Trato da "La via del ritorno - Divo Barsotti) Il nostro obiettivo è ascoltare la parola di Dio, la Sua volontà per noi, le ispirazioni che Eglio vuole comunicarci. Dobbiamo quindi essere docili alla sua Parola, essere docili al suo Spirito che Egli manda a noi. Questo vale sempre ma a maggior ragione durante un ritiro spirituale, perciò s'impone prima di tutto il silenzio: non si può ascoltare la divina Parola che nel silenzio. Tutta la nostra vita spirituale consisterà in questi giorni in una sola legge: attendere Dio, ascoltare Dio. Siamo davanti a Lui ed Egli ci parla: dobbiamo ascoltarlo realizzando una comunione con Lui, un rapporto di amore con Lui. Come lo ascolterà la nostra anima? Lo ascolterà attraverso i miei interventi, ma credetemi, le mie parole saranno ben poca cosa. Voi dovete ascoltare la parola che Dio vi dirà direttamente nel silenzio del vostro cuore. Per questo io parlerò poco. Prego anche voi di parlare poco con me perché anch'io devo fare il ritiro con voi. Vi prego di rispettare anche in me come io rispetto in voi, questa attenzione che dobbiamo avere per il Signore. Le cose del mondo si allontanino da noi, tutto ciò che abbiamo lasciato fuori da qui che sia veramente lasciato. Siamo qui e il Signore è con noi. L'anima forse può propendere a ricordare altre cose, può sentirsi avvinta dalle preoccupazioni che giorno per giorno durante l'anno legano il nostro spirito e gli impediscono di prestare attenzione a Dio. No, la lontananza esteriore dai luoghi nei quali viviamo abitualmente sia segno di un allontanamento anche spirituale, di una separazione dle cuore, dell'anima, da tutto ciò che abitualmente ci preoccupa, ci impegna, ci lega. L'anima nostra sia ora disponibile a Dio. Questo breve testo di Divo Barsotti descrive magistralmente quale debba essere il nostro approccio ad un ritiro spirituale. Per quella che è la mia esperienza, posso dire che queste righe sono così importanti che andrebbero lette prima di ogni ritiro per ricordare a tutti i partecipanti il giusto atteggiamento.
Io amo molto parlare di questioni spirituali, condividere e confrontarmi con persone che fanno il mio stesso cammino ma la fase del confronto deve essere una fase successiva; prima del parlare ci devono essere il silenzio e l'ascolto. Prima di parlare e di confrontarsi tra persone è indispensabile ascoltare innanzitutto la parola di Dio che parla nel nostro cuore e poi, in un secondo momento portare ciò che abbiamo udito agli altri. Se prima del parlare non abbiamo lasciato spazio all'ascolto della parola di Dio in noi, allora il nostro parlare sarà superficiale, sarà un chiacchiericcio mentale o emotivo, le nostre parole non saranno pregne di Verità e nemmeno saremo in grado di ascoltare le parole altrui con la giusta attenzione.
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Di Luca Bacchi Nel 2023, a metà novembre finalmente ho realizzato il mio sogno di andare in India. Ho avuto modo di rimanere quasi un mese e così ho potuto vedere e assorbire tanto di questa parte del mondo, così vasta e variegata. Le mie tappe principali sono state Nuova Dehli, Rishikesh, Agra e Varanasi ma ogni singolo giorno si può dire che sia stata una tappa. Ho potuto viaggiare come piace a me, ovvero da solo e con lo zaino in spalla, utilizzando i mezzi pubblici e scegliendo giorno per giorno dove andare e quanto restare in un posto. Di volta in volta prendevo una stanza e poi se desideravo proseguire il mio soggiorno mi fermavo un pò di più nella massima libertà. Scegliendo alberghi economici comunque dotati di servizi sono riuscito a spendere poco, adattandomi si ma sempre con piacere. Per spostamenti sotto i 5-6 km ho sempre camminato. Per gli spostamenti più grandi a Delhi prendevo la metro o il tuc tuc mentre per le tratte molto lunghe il treno oppure i pullman notturni dotati di letto. Ci sono varie tipologie di treni e di pullman con vari prezzi e vari livelli di comfort e pulizia. Io ho viaggiato diciamo sempre nella "via di mezzo" e mi sono adattato benissimo. L'impatto con Nuova Delhi è stato molto forte, città incredibilmente caotica ma grazie alla metropolitana spostarsi non è poi così complicato. Certamente dove non arriva la metro inizia il bello perché ci si deve necessariamente immergere in quel caos, che per chi non è abituato, può essere eccessivo. Io conosco questo caos perché avevo già visitato città altrettanto caotiche come Casablanca, il Cairo, Bangkok, Caracas e quindi sapevo più o meno cosa aspettarmi, a devo ammettere che l'India le supera tutte perché c'è da considerare anche, in certe zone, un livello di sporcizia e di scarso igiene inimmaginabili. Sono rimasto a Nuova Delhi tanti giorni e l'ho visitata in lungo e in largo. Inizialmente volevo fuggire il prima possibile dalla città ma poi con il tempo sono riuscito ad ambientarmi e ho potuto apprezzarla. La tappa successiva, è stata Rishikesh, a nord, verso le sorgenti del Gange, luogo tanto amato dai praticanti di yoga in cui i Beatles andarono negli anni 60 e dai cui Raimon Panikkar ed Henri le saux partirono per il loro pellegrinaggio alle sorgenti del Gange. Questi ultimi sono entrambi monaci cristiani e induisti e hanno dato un grandissimo apporto al dialogo interreligioso tra induismo e cristianesimo. Personalmente stavo leggendo il libro di Henri le saux, "alle sorgenti del Gange" che descrive proprio il pellegrinaggio fatto con Panikkar. Rishikesh è bellissima, immersa nella natura e attraversata dal fiume Gange non ancora inquinato perché siamo a monte, dove iniziano le grandi montagne. Qui il fiume è già grande ma ancora piccolo rispetto ad esempio a Varanasi dove l'ho ritrovato alcuni giorni dopo. Sono così giunto a Rishikesh di notte, il pullman mi ha fatto scendere in mezzo al nulla alle 4 di mattina esattamente a 6 km da Rishikesh, così piano piano prima co il tuc tuc e poi a piedi ho raggiuto l'alberghetto. Il soggiorno in questo posto è stato molto forte spiritualmente perché l'atmosfera sacra è ovunque, in mezzo alla strada si sentono sempre le persone recitare i mantra e le preghiere, l'odore di incenso è forte ovunque, ci sono poche macchine e tante zone pedonali e il fiume sacro è il grande protagonista. Ogni giorno al tramonto si celebrano le Ganga Aatri, alcune più spettacolari altri più intime, ma tutto il fiume diventa oggetto di venerazione e di lode. Qui ho incontrato una ragazza italiana con cui ho potuto finalmente sgranchire il mio italiano e poi tanti viaggiatori provenienti da tutto il mondo per praticare yoga, diventare istruttori, meditare o soggiornare in un ashram. Altra cosa per me molto importante, che sono riuscito a realizzare, è stato il bagno nel Gange a monte di Rishikesh prima della città. Momento magico. Dopo Rishikesh, mi sono spostato con un pullman notturno ad Agra. Sono venuto ad Agra principalmente per vedere il Taj Mahal. Effettivamente un monumento unico e meraviglioso. Semplice, immacolato, perfetto, immenso. La grandezza della purezza! Un'opera grandissima ma costruita con una precisione e attenzione maniacale, perfettamente armonica e simmetrica costituita da forme geometriche essenziali e precise. Sembra sceso dal cielo. I suoi minareti aperti al cielo ricevono e scaricano a terra l'energia dell'universo e la concentrano nel suo centro, dove era collocata la tomba dell'amata dell'imperatore. Non è facile descrivere ciò che ho provato nel vedere questa meraviglia. Agra vive un grande contrasto tra la purezza del Taj Mahal e la condizione di enorme degrado della città tutta intorno. Fogne a cielo aperto, baraccopoli, miseria estrema, sporcizia, malattia un pò ovunque. E' stata sicuramente la città che mi ha colpito emotivamente con maggiore forza sia nel bene che nel male. Qui ho visto la vera miseria indiana, appena fuori dall'area del Taj Mahal, il degrado che prima di allora avevo solo letto nei libri. Da Agra ho preso il treno notturno per Varanasi. La stazione di Agra non era molto affollata come poteva essere quella di Dehli, così non ho avuto particolari problemi a capire quale fosse il mio treno. Il biglietto lo avevo fatto prenotare in albergo e quindi sono partito senza intoppi. Un treno normale con una cuccetta in cui ho dormito, ovviamente le porte del treno erano aperte come da tradizione indiana ma tutto sommato è stato un viaggio tranquillo e ho dormito bene. Finalmente Varanasi! La città sacra per eccellenza di cui tanto avevo sentito parlare! Varanasi è una grande città ed è quindi molto caotica quasi come Nuova Dehli però qui almeno c'è il grande fiume Gange che riconnette con Madre Natura e quindi con il Sacro. Ho compreso sulla mia pelle la sacralità di questo fiume perché sistematicamente emergeva in me l'esigenza di vederlo, di affacciarmi sui suoi ghat, di camminare lungo le sue sponde come se fosse effettivamente un essere vivente con cui avevo instaurato un legame. Il grande fiume, qui mi ha ripetutamente insegnato che la grazia sgorga da dentro al nostro cuore indipendentemente da ciò che abbiamo intorno. Il fiume qui a Varanasi è l'immagine di questo spazio sacro che c'è dentro ognuno di noi. Per quello che riguarda i cibo, qui a Varanasi ma ovunque in India, conviene mangiare cibo cotto e bere solo ciò che è in bottiglia. Il cibo per strada è invitante e prima o poi ogni turista si lascia attirare ma personalmente non consiglio di mangiare sempre per strada perché le condizioni igieniche non sono come le nostre e quindi il nostro sistema immunitario non essendo abituato come il loro, potrebbe non reggere. Evitate certe fritture fatte con oli impresentabili e magari accontentatevi di un bel piatto di riso con verdure cotte e chapati. Scrivere un diario di viaggio esauriente richiederebbe troppo tempo e al momento non è mia intenzione. Mentre ero in India ho girato alcuni video per condividere la mia esperienza in tempo reale e li trovate su Youtube e qui sotto. Sono 11 video, uno in seguito all'altro. Per concludere in estrema sintesi posso dire che questo viaggio in India ha rinforzato la mia componente spirituale. Nonostante l'aspetto umano limitato e mortale sia così presente in India, scendendo dentro all'umanità fino in fondo si spalancano le porte del Sacro. Così come in una mucca di 500Kg ferma immobile al centro di una strada attraversata da miriadi di macchine, moto e persone sia possibile cogliere la stabilità di chi è radicato nel suo centro spirituale anche io in quel caos infinito che è l'India ho rinforzato il mio centro, un centro che è in ognuno di noi e ad un passo da Dio.
Di Luca Bacchi Il cristianesimo è femmina.
Questa mia affermazione contrasta con il pensiero diffuso che la religione cristiana sia una religione maschilista ma sono comunque convinto che la mia affermazione sia valida e cercherò di dimostrarlo in questo post. Sappiamo che Dio non ha sesso perché è oltre ogni dualità. Sappiamo anche che Gesù, il verbo di Dio, era maschio perché i documenti storici ce lo confermano. E in ultimo, sappiamo o meglio, dovremmo sapere che la chiesa è femmina, perché é l'utero impregnato dallo Spirito di Cristo. La chiesa quindi è femmina, ma in ultimo affermo che tutta la creazione è di fatto femmina. Tutto ciò che esiste, tutto ciò che è creato: uomini, donne, cose, animali, natura, pensieri, elementi, tutti gli enti, sono femmina perché sono il "luogo" dentro cui Dio si può manifestare. Rispetto a Dio, siamo tutti femmine, in attesa del ritorno di Cristo che penetri in noi e ci unga, divinizzandoci, divinizzando tutta la creazione. La femminilità della creazione, e più nello specifico del cristianesimo è evidente perché riguarda tutto ciò che in questo mondo esiste, nulla è escluso. L'elemento maschile, Cristo, a parte nella chiesa, in questa epoca è di fatto assente e il cristianesimo è proprio l'annuncio del Suo ritorno, del ritorno dell'elemento Maschile che feconderà tutto. Siamo di fatto in un'epoca in gran parte materialista in cui l'elemento spirituale è assente. Chi può negarlo? Viviamo per i consumi, per i beni materiali, non abbiamo più valori e l'unica cosa che conta è il soddisfacimento dei bisogni materiali. Manca quindi l'elemento spirituale maschile, esso è ora per lo più assente. E' necessario che tale elemento ritorni a riempire il vuoto della sua assenza per ricostituire, nell'unione tra maschile e femminile, l'equilibrio perduto. I problemi della nostra società, tutti, a partire dallo sfruttamento della creazione e quindi dell'inquinamento, sono dovuto proprio ad una visione materialista della vita. Siccome tutto mi serve per soddisfare le mie esigenze concrete e materiali, lo uso, lo sfrutto, me ne cibo senza ritegno. Non avendo una visione spirituale della creazione ma solo materiale e consumistica, tutto perde di sacralità e tutto è semplicemente un bene di consumo. Questo è il grande paradosso che stiamo vivendo. Non comprendiamo quanto sia femmina la Chiesa, quanto sia femmina la religione cristiana e quanto sia femmina tutta la creazione. Ciò che dobbiamo cercare è l'equilibrio tra femminile e maschile, un equilibrio che sfoci nell'unione creativa di un mondo nuovo. Un'intero mondo femmina ingravidato finalmente dallo spirito maschile di Cristo da cui nascerà la nuova umanità Che la creazione sia femmina lo vediamo meravigliosamente quando camminando nei boschi ci imbattiamo nelle piccole chiese dedicate alla Madre. Ogni elemento della creazione è dedicato alla Madre: La Madonna dell'acqua, la Madonna dei boschi, la Madonna dell'acero, la Madonna del faggio, la Madonna delle rocce, la Madonna delle vette, la Madonna dell'orto, dell'ulivo, del lavoro, della campagna, delle fonti, delle sorgenti, delle piazze, dell'amore, della pace, della pazienza, della concordia.....ecc, ecc, ecc, Insomma.... tutto ciò che esiste in questo mondo è Madre, Femmina, Madonna in attesa di Cristo Di Luca Bacchi Così un giorno
non sei più figlio non c'è più nessuno alle tue spalle ma tutti sono a valle Se ci rifletti ti tremano le gambe ma poi la vita della valle ti assorbe e continui a scivolare come prima anche se in realtà nulla è come prima E' cambiata la tua posizione nel mondo quindi tutto il mondo Essere figli ha un termine è la prova dell'amore di Dio che gratuitamente ci dona ciò di cui abbiamo bisogno per farci poi camminare da soli Lo spirito cammina verso nuovi mondi ma la carne ha una memoria profonda non conosce il distacco e il passato rimane nella pelle nella voce, nello specchio E io sono fatto di carne di terra, di radici ben piantate che più volte ho cercato di sradicare invano Siamo spiriti eterni radicati nel tempo e nello spazio di una vita, che senso ha mostrarsi indifferenti? Che senso ha non piangere? non piange solo chi ha paura non piange solo chi non è mai nato voglio nascere voglio piangere Di Luca Bacchi Sono molto legato a Camaldoli fin dalla nascita.
Sono nato a Bologna nei pressi della “Croce di Camaldoli” un’antica croce che segnalava ai pellegrini diretti in Toscana la presenza di un monastero camaldolese del 1197 ora scomparso. Il nome Camaldoli quindi mi è sempre risuonato famigliare. Nel corso della vita poi quasi per un disegno divino, ad ogni crisi esistenziale mi sono sempre imbattuto in persone e in luoghi legati a questo ordine. Anche quando avevo abbandonato il cristianesimo, in Camaldoli ho trovato sempre una casa sicura e accogliente in cui curare le mie ferite spirituali. Devo molto a questo ordine, alla sua apertura verso le altre religioni e alla sua capacità di accogliere chi in apparenza si mostra “diverso”. Tra novembre 2022 e gennaio 2023 sono tornato presso l’eremo di Camaldoli in Casentino per sperimentare in maniera più approfondita la vita monastica Benedettina. Ho approfittato della loro meravigliosa accoglienza e mi sono immerso nei silenzi dell’eremo. Una vita scandita dalla preghiera, dal lavoro e dalla lettura. Poche parole essenziali, tanto silenzio, preghiera comunitaria e personale, e il mio scrivere per dare voce a tutto ciò che dentro di me quell’esperienza stava suscitando. Ne è emerso un lungo diario dal quale poi ho estratto le poesie e i brevi scritti qui riportati. Questo libro esprime la mia relazione intima con il Sacro che in quei giorni si è instaurata e ha nutrito e curato la mia anima. Di Luca Bacchi Hai mai ascoltato la voce dell'acqua selvatica?
dell'acqua che si trova libera in natura non parlo di quella addomesticata che esce dai rubinetti ma di quella che scende dal cielo di quella che scorre nei fiumi di quella che sorge dalle rocce parlo dell'acqua del mare quanti sono i suoi dialetti quanti i suoi accenti ogni volta diversa ma sempre sé stessa Ascolta la sua voce ascoltala attentamente cogline le sfumature più sottili sentirai vibrare l'acqua che tu sei l'acqua che costituisce ogni tua cellula Tu sei acqua libera tu sei acqua selvatica quella libertà ce l'hai dentro e il suono del mare te lo ricorda
Di Luca Bacchi
Percorso ad anello che parte dalla stazione di Riola
Questa variante che conduce alle grotte di Soprasasso è molto interessante perché parte dalla stazione di Riola quindi il punto di partenza è raggiungibile comodamente in terno senza stare a prendere la macchina. Si parte subito dall'uscita della stazione e con un percorso ad anello si ritorna esattamente in stazione. Un sentiero lungo in totale 10km con un dislivello positivo di 560mt. Per chi ha meno gamba, esiste anche un punto di accesso al sentiero che conduce alle grotte di Soprasasso, raggiungibile in auto. Da quel punto, lasciata l'auto, in 40 minuti si arriva alle grotte. (posizione)
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Di Luca Bacchi Sono partito per l'Egitto senza tanto preavviso, quando ho sentito la chiamata ho cercato un volo economico e sono decollato. Il 19 maggio alle ore 19:00 ho preso l'aereo da Bologna per arrivare al Cairo alle 02:40 locali facendo scalo a Vienna. La spinta che mi ha mosso è stato forte il desiderio di vedere le piramidi di Giza perché ritengo che in qualche modo siano un simbolo dell'umanità intera ed sia doveroso almeno una volta nella vita visitarle. Il mio soggiorno di soli 4 giorni si è concentrato pertanto sulla spianata di Giza e sul Cairo, in particolare ho trascorso due giorni alla spianata di Giza per "meditare" attentamente quel luogo, camminarci dentro senza guida ma liberamente seguendo le energie del posto. Il terzo giorno l'ho trascorso prevalentemente al museo egizio mentre il quarto in giro per i centro storico tra colori, odori, sapori, e miriadi di persone in perenne movimento. Per chi ha pochi giorni consiglio assolutamente questi posti: 1- Giza, piramidi e sfinge - 2- Museo egizio del Cairo (recentemente è stato inaugurato un nuovo museo egizio ultra moderno e appariscente ma il fascino del vecchio museo è ineguagliabile) 3- Quartiere islamico Al-Muiz , il più caratteristico della città 4- Nilo. E' doveroso affacciarsi almeno un'istante su questo fiume sacro e rendere omaggio I trasporti sono un aspetto molto divertente nel senso che ci sarà da ridere per chi non è abituato alle megalopoli come il Cairo. Esiste una metropolitana che però nel 2023 non raggiungeva molte zone turistiche tra cui anche Giza. Quando sono andato io stavano ampliando proprio la tratta che dovrebbe raggiungere le piramidi. Io ho dovuto raggiungere Giza utilizzando i mezzi che utilizzano tutti gli egiziani, ovvero dei piccoli pulmini a 9-12 posti (ah ah !), senza numero, senza indicazioni, che si muovono avanti e indietro per le strade e apparentemente sono tutti uguali. Non è stato facile capire dove andassero e quale fosse il pulmino giusto per me ma dopo i primi fallimenti e cambi repentini ho capito. Basta salire al volo e se non va bene scendere al volo! Questi pulmini scassati viaggiano veloci dentro ad un traffico impossibile da descrivere, suonano perennemente il clacson e tengono le porte aperte per facilitare la salita e la discesa delle persone. Si paga in contanti direttamente all'autista, senza alcun biglietto. Ci sono anche i taxi ovviamente ma hanno prezzi eccessivi se rapportati ai prezzi locali. Sicuramente la questione trasporti/traffico è uno degli aspetti più impattanti per un turista perché veramente il caos è immenso ed è difficile orientarsi immediatamente. Consiglio di fermarsi anche a lungo e guardare come si muovono le persone del posto, come entrano-escono dai pulmini, come li chiamano, come pagano, ecc, ecc. Prendetevi qualche mezz'ora per osservare in disparte e comprendere con quali modalità si muove quel fume di persone. Attenzione ad attraversare la strada, non siamo in Italia, qui il pedone non ha la precedenza. Devo però affermare che considerando la giungla senza regole in cui tutti si muovono, chi gira per strada è estremamente sveglio ed attento, non come da noi che si guida mezzi addormentati. In Egitto tutti sono super attenti, svegli, reattivi e agili, quindi se ti butti in mezzo facilmente ti vedono e ti schivano. (prestate comunque grande attenzione!) Come in tutte le grandi metropoli per dormire c'è di tutto! Alberghi per turisti ricchi, per turisti poveri, per chi lavora, per i locali, insomma, la scelta è immensa, io ho utilizzato Booking e mi sono trovato bene e le recensioni dei turisti mi hanno molto aiutato. Ho scelto un hotel nella zona di Giza con vista sulle piramidi a 18 euro/notte con colazione. Infine mi preme dire un ultima cosa. Siamo in un paese islamico con una storia e una tradizione millenaria alle spalle e anche se a noi occidentali certe usi e costumi locali possono sembrare limitanti o assurdi dobbiamo imparare a rispettare questa cultura e provare a comprenderla. Nei luoghi sacri le donne sono tenute a coprire i capelli, le gambe, il petto e le spalle, gli uomini devono indossare i pantaloni lunghi, sulla metro esistono dei vagoni per riservati alle donne e dei vagoni misti, non esistono invece quelli riservati agli uomini. I monumenti pubblici non si possono fotografare e prima di fare una foto ad una persona sarebbe educazione chiedere il permesso. Tante altre piccole regole le scoprirete sul posto!
Perché la fede è fondamentale per giungere a Dio?
Perché Dio non è comprensibile ne ai nostri sensi ne alla nostra ragione, è necessario quindi lanciarsi nell'ignoto, nel incomprensibile, fare una scommessa impossibile. Quella scommessa è la fede Affermare "ho fede in Dio" "non lo sento con i sensi, non lo vedo con gli occhi, non lo comprendo con la ragione ma ho fede in Dio" La fede è quindi l'atto di coraggio più grande che un essere umano possa fare, abbandonare il "noto" , il "conosciuto" , il "visibile" e fare un'altro passo dentro l'abisso, dentro la "nube della non conoscenza" la nube del non sapere Così crolla la nostra umanità, e scavalchiamo il limite dell'umano si apre la porta tra il "mondo" ed il "regno dei cieli" tra l' "umano" e il "sovrumano". La parte "sovrumana" di noi si ricongiunge all'infinito si ricongiunge a Dio trascendendo la nostra umanità limitata e mortale, si aprono le porte dell'eternità. |
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Agosto 2024
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