Seminario residenziale a Fonte Avellana (PU) - 17,18,19 giugno 2016
Sono arrivato a Fonte Avellana con un clima variabile, nuvole, sole, vento forte. A marzo, quando venni qui per la prima volta mi accolse una nevicata che rese il paesaggio come incantato. Questa volta è il vento l'elemento che spicca al mia arrivo. Mentre la neve si appoggia sulle cose, le protegge, invita alla sospensione e all' attesa, il vento invece è simbolo di movimento, di energia in espressione, di cambiamento. Come leggere quesi simboli che la natura mi ha portato?
E' certo che questo intensivo si presenta per me proprio in un momento di grande energia e dinamicità, elettricità interiore che cerca espressione, che esige espressione.
Sul sentiero contemplativo sto imparando ad osservare ciò che mi circonda con occhio da esploratore, alla ricerca del simbolo e del messaggio che porta con se e che consegna a me. La vita, con questo atteggiamento, diventa un grande viaggio di esplorazione, con infiniti oggetti di grande interesse. La vita che si manifesta in ogni sua forma acquista così maggior valore.
Questo atteggiamento va coltivato e riproposto con impegno e disciplina ogni qualvolta mi accorgo di averlo smarrito. Non è facile, sono tanti i momenti di oblio in cui, identificato con la mente, mi perdo e vago senza meta con disperazione e rabbia. Ma ora ho gli strumenti per tornare a riva, la sfida è attuarli nel quotidiano.
Ho ritrovato persone che condividono con me lo stesso percorso, e mi sono sentito a casa. Condividendo lo stesso cammino ci accomuna un "sentire" e una "comprensione" che rende la relazione immediata e naturale. Accade di sentirsi capiti, compresi, e le parole come semi non cadono sull'asfalto ma trovano terreno fertile.
Non entro nel dettagliio dell'esperienza ma rimando sul "generale" posso dire che è stata una lenta discesa nella profondità della vita, una discesa a tratti dolce, a tratti decisa e ripida. Ho sentito la lenta fusione con la vita, lo scioglimento graduale in essa, ma anche le mie barriere più resistenti spezzarsi e frantumarsi sotto i duri colpi delle vibrazioni emanate dal gruppo e che evidentemente a me risuonavano come colpi di machete.
Dopo la "discesa" nella vita, la fase successiva è stata quella del "restare" nella vita, una "sospensione" intensa senza tempo ne spazio nell'essere.
Infine la riemersione.
L'intensivo ha questa conformazione, di discesa, di sospensione e di risalita. Una conformazione direi necessaria considerando da dove veniamo e dove andremo prima e dopo l'inetensivo, ovvero la vita fernetica di tutti i giorni.
Esperienza dell'essere. Possibile, accessibile. Da portare nella vita di tutti i giorni come una danza, la danza armoniosa dell'essere e del divenire.
E' certo che questo intensivo si presenta per me proprio in un momento di grande energia e dinamicità, elettricità interiore che cerca espressione, che esige espressione.
Sul sentiero contemplativo sto imparando ad osservare ciò che mi circonda con occhio da esploratore, alla ricerca del simbolo e del messaggio che porta con se e che consegna a me. La vita, con questo atteggiamento, diventa un grande viaggio di esplorazione, con infiniti oggetti di grande interesse. La vita che si manifesta in ogni sua forma acquista così maggior valore.
Questo atteggiamento va coltivato e riproposto con impegno e disciplina ogni qualvolta mi accorgo di averlo smarrito. Non è facile, sono tanti i momenti di oblio in cui, identificato con la mente, mi perdo e vago senza meta con disperazione e rabbia. Ma ora ho gli strumenti per tornare a riva, la sfida è attuarli nel quotidiano.
Ho ritrovato persone che condividono con me lo stesso percorso, e mi sono sentito a casa. Condividendo lo stesso cammino ci accomuna un "sentire" e una "comprensione" che rende la relazione immediata e naturale. Accade di sentirsi capiti, compresi, e le parole come semi non cadono sull'asfalto ma trovano terreno fertile.
Non entro nel dettagliio dell'esperienza ma rimando sul "generale" posso dire che è stata una lenta discesa nella profondità della vita, una discesa a tratti dolce, a tratti decisa e ripida. Ho sentito la lenta fusione con la vita, lo scioglimento graduale in essa, ma anche le mie barriere più resistenti spezzarsi e frantumarsi sotto i duri colpi delle vibrazioni emanate dal gruppo e che evidentemente a me risuonavano come colpi di machete.
Dopo la "discesa" nella vita, la fase successiva è stata quella del "restare" nella vita, una "sospensione" intensa senza tempo ne spazio nell'essere.
Infine la riemersione.
L'intensivo ha questa conformazione, di discesa, di sospensione e di risalita. Una conformazione direi necessaria considerando da dove veniamo e dove andremo prima e dopo l'inetensivo, ovvero la vita fernetica di tutti i giorni.
Esperienza dell'essere. Possibile, accessibile. Da portare nella vita di tutti i giorni come una danza, la danza armoniosa dell'essere e del divenire.