Di Luca Bacchi Creature auto-coscienti
di carne e ossa deambulanti su una sfera roteante intorno ad una stella sospesi nel nulla. E ancora non credi in Dio? Se il termine "Dio" ti mette a disagio cambiagli nome, non è un peccato. Assoluto? Mistero? Universo? Tutti sinonimi dell'incomprensibile. Che rapporto hai con ciò che non comprendi? Lo rifiuti o lo contempli?
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Di Luca Bacchi Sono sempre più evidenti le assurdità del vecchio mondo, soprattutto in questi momenti di grande difficoltà mondiale, ci stiamo rendendo conto di ciò che è assolutamente necessario cambiare, di ciò che ci appesantisce e di ciò di cui dobbiamo necessariamente liberarci se vogliamo costruire un mondo migliore. Le parole nel vecchio mondo sono state confuse, storpiate, utilizzate in modo criminale dai media per nascondere alle masse molte grandi porcherie. L'uso corretto delle parole è fondamentale per costruire un mondo solido. E' necessario che parola e azione corrispondano.
Qui sotto ho inserito alcune parole eclatanti che ormai hanno perso completamente il loro significato originario e anzi, spesso hanno assunto un significato completamente opposto. La parola crea la realtà e ora più che mai tutti abbiamo il dovere di creare una realtà trasparente e non falsata, sincera e non equivoca, chiara e non subdola. Dobbiamo eliminare adesso tutto ciò che nasconde la verità. Questa è una fase storica senza precedenti; sta crollando un vecchio mondo e dobbiamo ora ricostruire il mondo nuovo, quello che desideriamo per i nostri figlio. Serve coraggio, serve una mente lucida, serve che lasciamo da parte le emozioni e con forza di volontà e discernimento facciamo delle scelte chiare. Decidere ciò che entra e ciò che rimane definitivamente fuori! Per la guarigione spirituale e fisica è importante la fede e la fiducia nei confronti di qualcosa di più grande di noi, chiamiamolo fato, chiamiamolo, universo, chiamiamolo Dio o Buddha, ma è sempre e comunque un qualcosa che ci sovrasta e del quale noi piccoli umani non conosciamo le leggi e che non possiamo controllare, dal quale dipende totalmente la nostra esistenza. L'ossigeno che ci permette di esistere non è una creazione umana. Le piante e gli animali che ci nutrono non sono una creazione umana, il giorno della nostra morte non è dato saperlo e nemmeno quali saranno le nostre sfide, gioie, e difficoltà nella vita. Siamo tutti nelle mani di qualcosa di imponderabile e infinitamente più grande di noi. Che ci piaccia o no.
Ecco che la relazione con questo "assoluto" diventa importante, in primis perchè nella relazione lo stiamo riconoscendo e stiamo quindi accettando la sua esistenza, inoltre tale relazione ci consente di sviluppare il senso del Sacro allontanandoci a piccoli passi dal materialismo più bieco. Il Sacro non è tangibile, misurabile, è tutto ciò che non possiamo comprendere ma da cui però dipendiamo totalmente. Il Sacro è il mistero stesso della vita, un mistero a cui l'uomo ha cercato di dare una spiegazione senza mai giungere ad una risposta ultima. Un mistero quindi eterno ed assoluto. Un piccolo uomo quindi, quando si rende conto della sua piccolezza e della sua limitatezza, spesso nei momenti di sofferenza, di spaesamento, di dolore, nei momenti più difficili, inizia piano piano ad interrogarsi sul senso della vita, sul significato della sofferenza e si incammina per altri sentieri alla ricerca di una gioia vera, di una pace interiore inamovibile, di una serenità che possa essere sempre presente anche nella bufera. E' proprio allora che iniziano i cammini spirituali dell'uomo, indipendentemente dalla religione, dalla zona geografica, dall'epoca. E' li che l'uomo riscopre il Sacro. Nel momento di massima lontananza, inizia il cammino di ritorno. Chi cerca una guida, chi cerca un maestro, chi legge infiniti libri, chi va in chiesa, chi si mette a meditare, ecc, ecc, per tentativi si va alla ricerca di quel Valore assoluto che possa diventare il nostro perno, il nostro centro a cui aggrapparci nei momenti di difficoltà. Quel porto sicuro dentro di noi e quindi in ogni luogo. Si inizia quindi a pregare, ognuno a modo suo, ma nell'atto di pregare entriamo in relazione con il mistero, con l'assoluto, con l'imponderabile e a tu per tu con questo mistero apriamo finalmente il nostro cuore e siamo capaci di vero amore perchè siamo nudi, come bambini appena nati davanti a nostra madre, e sgorgano lacrime, pensieri di pace, gratitudine, richieste di aiuto, compassione, e tutto il bene di cui l'uomo è capace. Nell'atto del pregare, quando il cuore è aperto ed in relazione con il grande Mistero, tutto è possibile perchè appunto, essendo un Mistero, da esso può sgorgare qualsiasi cosa. La preghiera di guarigione è un affacciamento sincero, rispettoso e umile a quel Mistero, in cui, a cuore aperto, seminiamo le nostre più pure intenzioni e le nostre più pure richieste, fiduciosi che germoglieranno. Personalmente nella mia preghiera di guarigione, fisica e spirituale, mi rivolgo a Dio nel nome di suo figlio Gesù Cristo, come ci è stato insegnato in maniera estremamente chiara nei Vangeli: "In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena." (Giovanni 16, 23-24) "Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano! Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti." (Matteo 7, 1-12) Di Luca Bacchi "Dio non esiste, tutto accade per caso!" Chi pronuncia questa frase sta manifestando la sua immensa fede. Questa è la frase di un uomo che crede in un' entità superiore, fuori dal proprio controllo, imponderabile e imprevedibile che determina i fatti della sua vita e la definisce "il caso". Per altri, quella stessa "entità superiore" è denominata Dio, Fato, Destino, Allah, ecc, ecc Sono tutti atti di fede e di sottomissione a qualcosa di misterioso e incomprensibile, fuori dalla nostra portata. Il punto di partenza, che è l'atto di fede, è comune a tutti gli esseri umani. Tutti, proprio tutti gli esseri umani hanno fede in qualcosa di superiore anche se non lo sanno. Da quel punto di partenza che accomuna tutti, si diramano le infinite strade di cui la varietà umana è capace: le religioni, le filosofie, le scuole di pensiero, ecc, ecc. Siamo tutti uomini di fede. Tutti abbiamo una relazione innata col Sacro, che ci piaccia o no! Per il piano di luce sulla tera
Di Luca Bacchi Cosa accade quando rimaniamo soli? Accade che incontriamo finalmente quello sconosciuto, per la prima volta, faccia a faccia con noi stessi. Siamo piccoli fragili e vivere in questa fragilità è la più grande dimostrazione di coraggio. Tutto passa, è piccolo anche il grande mondo. Terra, fiumi, stelle, montagne, come sabbia soffiata dal vento. Nella contemplazione di tutto questo, in questa consapevolezza pura risiede la vita eterna. Osservarsi vivere Osservarsi morire (Luca Bacchi) In questi giorni guerra, una guerra differente, combattuta contro un nemico invisibile ma spietato, accade inevitabilmente il crollo di alcuni nostri riferimenti. Inizialmente cadono quelli meno solidi, quelli appena appoggiati, quelli in superficie, ma più che si va avanti iniziano a sgretolarsi anche parti di noi che credavamo importanti, fondamentali.... ecco... si sgretolano anch'esse. e come per magia ci ritroviamo a vivere nonostante la loro assenza. Allora non erano essenziali? Non erano così importanti come credevamo? Quanto c'è da far cadere perchè emerga ciò che è essenziale? Quando c'è da far crollare affinchè si mostri l'ultimo baluardo, ovvero ciò che non può essere distrutto, ciò che non può diventare niente? L'Assoluto? Queste riflessioni mi hanno portato ai fatti di Monte Sole che sono splendidamente narrati nel film di Giorgio Dritti "L'uomo che verrà" del 2009. La scena finale è commovente e mostra una bambina rimasta da sola, seduta sull'albero in contemplazione. Il titolo stesso "L'uomo che verrà" è un inno all'eterno, a ciò che rimane e non può essere nullificato nonostante tutto. La musica è una ninna nanna in dialetto bolognese riscoperta a Monghidoro (BO) nel 1979. Il ricercatore Giorgio Vacchi la sentì cantare dalla signora Maria Grillini e la registrò per poi arrangiarla e salvarne il ricordo. Mia madre è nata a Monghidoro e il ramo materno delle mie radici affonda in quella terra. Questa ninna nanna ha cullato mia figlia nei primi anni della sua vita ed è meraviglioso che ancora possa passare da generazione in generazione come simbolo di eternità. Per il piano di luce sulla terra
Di Luca Bacchi La Parola dei Vangeli è luce che illumina le nostre vite. In essi sono contenute le risposte a tutte le nostre domande. E' quindi un bene soffermarsi quotidianamente sulle letture dei testi sacri e a questo proposito condivido alcune brevi riflessioni su questo passo del vangelo di Tommaso. Il vangelo di Tommaso è uno dei vangeli apocrifi (che significa "tenuti nascosti") ovvero uno di quei vangeli che non venivano letti pubblicamente in quanto ritenuti portatori di tradizioni errate. Personalmente ritengo che tale definizione non leda ne affievolisca minimamente la potenza illuminate di questo Vangelo. "Gesù disse: - Il Regno del Padre è simile a un uomo che getta il buon seme. Di notte è venuto il suo nemico e ha seminato zizzania in mezzo al buon seme. Ma l'uomo non ha loro permesso di strappare la zizzania. Ha detto loro: «Per timore che voi strappiate la zizzania e strappiate insieme anche il frumento». Poiché nel giorno della mietitura la zizzania sarà riconoscibile e si strappa e si brucia sul fuoco." (Vangelo di Tommaso 57) E' difficile estirpare il male quando è seminato in mezzo al bene. Si corre il rischio di estirpare entrambi e sarebbe un grande peccato. E' saggio invece aspettare il momento giusto in cui giusti e malvagi saranno pienamente manifesti e quindi facilmente separabili. Nulla è sconosciuto agli occhi di Dio, non pensiamo di non essere visti perchè pagheremo il conto delle nostre azioni malvagie al momento opportuno. La differenza tra un saggio ed uno stolto è che il saggio sa aspettare il momento migliore. Quel momento si sta avvicinando e i recenti fatti lo dimostrano chiaramente, all'umanità è richiesta un' accelerazione evolutive e questo maggiore stress necessariamente porterà ad una separazione sempre più netta tra "zizzania" e "buon seme". Per il piano di luce sulla terra
Di Luca Bacchi 1- sono un piccolo uomo nelle mani della grande Madre. Dipendo totalmente da lei 2- sono grato per tutto quello che ricevo ogni istante, per ciò che posso vedere, toccare, udire, assaporare, odorare, amare 3- rispetto me stesso, evitando eccessi e curando il mio corpo, mangiando sano e mantenendomi attivo 4- sono di passaggio, e custodisco la parte di mondo che mi è stata concessa per poi consegnarla a chi verrà dopo di me 5- ho fiducia e sono gioioso. Fede e gioia sono le virtù dei forti e dei coraggiosi. 6- creo relazioni sane, sincere, di sostegno reciproco. Se le persone con cui sono in contatto tutti i giorni sono infelici, come posso io essere felice? 7- mi prendo cura per quanto mi è possibile della natura e degli animali 8- ricerco la felicità che consiste nell esprimere pienamente e far fruttare al meglio il mio talento 9- sono d' esempio per i figli e per le nuove generazioni che saranno gli adulti di domani. Li preparo alla nuova Era di fratellanza in cui loro vivranno. 10- rimango saldo e inamovibile su questi valori. Essi sono la roccia su cui costruisco la mia casa. Per il piano di luce sulla terra
Di Luca Bacchi DOMANDE E RIFLESSIONI SULLA FELICITA' AI TEMPI DEL CORONAVIRUS La crisi è l’espressione di qualcosa che non va. Nella crisi, un malessere accumulato negli anni finalmente si manifesta e viene alla luce. La crisi è quindi come una malattia. Ad esempio, se mangiamo male per settimane intere ad un certo punto ci verrà mal di stomaco. Quel mal di stomaco sarà la crisi che ci obbligherà a renderci conto di una nostra abitudine sbagliata e pericolosa e a correggerla.
La crisi che la razza umana sta vivendo adesso per via del corona virus ci sta mostrando finalmente tutti quegli aspetti del nostro stile di vita che è necessario rivedere, correggere, curare; più in generale ci sta chiedendo di mettere in discussione le nostre priorità e di chiederci nuovamente e con maggiore attenzione quali sono le cose veramente importati e quali non lo sono. Suggerisco alcune domande come spunto: -Abbiamo dei valori? Cosa per noi è importante? Cosa ci rende veramente felici? Avere dei valori significa avere qualcosa di Sacro nella nostra vita di cui non possiamo fare a meno. Tendenzialmente in questa società l’unico valore è il denaro perchè qualsiasi cosa ha un prezzo, o almeno ci siamo illusi che sia così. In realtà le persone più fortunate di noi che hanno ricevuto delle grandi batoste dalla vita sono giunte alla conclusione che non tutto ha un prezzo e certe cose non sono in vendita. I saggi del passato hanno trovato la felicità nel semplice (semplice non significava facile) come ad esempio il sorriso di un bambino, un fiore di campo, l’accorgersi del proprio respiro vitale e gratuito, una donna o un uomo vicino con cui condividere il proprio mondo interiore, una casa vicino al bosco, un lavoro manuale e creativo che sia di qualche utilità ma sopratutto un atteggiamento di gratitudine verso la vita che ci è stata donata gratuitamente. -Abbiamo relazioni sane o odiamo tutti intorno a noi perfino i nostri cari? In questo momento di tensione le persone danno il meglio di se oppure il peggio. C’è chi apre il suo cuore e chi invece lo chiude ancora di più per paura, diventando rabbioso anche nei confronti di chi fino ad un giorno prima era un'amico. Questo è fortemente terapeutico perchè ci sbatte in faccia chi siamo veramente e quindi non possiamo più far finta di nulla ma dobbiamo necessariamente fare i conti con noi stessi. Spesso la rabbia che manifestiamo quando siamo sotto tensione non è nata nel momento presente ma affonda le radici nel passato, è infatti tutta la rabbia accumulata nella nostra vita che finalmente trova una via di uscita per sfogarsi. E’ quindi la rabbia che abbiamo nei confronti di nostro padre, nei confronti di nostra madre, nei confronti del nostro compagno o compagna, nei confronti del nostro datore di lavoro, nei confronti della società in cui viviamo, nei confronti di noi stessi per non essere riusciti a realizzare i nostri sogni, ecc, ecc, ecc. Ecco, la tensione generata da questo virus per molti è l’ago che fa esplodere l’enorme palloncino pieno della rabbia accumulata negli anni. Bene.... Osserviamola e senza giudicarci prendiamoci cura di noi stessi perchè la causa di quella rabbia sono le ferite, gli abusi, le ingiustizie che abbiamo subito; ferite che finalmente possiamo rivedere e quindi curare con l’amore. -Abbiamo tempo per fare ciò che ci piace? Se cogliamo quale sia veramente l’origine della nostra felicità, allora presto capiremo che molte cose del nostro stile di vita vanno cambiate. Ogni giorno troviamo un pò di tempo per fare qualcosa che ci piace? Abbiamo il tempo per svolgere attività creative? Attività a contatto con la natura? Ci concediamo momenti di silenzio? Ci concediamo momenti in cui prenderci cura del nostro corpo e del nostro spirito? Abbiamo il tempo per stare con i nostri figli o con il nostro compagno a parlare sinceramente occhi negli occhi e condividere le nostre emozioni? Se manca tutto questo come possiamo essere felici? -In che luogo viviamo? Il posto in cui viviamo parla di noi, ma non solo; il posto in cui viviamo ci plasma e ci modella secondo le sue caratteristiche. Quindi se viviamo in un ambiente naturale saremo modellati dai ritmi della natura invece se viviamo in un ambiente caotico saremo modellati da caos. Quando apriamo la finestra vediamo una collina o un muro di cemento? I nostri vicini con le loro preoccupazioni e tensioni vivono a 2 metri da noi oppure sono in una casa a 50 mt di distanza? I corpi emotivi delle persone agiscono intorno ad ogni individuo per un raggio di alcuni metri quindi vivere sovraffollati ci sottopone anche alle tensioni emotive e mentali altrui. Lo stress dell’altro ci colpisce quindi è necessario avere, almeno a casa propria, una zona “neutra” in cui ricaricare il proprio equilibrio. Siamo disposti a fare qualche piccolo sacrificio per il nostro benessere? In molti casi, andare a vivere fuori città comporta l’uso sistematico della macchina e altre piccole scomodità ma con un pò di organizzazione possono diventare un'abituino facilmente sostenibile. Ogni sera quando torneremo a casa ci sembrerà di andare in vacanza, staccheremo dal caos della città e ci rifugeremo in un luogo protetto e armonioso e ci ricaricheremo. E se dovessimo essere costretti anche in futuro a restare in casa come sta succedendo in questi giorni per via del virus, per noi non sarà un problema, non ci sentiremo come animali in gabbia, anzi, sarà una gioia essere costretti a restare in quel luogo meraviglioso che è casa nostra. Queste sono domande che mi sto ponendo in questi giorni così ricchi di significato. Ce ne sarebbero tantissime ma credo che già riflettere su questi punti sia un ottimo lavoro. Un abbraccio e un auguro a tutti di aprire il proprio cuore con saggezza, nella forma possibile ad ognuno. L’amore e la compassione se vengono elargiti senza saggezza sono un veleno. L’amore disgiunto alla saggezza non è amore ma è un atto egoico. Donarsi all’altro senza salvaguardare la propria salute, senza tenere presente le proprie esigenze non è sano perchè ci si consuma e una volta consumati non si potrà più aiutare nessun altro. Manteniamoci sani e in forze rispettando in primis il nostro benessere psico fisico e aiutiamoci l’un l’altro senza consumarci ne risparmiarci troppo. Con saggezza. Altissimo, donaci il coraggio di amare e di agire con saggezza Grazie Di Luca Bacchi Stimolo alla comprensione di alcuni aspetti problematici dell'umano che necessitano urgentemente di una correzione. Le relazioni. Citando i Bluvertigo: "Molto spesso una crisi è tutt'altro che folle, è un eccesso di lucidità ... Una crisi c'è sempre ogni volta che qualcosa non va" Si tratta di considerazioni senza alcuna pretesa educativa frutto di osservazioni e analisi di vissuti personali. Di Luca Bacchi Eccovi svelati
eccovi rivelati umani diffidenti, arrabbiati, insensibili, terrorizzati. Adesso vi vedete? siete animali ancora troppo semplici, suscitate la mia compassione ma certo non la mia pena. Saggezza pretende uomini degni di tale nome, chi ha smarrito la sua umanità la ritrovi adesso o sparisca per sempre. Guardatevi! circondati da nemici circondati da untori sporchi e infetti. “se mi tocchi ti uccido fratello!” “se ti avvicini a me ti faccio arrestare papà!” Esseri disumani Questo siete diventati! In che modo potete servirmi così conciati? Io cerco amore e collaborazione ho bisogno di fratellanza e di coraggio, necessito di cavalieri capaci di servire col cuore la Madre Terra Di Luca Bacchi Riflessioni sul Centro ai tempi del corona virus. Il centro inteso come luogo in cui ritrarsi e in cui restare saldi quando fuori impazza la tempesta.
Di Luca Bacchi Riflessioni sulla necessità impellente di ritrovare un centro solido e inattaccabile all'interno di noi stessi a cui aggrapparci quando tutto fuori ruota in maniera vorticosa.
Di Luca Bacchi Sono entrato dentro di te quando ti ho abbracciato, quando ti ho baciato. In quel gesto d'amore ti ho contagiato. Sono viscido, spietato della tua fiducia mi sono approfittato. Ho detto che portavo la pace ma poi ti ho preso tutto, e non mi dispiace perché io sono vorace. Ora ti lascio morente, da mangiare non c'è più niente vado ad abbracciare altra gente. Tratto dal sito di Gianfranco Bertagni: http://www.lameditazionecomevia.it/frecce.htm Il discorso del Buddha sulle due frecce (Sallena Sutta): "Meditatori, sia l'uomo ignorante che l'uomo saggio che percorre il sentiero percepiscono sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Ma qual'è la differenza tra i due, ciò che li caratterizza? Facciamo l'esempio di una persona che, trafitta da una freccia, ne riceva una seconda, sentendo quindi il dolore di entrambe le ferite. Ecco, la stessa cosa accade quando un ignorante, che non conosce l'insegnamento, viene a contatto con una sensazione spiacevole e - come reazione - si preoccupa, si agita, piange, grida, si batte sul petto, perde il senso della realtà. Quindi egli fa esperienza di due dolori: quello fisico e quello mentale. Gravato dalla sensazione spiacevole, reagisce con avversione e, con questo atteggiamento, inizia a creare in sè un condizionamento di avversione. Infatti, quando prova queste sensazioni negative, egli cerca il diletto in qualche sensazione piacevole, perchè - da persona ignorante quale è - non sa rispondere correttamente ad una sensazione spiacevole se non cercando riparo nel piacere dei sensi. E quando comincia a godere di un piacere, allora comincia ad instaurarsi in lui un condizionamento al desiderio, alla bramosia. Egli è completamente inconsapevole di come vadano le cose, non sa cioè che le sensazioni sono impermanenti, non sa quale sia l'origine della bramosia verso di esse, non conosce il pericolo che rappresentano, e non sa quale sia la via per non esserne schiavi. Questa sua incapacità crea dentro questo tipo di uomo un condizionamento di ignoranza. Provando sensazioni piacevoli, spiacevoli o neutre, l'ignorante, rimanendone condizionato, lontano dalla verità, è soggetto alla nascita, alla morte, alla vecchiaia, ai turbamenti, alle sofferenze, alle negatività. L'ignorante è così destinato all'infelicità. Invece l'uomo saggio, che percorre la via della verità, quando prova una sensazione spiacevole, non si preoccupa, non si agita, non piange, non urla, non si batte il petto, non perde il senso della realtà. È come chi venga trafitto da una sola freccia e non da due, percependo solo un tipo di sensazione spiacevole, quella fisica e non quella mentale. Colpito così da questa sensazione, non reagisce con avversione, e così non si forma in lui un condizionamento all'avversione. Inoltre non cerca rifugio in una sensazione piacevole per sfuggire quella spiacevole che sta vivendo. Egli sa, da persona saggia che è sulla via della verità, come ripararsi dalla sensazione sgradevole senza cadere nel piacere dei sensi. Così evita di creare un condizionamento di bramosia e desiderio. Egli comprende la realtà così come essa è effettivamente, del perenne sorgere e passare delle sensazioni, di quale sia l'origine della bramosia verso esse, del pericolo che essa costituisce e del modo di uscirne. Avendo dunque la perfetta e completa comprensione della realtà, egli non permette che si formino in lui questi condizionamenti di ignoranza. Quindi il meditante impara a rimanere equanime e distaccato qualora si manifestino sensazioni piacevoli, spiacevoli e neutre. Così facendo, chi cammina sulla via del retto insegnamento, rimane distaccato anche dalla nascita, dalla vecchiaia, dalla morte, dai turbamenti, dalle sofferenze e dalle negatività. Egli è equanime davanti a tutte le sofferenze. Questa è la differenza tra il saggio e l'ignorante. L'uomo saggio, concretamente addestrato nella pratica del retto insegnamento, rimane equanime di fronte alle sensazioni gradevoli e sgradevoli che sorgono nella sua persona". Di Luca Bacchi E' difficile spiegare cosa sia la meditazione a chi ha dei pregiudizi a riguardo. Spesso è vista come una fuga dalla realtà ma per chi la pratica con serietà, è esattamente il contrario. Il fine ultimo della meditazione è proprio la "Verità" in quanto il punto di partenza di ogni essere umano è quello di essere avvolti dall'illusione, Maya, causa primaria della sofferenza. Partiamo quindi da uno stato di errata visione delle cose e secondo l'insegnamento del Buddha, grazie alla pratica della meditazione possiamo dissipare questa illusione e arrivare a vedere le cose per ciò che realmente sono. Ottenendo in ultimo la cessazione della sofferenza, obiettivo finale della Via di risveglio e consapevolezza insegnata dal Buddha. In questo meraviglioso testo "L'INSEGNAMENTO DEL BUDDHA" l'autore, Walpola Rahula, primo monaco buddhista a divenire titolare di una cattedra universitaria in Occidente, ci parla di cosa sia in essenza la pratica meditativa per fare ulteriore chiarezza a riguardo. "Il Buddha ha detto: "O monaci, ci sono due tipi di malattia. Quali? La malattia fisica e la malattia mentale. Sembra che ci siano persone che abbiano la fortuna di essere esenti da malattie fisiche per uno o due anni ... o anche per cento e più. Ma, o bhikkhu, assai rari sono in questo mondo coloro che sono esenti dalla malattia mentale, anche per un solo istante".
Linsegnamento del Buddha, e in modo particolare la sua via della meditazione, mira a procurare uno stato di perfetta salute mentale, di equilibrio e di tranquillità. E' un peccato che nessun' altra parte dell'insegnamento del Buddha sia stata così male interpretata come la meditazione. La meditazione buddhista non è una fuga dalle attività quotidiane. La parola "meditazione" rende assai male il senso del termine originale, bhavana, che significa coltura o sviluppo, ossia coltura mentale, sviluppo mentale. Tende a ripulire la mente dalle impurità, da ciò che la turba, come i desideri sensuali, la malizia, l'indolenza, le preoccupazioni e l'irrequietezza, i dubbi scettici; e a coltivare qualità come la concentrazione, l'attenzione, l'intelligenza, la volontà, l'energia, la facoltà analitica, la fiducia, la gioia, la calma, le quali conducono in fine all'ottenimento della saggezza più alta, che vede le cose come realmente sono e che realizza quindi la Verità ultima." |
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Settembre 2024
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