Rispetto a qualche anno fa le possibilità di cura si sono molto diversificate. La persona "malata" può affidarsi alla medicina ufficiale oppure a quella "alternativa" che spesso si collega a quella di altre culture. Esistono cure omeopatiche, allopatiche, c'è l'agopuntura e tutto il mondo della medicina cinese, ci sono le cure vibrazionali, energetiche, naturali o farmacologiche....insomma, è finita l'era in cui esisteva una sola cura per tutti, è giunta l'era della cura personalizzata.
Oltretutto oggi, il singolo individuo ha possibilità enormi di captare informazioni e consapevolmente iniziare a comprendere il proprio corpo ed i segnali che manda. Non ci sono più scuse....nella nuova medicina il paziente partecipa attivamente alla propria cura.
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Luca 15,11-32
11 Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. 12 Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. 13 Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. 14 Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. 15 Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. 16 Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. 17 Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18 Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; 19 non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. 20 Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. 21 Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. 22 Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. 23 Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, 24 perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. 25 Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26 chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. 27 Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. 28 Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. 29 Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. 30 Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. 31 Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32 ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». La parabola del figliol prodigo può essere interpretata in diversi modi, io stesso colgo messaggi differenti a seconda del momento che sto attraversando. Ho letto questa parabola varie volte negli anni e ogni volta il messaggio che mi arriva è differente. Secondo me questo è il segno lampante che si tratta di un testo sacro. E’ come se evolvesse e mutasse insieme a me, accompagnandomi nella vita e dispensando consigli ad ogni passo evolutivo. Personalmente ricollego questo parabola a quella dei talenti (Matteo 25,14-30) Come in quella parabola, anche qui il focus è sul "non sprecare il proprio talento", cioè far fruttare il propri talento mettendosi in gioco senza paura. Nascondersi sarebbe come perdere una grande occasione. Poi certamente le cose possono non andare come ti aspettavi, ma almeno ci hai provato e hai reso onore alla vita che scorre in te e quindi anche ai tuoi genitori che quella vita ti hanno donato, una vita che chiede di essere espressa e non di essere repressa. Il figlio che rimane all’ombra del padre ("tu sei con me e ciò che è mio è tuo") non rende onore alla vita, reprime se stesso, sacrifica la propria vita per il padre, per paura, per comodità, per restare nella certezza. Il figlio che parte invece, esplode di vita, vuole percorrere la sua strada libero da condizionamenti, non ha paura. Questa esperienza dura, lo ha reso uomo, è morto ragazzo ed è rinato uomo. ("era morto ed è tornato in vita"). (Foto: cima Roraima - Venezuela 2011) |
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Gennaio 2025
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