Di Luca Bacchi
L'ANIMA CHE MUOVE QUESTO PROGETTO
Il testo seguente esprime pienamente l'idea che muove questo sito. Entrare nel bosco equivale a entrare nella vita con coraggio, senza risparmiarsi, affrontando le paure e mettendosi alla prova per superare i propri limiti e diventare uomini migliori. Chi vive pienamente non teme la morte anzi, in quel giorno sorriderà ripensando alla meravigliosa vita che ha vissuto.
"Andai nei boschi perché desideravo vivere con saggezza, per affrontare solo i fatti essenziali della vita, e per vedere se non fossi capace di imparare quanto essa aveva da insegnarmi, e per non scoprire, in punto di morte, che non ero vissuto. Non volevo vivere quella che non era una vita, a meno che non fosse assolutamente necessario. Volevo vivere profondamente, e succhiare tutto il midollo di essa, vivere da gagliardo spartano, tanto da distruggere tutto ciò che non fosse vita, falciare ampio e raso terra e mettere poi la vita in un angolo, ridotta ai suoi termini più semplici."
(HENRY DAVID THOREAU - Walden Vita nei boschi)
(HENRY DAVID THOREAU - Walden Vita nei boschi)
LA STORIA DELLA BAITA IN BREVE:
Nell estate 2009 presi in affitto una piccola baita di legno all'interno del parco delle foreste casentinesi. Una baita isolata da tutto, nel cuore delle foreste Sacre, in totale solitudine restai solo con me stesso per mettermi alla prova, per conoscere la mia paura, i miei bisogni, le mie necessità e scoprire cosa di tutto ciò fosse falso. Solo con me stesso nella semplicità della natura per tornare all'essenziale, nella pancia della grande madre, circondato e avvolto di materia viva.
Un lento svelamento della mia vera natura che emerge con sempre maggior chiarezza ogni volta che mi tolgo di dosso quel superfluo che credevo fosse indispensabile.
Solo! Per quanto tempo ho parlato ad alta voce con me stesso! Forse erano preghiere.
Chiacchierate infinite lunghe ore ed ore mentre camminavo per boschi e mi addentravo in fondo alle valli dove di giorno si rintanano gli animali selvatici. Parlare a me, di me, con me, rispondermi, e scoprirmi... pazzia ... sentirmi pazzo e felice.
La gioia della pazzia, la pazzia del cuore che non crede a se stesso, rimane incredulo nel sentire ciò che sente e nel provare ciò che prova, fiamma nuova mai vissuta prima che travolge e fa divampare, incontenibile grazia scalza e solitaria, lontana dal mondo ma vicina alla sorgente di tutto.
Alberi profumati nelle mie narici sono diventati un ricordo eterno,
occhi di cervo che attraversano i miei e scendono amalgamandosi al mio cuore per sempre,
fiori gialli che da soli rischiarano una valle intera
la valle del mio cuore solcata dalle acque della vita
basta quel fiore a colmare l'immenso dolore, basta quel fiore.
Terra , terra e insetti instancabilmente al lavoro senza sosta
mi insegnano l'umiltà e che tutto ciò che vedo è costantemente ed incessabilmente creato.
Eremi, luoghi del Sacro, porte spalancate sul mistero che ben pochi sanno attraversare.
Una baita di legno, simbolo di fragilità apparente, illuminata all'interno da una piccola luce
nel buio di una foresta immensamente vasta,
rifugio e ristoro da cui parto e a cui torno ogni giorno.
(Luca Bacchi)
Con immensa e mai sufficiente riconoscenza
Grazie
Un lento svelamento della mia vera natura che emerge con sempre maggior chiarezza ogni volta che mi tolgo di dosso quel superfluo che credevo fosse indispensabile.
Solo! Per quanto tempo ho parlato ad alta voce con me stesso! Forse erano preghiere.
Chiacchierate infinite lunghe ore ed ore mentre camminavo per boschi e mi addentravo in fondo alle valli dove di giorno si rintanano gli animali selvatici. Parlare a me, di me, con me, rispondermi, e scoprirmi... pazzia ... sentirmi pazzo e felice.
La gioia della pazzia, la pazzia del cuore che non crede a se stesso, rimane incredulo nel sentire ciò che sente e nel provare ciò che prova, fiamma nuova mai vissuta prima che travolge e fa divampare, incontenibile grazia scalza e solitaria, lontana dal mondo ma vicina alla sorgente di tutto.
Alberi profumati nelle mie narici sono diventati un ricordo eterno,
occhi di cervo che attraversano i miei e scendono amalgamandosi al mio cuore per sempre,
fiori gialli che da soli rischiarano una valle intera
la valle del mio cuore solcata dalle acque della vita
basta quel fiore a colmare l'immenso dolore, basta quel fiore.
Terra , terra e insetti instancabilmente al lavoro senza sosta
mi insegnano l'umiltà e che tutto ciò che vedo è costantemente ed incessabilmente creato.
Eremi, luoghi del Sacro, porte spalancate sul mistero che ben pochi sanno attraversare.
Una baita di legno, simbolo di fragilità apparente, illuminata all'interno da una piccola luce
nel buio di una foresta immensamente vasta,
rifugio e ristoro da cui parto e a cui torno ogni giorno.
(Luca Bacchi)
Con immensa e mai sufficiente riconoscenza
Grazie