Il Signore è mia luce e mia salvezza:
di chi avrò timore? Il Signore è difesa della mia vita: di chi avrò paura? Quando mi assalgono i malvagi per divorarmi la carne, sono essi, avversari e nemici, a inciampare e cadere. Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me si scatena una guerra, anche allora ho fiducia. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore e ammirare il suo santuario. Nella sua dimora mi offre riparo nel giorno della sventura. Mi nasconde nel segreto della sua tenda, sopra una roccia mi innalza. E ora rialzo la testa sui nemici che mi circondano. Immolerò nella sua tenda sacrifici di vittoria, inni di gioia canterò al Signore. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me, rispondimi! Il mio cuore ripete il tuo invito: “Cercate il mio volto!”. Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, perché mi tendono insidie. Non gettarmi in preda ai miei avversari. Contro di me si sono alzàti falsi testimoni che soffiano violenza. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinsaldi il tuo cuore e spera nel Signore.
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Di Luca Bacchi Tutto ciò che ho scritto in questo post è copiato da differenti fonti esterne specificate di seguito Prima fonte: WWW.WIKIPEDIA.IT Cosa sono i Tefillin: I tefillin sono due piccoli astucci quadrati che gli ebrei usualmente portano durante la preghiera del mattino chiamata Shachrit. Struttura e contenuto dei Tefillin: Uno dei Tefillin, detto shel yad, viene allacciato al braccio sinistro (sul destro per i mancini) e l'altro è posto sulla testa, chiamato shel rosh. Ogni scatoletta contiene i quattro brani della Torah. Rifermenti sui testi Sacri circa l'obbligo e le modalità di indossarli: 1- « Sarà per te segno sulla tua mano e ricordo fra i tuoi occhi, perché la legge del Signore sia sulla tua bocca. Con mano potente infatti il Signore ti ha fatto uscire dall'Egitto. » (Esodo 13:9) 2- « Questo sarà un segno sulla tua mano, sarà un ornamento fra i tuoi occhi, per ricordare che con braccio potente il Signore ci ha fatti uscire dall'Egitto » (Esodo 13:16 ) 3- « Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come totafot tra gli occhi » (Deuteronomio 6:8 ) 4- « Porrete dunque nel cuore e nell'anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come totafot tra gli occhi. » (Deuteronomio 11:18 ) Etimologia della parola Tefillin: Connessa al termine Tefillah, riguarda il legare, il connettersi; in questo caso, letteralmente e nella pratica, è l'azione di legare i filatteri ma presenta anche la connotazione di unirsi a Dio. Preparazione: Il procedimento di manifattura sia delle scatolette che delle pergamene è complesso e governato da centinaia di regole dettagliate. Obblighi: I codici reputano il comandamento dei Tefillin come importante e chiamano "trasgressori" coloro che non lo osservano. Seconda fonte: WWW.LUNADINVERNO.IT Scritte riportate all'esterno del Tefillin:
All'esterno del tefillin è riportata la lettera ebraica SHIN ( ש ). La lettera SHIN è composta da tre lettere VAV ( ו ) poste una accanto all'altra. Il valore numerico della lettera VAV è il 6. Di Luca Bacchi La parola sapere deriva dalla parola latina sàpere che significa "sentir sapore". La parola credere deriva invece dalla parola latina credére che significa "prestar fede". Appare quindi chiaro che il sapere si acquisisca solo tramite l'esperienza diretta; gustando direttamente il "sapore" allora posso dire di sapere. Al contrario, in assenza di esperienza diretta, non mi resta che credere. Ecco perchè credere in Dio equivale ad ammettere di non aver mai vissuto l'esperienza di Dio dentro di sè. Coloro che hanno vissuto tale esperienza non credono ma sanno che Dio esiste. Foto:
Il sapore di Dio non è accessibile da chi si trova fuori dal cancello. Quella soglia separa colui che crede da colui che sa. Di Luca Bacchi Non parla Luca in questa occasione
del corpo non sono queste parole ma dell’Anima che si ristora e trova riparo accanto alla tua e può dolcemente parlare e può accogliente ascoltare. Anima è un porto sicuro, calme acque dove attraccare. Di Luca Bacchi Notte di luna piena, quella appena trascorsa, luna in bilancia e sole in ariete. Una luna di Pasqua, una luna sincera, di rinascita della natura e dell'uomo e quindi anche mia. Messaggi potenti arrivano nella notte attraverso i sogni e tutti rivolti verso la tanto attesa manifestazione di ciò che sono in verità, la manifestazione della mia forma originale, unica e inimitabile, priva di ogni falsità e di ogni paura. Così ho sognato Achille Lauro, il cantante, che ad una conferenza stampa con i giornalisti e con altri cantanti rilasciava la seguente dichiarazione: "Possiamo recitare infinite parti, infiniti archetipi, ma in ultima analisi è lecito solo creare e manifestare il proprio". Così oggi, questa frase che mi è stata donata nel sogno attraverso un messaggero molto pop, mi ha portato a riflettere e a scrivere alcune considerazioni personali su questo tema: Le persone si esprimono in infinite forme, seguendo infiniti archetipi e modelli ognuno è libero di manifestarsi come vuole e cambiare anche faccia. Ma la questione primaria è: Qual'è il tuo archetipo? Il tuo modello unico e originale? Stai esprimendo il tuo oppure stai indossando abiti altrui? Si tratta in primis di conoscere se stessi e allinearsi con ciò che in essenza siamo, singolarmente, ognuno secondo la propria unica e diversa natura. Il passo successivo è avere il coraggio di essere sinceri con se stessi e con il mondo, manifestandosi pienamente per ciò che si è. Allineandosi col proprio unico e inimitabile modello. Tutti recitiamo finchè siamo alla ricerca di noi stessi. Tutti siamo "falsi" fino a quando non troviamo la "verità". E' necessario accorgersi di questa falsità priva di colpa, e cercare con tutte le nostre forze una manifestazione totalmente sincera e finalmente esserla. (La parola archetipo in questo contesto è utilizzata con il suo significato letterale, ovvero "modello originale" e deriva dal greco antico ὰρχέτυπος col significato di immagine: arché = "originale"; típos = "modello", "marchio", "esemplare" )
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Dicembre 2024
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