Di Luca Bacchi Conserva il tuo cuore puro
rimani nella fede, non temere sii pieno di speranza, bontà, fiducia non cedere a sentimenti di morte anche quando sarai circondato da brutture rimanga il tuo cuore sempre puro "beati i puri di cuore perché vedranno Dio" (Mt 5,8) Il cuore è il luogo da cui escono il bene o il male, la vita o la morte, la purezza o l'impurità, ciò che ti salva o ciò che ti condanna. "non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro, ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro" (Mc 7,15) La tua salvezza o la tua condanna dipendono da te, non dal mondo là fuori. Tutto dipende da ciò che farai uscire dal tuo cuore, se perseverando custodirai in te l'amore, ti salverai se invece cederai a sentimenti di morte, condannerai te stesso. Sii forte e vigila su ciò che risiede istante per istante nel tuo cuore e mantienilo puro, come colui che amando la propria casa la mantiene pulita. I puri di cuore vedranno Dio, perché sono le nostre impurità ad impedire alla Sua luce di raggiungerci Rimanendo puri, riceveremo tutta la sua luce, senza i filtri dell'impurità.
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Di Luca Bacchi Nacqui nell'amore
immerso nell'amore emersi dall'amore e nell'amore fui accolto. Non seppi altro che l'amore fino a quel giorno in cui l'amore mi fu negato. Non conoscevo l'amore negato fino ad allora per me non esisteva quella negazione, fu il primo decisivo colpo. In quel momento caddi dal paradiso, non per il colpo ricevuto ma per la decisione che presi di smettere di amare. Troppo fu il dolore nel mio cuore che scelsi di rinunciare all'amore, io feci cadere me stesso. Non ero così forte da perseverare nell'amore nonostante le offese Non ero così forte da perseverare nell'amore nonostante le umiliazioni Non ero così forte Fu la mia debolezza a farmi cadere dal paradiso non fu il male altrui, e ora, caduto in questo mondo, mi faccio le ossa per rendere più forte il mio amore. Affinché io mai più rinunci ad amare in nessun caso nemmeno nelle persecuzioni, amare fino alla fine. Antonio: bisogna uscire da questa società patriarcale Sara: in che senso Antonio? A: nel senso che l'energia maschile ha schiacciato l'energia femminile per secoli e ora è il momento di lasciare spazio all'energia femminile affinché possa esprimersi in tutti i settori S: sono d'accordo ma non credo che sia giusto uscire da una società patriarcale per entrare in una società matriarcale. Sarebbe un ricadere nell'altro opposto. Io spero in una società in cui maschile e femminile siano in equilibrio. A: si, ma per uscire da un eccesso, inizialmente, è necessario eccedere nella direzione opposta e poi in un secondo tempo lavorare per l'equilibrio. S: hai ragione, come una palla spinta sott'acqua, appena la lasciamo schizza prepotentemente fuori in direzione opposta, corriamo ora questo rischio. Non bisogna perdere di vista l'obiettivo vero che è l'equilibrio tra maschile e femminile e non piuttosto la vendetta. Maschile o femminile si possono dire sani solo se il loro "opposto" è sano. Il femminile è sano solo se il maschile è sano e viceversa. A: si, hai ragione, bisogna stare attenti a non cadere in uno squilibrio opposto, altrimenti siamo da capo. S: non possiamo però nemmeno rinnegare e discriminare completamente la società patriarcale perché è in essa che noi siamo cresciuti. Sarebbe come tagliare le nostre radici e senza radici nessuna pianta sopravvive. A: continua... S: La casa in cui vivo me l'hanno comprata i miei genitori. Mio padre ha lavorato per 45 anni, 10 ore al giorno, al comando di un'azienda, in un ruolo dirigenziale che all'epoca era un' esclusiva maschile. Nessuna donna all'epoca aveva ruoli dirigenziali. Quello era il tempo. Per via di questa condizione favorevole nel mondo del lavoro, di cui il sesso maschile ha usufruito per decenni, mia madre è stata a casa a occuparsi della famiglia e io sono cresciuto nel benessere sia economico che relazionale perché mia madre era presente, non ero sballottato da una babysitter all'altra. E ora ho ricevuto un patrimonio che mi consente di vivere serenamente e ho ricevuto anche l'amore di una famiglia che non si è sfasciata. A: capisco cosa intendi. Ora accade sempre più spesso che le famiglie si sfascino perché marito e moglie vogliono comandare entrambi e così si scannano. S: Le famiglie ora si sfasciano per tanti motivi ma uno è sicuramente anche quello che hai citato tu. La mia stabilità famigliare e quindi la stabilità delle mie radici, è dovuta in parte anche alla società da cui vengo, devo ammetterlo. A: vero S: La via da percorrere è quella dell'amore, non del conflitto tra uomo e donna. Purtroppo spesso sul piano emotivo ci sono dei rancori "generazionali" e "antichi" che ci muovono come se fossimo dei burattini nelle loro mani e tali "spiriti" a volte cercano solo vendetta. A: si, si percepisce anche tanta rabbia e desiderio di rivalsa e non di reale equilibrio. S: le memorie emotive generazionali hanno una grande presa su di noi, ma sta a noi divenire uomini e donne liberi. Liberi soprattutto da queste energie del passato che cercano compensazione o vendetta. Un' uomo o una donna veramente liberi percepiscono dentro se stessi questi moti che vengono dal passato, che non sono i loro, e così riescono a prenderne le distanze e a prendere decisioni libere. A: alla fine si torna sempre al lavoro su di sé S: si....vero.... alla fine, in sintesi, il lavoro evolutivo per tutta la società si riconduce al lavoro personale di "pulizia" dalle memorie altrui che ognuno ha dentro. E' un cammino di ricerca e perseguimento della vera libertà che non è altro che un giungere ad agire nel "qui e ora" e non piuttosto un agire mossi da spiriti altrui che ci possiedono. Note etimologiche PATRIARCATO: Significa "comando del padre" ; Patria(stirpe)+Arkho(comando)
MATRIARCATO: Significa "comando della madre" ; Mater(madre)+Arkho(comando) AGAPEARCATO: Significa "comando dell'amore" ; Agape(amore)+Arkho(comando) Di Luca Bacchi Alla fine
quando sarai solo, all'ultimo passo, cuore a cuore con Dio, conterà solo una cosa: conterà solo quanto hai amato. Amare è un dono, non tutti hanno la fortuna di amare veramente. Avere figli è il dono che Dio ci fa per insegnarci l'esperienza dell'amore vero, dell'amore simile all'amore che Dio ha per noi, suoi figli. La prima e l'ultima esperienza d'amore che ogni essere umano fa è l'esperienza di essere figli. Nasciamo dal Padre e ritorniamo al Padre. Queste sono in essenza l'entrata e l'uscita dalla vita. La grazia di essere genitori quindi è il dono più grande che Dio ci abbia fatto. Il dono della possibilità di amare qualcuno come Egli ama noi. Un amore Paterno, Materno, un' amore di chi si da totalmente al figlio, nasconde se stesso, e si fa invisibile nel servirlo nelle sue necessità. Un amore che è umiltà assoluta. L'umiltà di dimenticarsi di sé, rinunciare al proprio ego, e gioire nel mettersi al servizio dell'altro. L'altro, il figlio, prende il nostro posto. Prende il posto del nostro IO. Non penso più a me ma penso a lui prima di me Un'amore che è umiltà assoluta, oblio di se stessi, e servizio gioioso all'amato. L'amore è relazione consiste nell'amare e nel rendersi amabili. Cosa significa "rendersi amabili"? Significa saper accogliere l'amore dell'altro, non respingerlo. Amare e rendersi amabili! L'amore più adulto e maturo e perfetto è in realtà l'amore di chi incarna il ruolo sia di genitore (amando) che di figlio (rendendosi amabile) In una relazione d'amore vera dovremmo sentirci sia genitori che figli nei confronti dell'altro. Mai alla pari. Tu hai bisogno di amore, io con gioia rinuncio a me stesso per darti amore, e tu, questo mio amore, lo accogli con gioia. Io ho bisogno di amore, tu con gioia rinunci a te stessa per darmi amore, e io, questo tuo amore, lo accolgo con gioia. La relazione d'amore diventa così un accudimento reciproco, un'alternarsi nei ruoli di genitore e di figlio, un respiro continuo del darsi e dell'accogliersi. Quando manca questo respiro l'amore non è completo. L'umiltà è l'essenza dell'amore -Con umiltà mi metto al tuo servizio amata, rinuncio a me stesso, con umiltà tu apri le braccia e accogli il mio amore. -Con umiltà mi metto al tuo servizio amato, rinuncio a me stessa, con umiltà tu apri le braccia e accogli il mio amore. Di Luca Bacchi Ho finalmente capito che da solo non posso nulla. Tutto dipende da Dio.
Tutto ciò che possiedo Lui me l'ha donato, beni materiali, beni spirituali, tutto viene da Lui. E' per questo che vivo "abbandonato" alla Sua volontà cercando in ogni momento di ignorare la mia. Ho capito solo ora questa grazia che Dio mi vuole insegnare; la grazia della vita nella totale provvidenza, provvidenza che si occupa di ogni cosa e mi porta dove vuole. Mi abbandono alla Tua volontà Padre perché se il mio ego vuole agire io divento un ostacolo a Te e a me stesso; divento un ostacolo alla mia liberazione profonda. La vera liberazione è proprio il non-attaccamento a nulla, ovvero, attaccarsi solo a Dio che è il "nulla" di questo mondo egoico. Questa è la vera liberazione che è un anticipo della liberazione che riceveremo nel regno di Dio. A questa libertà del Regno, ci prepariamo ora; è adesso che dobbiamo prepararci a ciò che sarà nel Regno dei cieli e quindi già adesso cerchiamo di vivere come angeli liberi da tutto ciò che è mortale, liberi da ogni attaccamento a ciò che di questo mondo è soggetto alla morte. Così, già pronti ora, entreremo nel Regno senza intoppi quando verrà il nostro momento. Di Luca Bacchi Analisi del testo 2Pietro 1:3-11 (testo CEI): "La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza. Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina, essendo sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza. Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità. Se queste cose si trovano in abbondanza in voi, non vi lasceranno oziosi né senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, dimentico di essere stato purificato dai suoi antichi peccati. Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai. Così infatti vi sarà ampiamente aperto l'ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo." Siccome abbiamo ricevuto il dono di conoscere la gloria e la potenza di Gesù, abbiamo ricevuto insieme a Lui anche ogni bene riguardo la vita e la pietà. Tutti beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi all’uomo affinché partecipasse alla natura divina scampando quindi alla morte. Per morte si intende tutto ciò che è di natura mortale ovvero non eterno ma corruttibile, deteriorabile, sottoposto all'usura del tempo. In questo senso, la concupiscenza (desiderio squilibrato di piaceri materiali) è una forza che ci trascina verso ciò che è mortale.
Avendo ricevuto questa conoscenza che è la vera grazia, ora noi siamo entrati nel cammino della fede. La fede è la condizione iniziale della nostra rinascita. La fede è la certezza di essere rinati a nuova vita e quindi salvati dalla vita vecchia. Salvati significa appunto essere rinati a nuova vita; tale rinascita è avvenuta quando è sorta in noi la presenza viva di Cristo. Presenza che abbiamo visto prima con i nostri occhi e poi la abbiamo ricevuta concretamente nel nostro cuore. Ora che siamo nella fede, dobbiamo perseverare in essa, lottare affinché non muoia, facendoci ricadere nelle tenebre della morte. Per fare questo dobbiamo avanzare, crescere e aggiungere alla fede altri doni. Alla fede aggiungere la virtù che è la virilità, la forza. Alla virtù aggiungere la conoscenza. Alla conoscenza la temperanza (da "temperare" = porre in giusta misura). Alla temperanza aggiungere la pazienza (da "patire" = capacità di sopportare). Alla pazienza aggiungere la pietà che è l’inclinazione naturale ad amare Dio e gli altri esseri. Alla pietà aggiungere l’amore fraterno, che è amore più intimo. All’amore fraterno aggiungere la carità che è amore disinteressato. Se cresciamo in questo modo, saremo orientati nella giusta direzione e avanzeremo senza oziare e produrremo grandi frutti sul cammino di imitazione, maggior conoscenza e intimità del nostro signore Gesù Cristo. Se invece non cresceremo in questo modo, rimarremo ciechi e dimenticheremo anche di essere stati purificati e salvati dalla nostra condizione precedente. E smemorati ricadremo nella morte. Quindi dobbiamo rendere salda la nostra condizione di “salvati” , non dimenticarla, e renderla certa, sempre più sicura, inamovibile, grazie a questo cammino attivo di crescita. Così non inciamperemo mai e la dimensione eterna in cui dimora Cristo sarà per noi sempre accessibile. |
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Gennaio 2025
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