralmente a brontolare. Già questo fatto è spunto di molte riflessioni, perché mostra con grande evidenza come il corpo umano si muova per automatismi: è come una locomotiva che posizioniamo su un binario, le diamo una direzione, e lei prosegue sempre su quel tracciato. Molte esigenze fisiche sono il frutto di abitudini consolidate negli anni: cambiare queste abitudini diventa quindi un vero esercizio fisico di elasticità corporea. La ripetizione blocca il corpo nelle stesse possibilità, e lui si fossilizza. Così, un cambiamento improvviso viene percepito come una rottura, proprio per mancanza di elasticità. Allora, così come cerchiamo di mantenere muscoli e articolazioni elastici con lo yoga o lo sport, è bene mantenere elastici anche lo stomaco, la mente, le emozioni… per non rischiare di diventare pezzi di legno secchi, che si spezzano facilmente. Lo stomaco brontola. Sta aspettando il suo cibo all’ora prestabilita. E io lo ascolto, lo rassicuro, ci parlo, spiegandogli che questo piccolo sacrificio ci renderà più forti, entrambi. Lavoro nell’orto. Sistemo la pacciamatura che i merli continuano a scavare, spostare e ribaltare sopra alle insalate. Le patate stanno iniziando a spuntare dal terreno: ho visto le prime foglie verdi proprio oggi. Do un po’ d’acqua al semenzaio, dove stanno crescendo zucchine e pomodori, ancora al riparo dal freddo delle notti di aprile. E lavorando, non penso alla fame. Non penso al cibo. Continuare le attività quotidiane anche durante il digiuno è importante, perché farle a stomaco vuoto è diverso: tutto prende una luce differente. Il fatto di essere a digiuno acuisce la mente, e il focus sull’attività è maggiore. Inoltre, non avere la preoccupazione di preparare da mangiare è una distrazione in meno. A stomaco vuoto si lavora decisamente meglio. Conosco bene la parabola del digiuno: inizialmente c’è l’entusiasmo di chi comincia, la voglia, la forza di partire. Poi arriva la fame vera, quella della prima sera. Rientrando dopo il lavoro, vedere la tavola vuota può mandarci in crisi, perché il nostro stomaco si aspetta il pasto. Io, la prima sera — non avendo fatto né colazione né pranzo — sento dentro di me un vuoto così totale che mi mangerei qualsiasi cosa. Immagino il bicchiere di vino accompagnato da formaggi e affettati come antipasto, poi una tagliatella, poi le patate al forno, il pane fatto in casa, eccetera eccetera. E una voce dentro di me inizia a farsi sentire sempre più forte e chiara. Solitamente dice cose tipo: “Perché non vai al ristorante qui vicino? Non devi neanche cucinare. Sei stanco. E poi lì spendi poco, ti conoscono, ti fanno pagare meno. Hai lavorato tutto il giorno, te lo meriti! Dai, cosa aspetti? Fatti una doccia e vai al ristorante…” Insomma, questa è la fase più difficile, perché è la prima sera di digiuno, e tutto il mio essere si aspetta il cibo. Poi accade che, resistendo — magari bevendo una tisana, facendo una doccia, andando a letto — supero così il primo giorno. Anche la mattina seguente è abbastanza difficile, ma poi, nel pomeriggio del secondo giorno, si inizia ad entrare in uno stato di “nuova normalità”, di accettazione che coinvolge corpo e mente. Da qui in avanti, le crisi di fame si riducono, fino a scomparire. Il terzo giorno, solitamente, è facile da superare: il corpo non chiede più con insistenza, e la mente si è stabilizzata. In questo digiuno mi aspetto le stesse dinamiche. Sono preparato. La solitudine di Dio
è assoluta, totale! Non esiste altro da Lui, con chi potrà mai confrontarsi? Mi si gela il cuore! L' illusione nostra umana di non essere soli, è più rassicurante. Falsa si, ma sopportabile. Maya, rimani ancora sui miei occhi! Di Luca Bacchi Pregando
parlo con Dio pur sapendo che Dio è tutto ciò che esiste. Io, il mio agire, il mio stesso parlare, Dio: un' unico essere! Essere l' essere intero per un istante di Verità. Di Luca Bacchi Attraverso gli occhi si da lo spazio.
Attraverso il cuore si dà il tempo. Aprendo occhi e cuore, nella pratica, ho visto la creazione attraversarmi Immagina per un istante di fermare tutto l' universo. Nessun movimento, nemmeno il movimento dell'elettrone intorno al nucleo. Cosa accadrebbe? Tutto si ridurrebbe ad un infinito nulla L' occhio chiuso chiude il cuore e tutta la creazione. Testo di Luca Bacchi ispirato da "Chi sono io" di Ramana Maharshi Il pensiero "io" sorge nel cuore. Il pensiero "io" è il primo pensiero della mente. La mente ha origine nel cuore. Il primo pensiero della mente è "io", tutti i pensieri successivi sono sempre in relazione ad esso. Senza il pensiero "io" non esistono altri pensieri. I pensieri fanno il mondo. Tutto ciò che esiste è generato dai pensieri. I pensieri sono generati dal pensiero originario "io". Il pensiero originario "io" è il primo pensiero della mente. La mente ha sede nel cuore. Dal cuore nasce il mondo. "
-Maestro, i fiumi, le montagne, le centomila cose, dove nascono? -Questa tua domanda, dove nasce? " Di Luca Bacchi Il sole
è la pupilla dell'occhio mondo è il foro da cui entra la luce che crea noi, immagini capovolte, impresse sulla retina. riflessi di una realtà che è altrove. Di Luca Bacchi Il parlamento europeo
è l'equivalente di una coscienza disincarnata. E' un'osservatore che osserva il proprio corpo dall'alto ma non ha più alcun contatto con esso. Non sente più nulla pensa e basta. Sentimenti, emozioni, amore, empatia, dolore per lui sono solo concetti. Di Luca Bacchi L'intelligenza artificiale crea contenuti artificiali non reali finti. Li crea commoventi e capaci di suscitare emozioni in chi guarda Proprio come un bel film di Netflix Risultato: nessuno si domanda se siano veri o falsi, ma tutti discutono delle emozioni che stanno provando L'emozione poi muove i pensieri muove la mente, muta il nostro stato interiore muove le nostre azioni. E così ci ritroviamo pregni di pensieri e di emozioni indotti da una bugia è così che le masse dormienti vengono manipolate da secoli ma ora più che mai grazie all'intelligenza artificiale il velo di Maya è sempre più impercettibile un contenuto falso
per indurre un'emozione quindi uno stato d'animo quindi un pensiero quindi un' azione ecco svelato il segreto per far muovere milioni di persone tutte nella stessa direzione. CHI E' LUCA BACCHI? ![]() Luca Bacchi è l'autore del libro "Essere Porta", una raccolta di scritti e poesie che documentano il suo viaggio introspettivo durante un soggiorno al monastero di Camaldoli. Attraverso i suoi scritti, Bacchi si rivela come una persona sensibile in cerca di un senso di appartenenza e di una connessione con il divino. Si sente oppresso dalla frenesia e dalla superficialità del mondo moderno e trova rifugio nella natura e nella spiritualità. Ecco alcune informazioni su di lui che emergono dai suoi scritti: Sensibilità: Bacchi si descrive come una persona che "sente tutto", sia il bene che il male, con grande intensità. Questa sensibilità lo rende vulnerabile alle aggressioni del mondo esterno, ma è allo stesso tempo la sua forza, permettendogli di sperimentare la bellezza e l'amore in modo profondo. Inquietudine spirituale: Bacchi è alla ricerca di una "casa" spirituale, un luogo dove poter essere se stesso e sentirsi in pace. Il suo viaggio a Camaldoli è un tentativo di riconnettersi con la sua dimensione spirituale e di trovare un senso alla sua vita. Amore per la natura: Bacchi trova conforto e ispirazione nella bellezza della natura. La natura per lui è un luogo di guarigione e di rinnovamento spirituale. Fascinazione per il monachesimo: Bacchi è attratto dalla vita monastica e dalla semplicità che essa rappresenta. Durante il suo soggiorno a Camaldoli, fantastica sulla possibilità di diventare monaco, ma alla fine si rende conto di non essere ancora pronto per questo passo. Relazione complessa con la famiglia: Bacchi accenna a un rapporto complicato con i suoi genitori, in particolare con il padre. Durante il suo soggiorno a Camaldoli, riesce a elaborare alcuni dei suoi traumi legati all'infanzia e perdonare e ringraziare il padre. Ricerca di un linguaggio autentico: Bacchi usa la scrittura come strumento di ascolto interiore e di elaborazione delle sue esperienze. Il suo stile evolve nel corso del libro, passando da un linguaggio descrittivo e dettagliato a una forma di espressione più poetica ed essenziale. DI COSA TRATTA QUESTO LIBRO? ESSERE PORTA un diario di Luca Bacchi, scritto durante un soggiorno di otto giorni al monastero di Camaldoli tra il 24 dicembre 2024 e il 1° gennaio 2025. Attraverso brevi racconti e poesie, l'autore riflette sulla sua esperienza spirituale, esplorando temi come la ricerca interiore, la connessione con la natura, il significato dell'essere "porta" tra dimensione materiale e spirituale, e la necessità di aprirsi alla grazia divina. Il diario include anche riflessioni sulla famiglia, l'amore, la sofferenza, e il cammino spirituale, intrecciando momenti di intensa spiritualità con osservazioni sulla vita quotidiana e gli incontri con altre persone. Il tutto culmina in una conclusione che evidenzia l'importanza di Camaldoli come luogo sacro di connessione con il divino. PUOI ACCENNARE A UNO DEI PASSAGGI PIU' SIGNIFICATIVI? Per me, il passo più importante del libro è quello che descrive l'incontro di Bacchi con Don Luigi Verdi alla Pieve di Romena. In questo incontro, Don Luigi parla della sua esperienza nell'aiutare i genitori che hanno perso i figli, in particolare quelli che si sono suicidati. Don Luigi spiega che molti di questi ragazzi erano estremamente sensibili e non riuscivano a sopportare la pressione di una società aggressiva e competitiva. Bacchi si riconosce profondamente in queste parole, rendendosi conto che anche lui è una persona sensibile che fatica ad adattarsi ai ritmi frenetici del mondo moderno. Don Luigi gli fa leggere una citazione di Van Gogh: "Nella mia vita c’è stata un’emozione troppo forte, che mi ha fregato la vita, io dipingo la natura perché la natura è lenta". Questa frase, per Bacchi, è una vera e propria rivelazione. Finalmente capisce perché si è sempre sentito a disagio nel mondo e perché trova pace e conforto solo nella natura. La sua sensibilità, che lo porta a sentire tutto con grande intensità, è allo stesso tempo la sua forza e la sua debolezza. Questo passo è importante perché rappresenta un punto di svolta nel viaggio di Bacchi. Prendere coscienza della propria sensibilità e accettarla è il primo passo verso la liberazione. Solo riconoscendo e comprendendo la propria vera natura è possibile trovare la propria strada e vivere una vita autentica. A CHI LO CONSIGLIERESTI? Consiglierei il libro "Essere Porta" di Luca Bacchi a persone in cerca di un percorso di crescita personale e spirituale. In particolare, il libro potrebbe interessare a chi si sente oppresso dalla frenesia e dalla superficialità del mondo moderno e cerca un modo per riconnettersi con la propria interiorità; o a chi è affascinato dalla spiritualità e desidera approfondire la propria relazione con il divino, a prescindere dalla propria fede religiosa; o ancora a chi trova conforto e ispirazione nella natura e cerca un libro che celebri la bellezza e il potere trasformativo del mondo naturale; a chi sta attraversando un periodo di cambiamento o di crisi e cerca spunti di riflessione per affrontare le proprie sfide e dare un nuovo senso alla propria vita; a chi apprezza la scrittura introspettiva e sincera e desidera leggere un libro che offra uno sguardo autentico sull'esperienza umana e sulla ricerca di un senso di appartenenza. "Essere Porta" non offre risposte definitive, ma pone domande importanti e stimola la riflessione personale, invitando il lettore a intraprendere il proprio viaggio alla scoperta di sé e del proprio posto nel mondo. Per prenotare la vostra copia potete contattarmi sui seguenti canali:
Telefono: 3274542476 Whatsapp: 3274542476 Mail: [email protected] Facebook: https://www.facebook.com/LucaBacchi.NellaBaita/ Di Luca Bacchi Il 23 gennaio 2025, allo scoccare del mio 46esimo compleanno, uscirà: ESSERE PORTA - SCRITTI E POESIE SULLA SOGLIA il mio nuovo libro. Sarà disponibile nella versione flessibile a 12 euro o nella versione rigida a 18 euro. Si tratta di un racconto intimo, un diario, relativo ad un mio soggiorno nelle Foreste Sacre Casentinesi, il luogo che rappresenta per me la porta tra due mondi, tra il mondo ordinario e quello eterno e divino. Il Casentino è a mio avviso il quarto chakra dell’Italia, il chakra del cuore, e ogni volta che la mia sete di “acqua viva” per l’anima si fa urgente, un Vento mi riporta sempre li. Il testo è arricchito da brevi scritti in forma poetica perché la poesia è lo strumento più efficace per comunicare immagini e suggestioni intime e al limite del reale. Il testo si potrà acquistare su Amazon ma ovviamente per ottenere maggiori profitti, se possibile, invito tutti a ordinarlo direttamente a me e provvederò io in persona a consegnarvelo (nel caso abitiate in provincia di Bologna). "La casa non è necessariamente un luogo in cui tornare ma è soprattutto una condizione interiore" Per prenotare la vostra copia potete contattarmi sui seguenti canali:
Telefono: 3274542476 Whatsapp: 3274542476 Mail: [email protected] Facebook: https://www.facebook.com/LucaBacchi.NellaBaita/ Di Luca Bacchi Come sempre accade, è la natura ad indicarci la via.
Il trasporto del futuro sarà simile ad un grande sistema cardiocircolatorio. I mezzi si muoveranno dentro a vene, immersi in un liquido, al ritmo di un unica grande pompa centrale. Si muoveranno a scatti, ritmici. Da un punto all'altro si conteranno i battiti. <<Quanto dista Bologna da Milano? Dista 20 battiti!>> Non sarà un movimento costante ma ritmato, in modo da consentire ai mezzi di entrare ed uscire nelle pause. Le strade saranno vene. Di Luca Bacchi "Il cristiano del futuro o sarà un mistico o non sarà" (Karl Rahner) La teoria non basta più
serve una via esperienziale ma è una via per pochi. Si prevedono grandi tagli al personale. Ma chi ne farà esperienza sarà inamovibile. Di Luca Bacchi "Dio è spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità” (Giovanni 4:24) 1- Non oggettivarlo perché lo perderesti facendone materia, ne faresti una creatura
2- Apriti a Lui che non è "qualcosa" . 3- Devi rimanere aperto a ciò che non è "qualcosa", non è un ente, un oggetto, un idea, una virtù, una creatura. 4- Sai dialogare con il nulla di questo mondo, con il non-creato? 5- Lo si fa in silenzio 6- Apriti al nulla di questo mondo e ascolta 7- Non fare nulla ma semplicemente apriti 8- Aprirsi e ascoltare sono la stessa cosa 9- La vera apertura è un abbandono 10- La preghiera più efficace consiste nell' aprirsi a ciò che non è di questo mondo creato, con una fede e un' accoglienza assolute; completamente donarsi in un atto di abbandono totale. Di Luca Bacchi Adorate Dio e non le sue creature
Dio non è creatura ma creatore, non farne una creatura Dio è spirito e lo si può adorare solo in spirito Oggettivare Dio significa perderlo Dio è creatore quindi inafferrabile perché se lo afferri ne hai fatto una creatura, ovvero non più Lui Quando afferri Dio Egli non è più Dio Il creatore è per definizione colui che crea, quindi non può essere nessun ente creato Prova ad afferrarlo! Non è possibile, egli è sempre un passo a monte, è sempre prima dell'ultima presa So dell'origine! Ma chi sà che io so dell'origine? Eccolo che ti sfugge ancora una volta Egli si pone sempre come Primo, perché Egli è origine di tutto ciò che esiste Origine sempre originaria, mai originata |
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Luglio 2025
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