LO SCIAMANO
Regressione:
Le mani bruciavano, come se fossero state sul fuoco! Ero attaccato alla proboscide di un elefante. L’elefante aveva attaccato il villaggio e io stavo lottando per farlo scappare. Mi ha sbattuto in terra violentemente e ho visto la sua zampa schiacciarmi sul petto. In quel momento si è fermato il mio respiro. Sono morto così.
Ero uno sciamano di un villaggio in Africa, giovane, con braccia forti e grande saggezza, le persone venivano a parlare con me dei loro problemi e io le curavo ascoltandole. Avevo un ruolo di responsabilità nel villaggio, mi sentivo rispettato. Oltre a questo mi occupavo anche dei riti religiosi e di agricoltura, seminavo e aravo i campi.
Il rito della cremazione lo presenziavo io, ai piedi di un albero di baobab avevo allestito il luogo dove bruciare i corpi dei defunti. C'era un buco in terra dentro al quale ardeva il fuoco Sacro, sempre, eternamente acceso e proprio li sopra appoggiavo i cadaveri durante le cerimonie.
Improvvisamente è apparso davanti ai miei occhi il corpo di un bambino magrissimo, morto, appoggiato su un letto di canne.
Questo letto di canne era già sul fuoco. Il bambino bruciava.....
Io avevo le mani sopra di lui e le mie mani scottavano ma non volevo toglierle perchè quello era il corpo di mio figlio.....
Stavo male, stavo soffrendo e sono esploso in un pianto, un pianto doloroso, faticoso, urlato.
Dopo la cremazione alcuni parenti e amici mi hanno accompagnato a riposarmi, sostenendomi.
La morte di mio figlio mi aveva gettato nella depressione, avevo perso la voglia di vivere così quando l’elefante attaccò il villaggio io mi gettai su di lui senza paura. Non avevo paura di morire perchè odiavo la vita.
(Foto: Parco Serengeti - Tanzania 2009)
Le mani bruciavano, come se fossero state sul fuoco! Ero attaccato alla proboscide di un elefante. L’elefante aveva attaccato il villaggio e io stavo lottando per farlo scappare. Mi ha sbattuto in terra violentemente e ho visto la sua zampa schiacciarmi sul petto. In quel momento si è fermato il mio respiro. Sono morto così.
Ero uno sciamano di un villaggio in Africa, giovane, con braccia forti e grande saggezza, le persone venivano a parlare con me dei loro problemi e io le curavo ascoltandole. Avevo un ruolo di responsabilità nel villaggio, mi sentivo rispettato. Oltre a questo mi occupavo anche dei riti religiosi e di agricoltura, seminavo e aravo i campi.
Il rito della cremazione lo presenziavo io, ai piedi di un albero di baobab avevo allestito il luogo dove bruciare i corpi dei defunti. C'era un buco in terra dentro al quale ardeva il fuoco Sacro, sempre, eternamente acceso e proprio li sopra appoggiavo i cadaveri durante le cerimonie.
Improvvisamente è apparso davanti ai miei occhi il corpo di un bambino magrissimo, morto, appoggiato su un letto di canne.
Questo letto di canne era già sul fuoco. Il bambino bruciava.....
Io avevo le mani sopra di lui e le mie mani scottavano ma non volevo toglierle perchè quello era il corpo di mio figlio.....
Stavo male, stavo soffrendo e sono esploso in un pianto, un pianto doloroso, faticoso, urlato.
Dopo la cremazione alcuni parenti e amici mi hanno accompagnato a riposarmi, sostenendomi.
La morte di mio figlio mi aveva gettato nella depressione, avevo perso la voglia di vivere così quando l’elefante attaccò il villaggio io mi gettai su di lui senza paura. Non avevo paura di morire perchè odiavo la vita.
(Foto: Parco Serengeti - Tanzania 2009)