Di Luca Bacchi Quali sono i passi per ritornare in paradiso? Ci basterà ripercorrere il cammino di uscita dal paradiso ma al contrario. Vediamo quindi quale era la condizione dell'uomo subito dopo la cacciata:
-Il Signore Dio fece all'uomo e alla donna tuniche di pelli e li vestì. -Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto. -Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: «Ho acquistato un uomo dal Signore» -Poi partorì ancora suo fratello Abele. Ora Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. -Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il testo della Genesi ci dice che la condizione dell'essere umano ad un passo dal paradiso è quella di una vita semplice, faticosa, fatta di famiglia, agricoltura, pastorizia, preghiera e offerte al Signore. Questa è la condizione dell'essere umano "un passo fuori dalla porta del paradiso". La via del ritorno passa necessariamente da quella semplicità, da una vita essenziale, senza tanti orpelli. Tornare concretamente ad uno stile di vita semplice ci colloca vicini alla porta del paradiso da cui siamo usciti. Anche Gesù ha ribadito questo concetto affermando "beati i poveri di spirito perché di essi è il regno dei cieli". La via di ritorno è quindi una via di semplificazione e di ritorno all'essenziale non solo nello spirito ma anche nello stile di vita perché la vita semplice è ad un passo da Dio. In fine, per ricongiungerci a Dio e rientrare nel paradiso dovremo compiere l'ultimo atto. Ne siamo usciti affermando una nostra volontà separata rispetto alla volontà di Dio e quindi per rientrare non dovremo fare altro che abbandonare la nostra volontà e vivere totalmente abbandonati alla Sua volontà. E così saremo nuovamente nel Paradiso, pienamente immersi nella Sua volontà
0 Comments
Trato da "La via del ritorno - Divo Barsotti) Il nostro obiettivo è ascoltare la parola di Dio, la Sua volontà per noi, le ispirazioni che Eglio vuole comunicarci. Dobbiamo quindi essere docili alla sua Parola, essere docili al suo Spirito che Egli manda a noi. Questo vale sempre ma a maggior ragione durante un ritiro spirituale, perciò s'impone prima di tutto il silenzio: non si può ascoltare la divina Parola che nel silenzio. Tutta la nostra vita spirituale consisterà in questi giorni in una sola legge: attendere Dio, ascoltare Dio. Siamo davanti a Lui ed Egli ci parla: dobbiamo ascoltarlo realizzando una comunione con Lui, un rapporto di amore con Lui. Come lo ascolterà la nostra anima? Lo ascolterà attraverso i miei interventi, ma credetemi, le mie parole saranno ben poca cosa. Voi dovete ascoltare la parola che Dio vi dirà direttamente nel silenzio del vostro cuore. Per questo io parlerò poco. Prego anche voi di parlare poco con me perché anch'io devo fare il ritiro con voi. Vi prego di rispettare anche in me come io rispetto in voi, questa attenzione che dobbiamo avere per il Signore. Le cose del mondo si allontanino da noi, tutto ciò che abbiamo lasciato fuori da qui che sia veramente lasciato. Siamo qui e il Signore è con noi. L'anima forse può propendere a ricordare altre cose, può sentirsi avvinta dalle preoccupazioni che giorno per giorno durante l'anno legano il nostro spirito e gli impediscono di prestare attenzione a Dio. No, la lontananza esteriore dai luoghi nei quali viviamo abitualmente sia segno di un allontanamento anche spirituale, di una separazione dle cuore, dell'anima, da tutto ciò che abitualmente ci preoccupa, ci impegna, ci lega. L'anima nostra sia ora disponibile a Dio. Questo breve testo di Divo Barsotti descrive magistralmente quale debba essere il nostro approccio ad un ritiro spirituale. Per quella che è la mia esperienza, posso dire che queste righe sono così importanti che andrebbero lette prima di ogni ritiro per ricordare a tutti i partecipanti il giusto atteggiamento.
Io amo molto parlare di questioni spirituali, condividere e confrontarmi con persone che fanno il mio stesso cammino ma la fase del confronto deve essere una fase successiva; prima del parlare ci devono essere il silenzio e l'ascolto. Prima di parlare e di confrontarsi tra persone è indispensabile ascoltare innanzitutto la parola di Dio che parla nel nostro cuore e poi, in un secondo momento portare ciò che abbiamo udito agli altri. Se prima del parlare non abbiamo lasciato spazio all'ascolto della parola di Dio in noi, allora il nostro parlare sarà superficiale, sarà un chiacchiericcio mentale o emotivo, le nostre parole non saranno pregne di Verità e nemmeno saremo in grado di ascoltare le parole altrui con la giusta attenzione. Di Luca Bacchi Il cristianesimo è femmina.
Questa mia affermazione contrasta con il pensiero diffuso che la religione cristiana sia una religione maschilista ma sono comunque convinto che la mia affermazione sia valida e cercherò di dimostrarlo in questo post. Sappiamo che Dio non ha sesso perché è oltre ogni dualità. Sappiamo anche che Gesù, il verbo di Dio, era maschio perché i documenti storici ce lo confermano. E in ultimo, sappiamo o meglio, dovremmo sapere che la chiesa è femmina, perché é l'utero impregnato dallo Spirito di Cristo. La chiesa quindi è femmina, ma in ultimo affermo che tutta la creazione è di fatto femmina. Tutto ciò che esiste, tutto ciò che è creato: uomini, donne, cose, animali, natura, pensieri, elementi, tutti gli enti, sono femmina perché sono il "luogo" dentro cui Dio si può manifestare. Rispetto a Dio, siamo tutti femmine, in attesa del ritorno di Cristo che penetri in noi e ci unga, divinizzandoci, divinizzando tutta la creazione. La femminilità della creazione, e più nello specifico del cristianesimo è evidente perché riguarda tutto ciò che in questo mondo esiste, nulla è escluso. L'elemento maschile, Cristo, a parte nella chiesa, in questa epoca è di fatto assente e il cristianesimo è proprio l'annuncio del Suo ritorno, del ritorno dell'elemento Maschile che feconderà tutto. Siamo di fatto in un'epoca in gran parte materialista in cui l'elemento spirituale è assente. Chi può negarlo? Viviamo per i consumi, per i beni materiali, non abbiamo più valori e l'unica cosa che conta è il soddisfacimento dei bisogni materiali. Manca quindi l'elemento spirituale maschile, esso è ora per lo più assente. E' necessario che tale elemento ritorni a riempire il vuoto della sua assenza per ricostituire, nell'unione tra maschile e femminile, l'equilibrio perduto. I problemi della nostra società, tutti, a partire dallo sfruttamento della creazione e quindi dell'inquinamento, sono dovuto proprio ad una visione materialista della vita. Siccome tutto mi serve per soddisfare le mie esigenze concrete e materiali, lo uso, lo sfrutto, me ne cibo senza ritegno. Non avendo una visione spirituale della creazione ma solo materiale e consumistica, tutto perde di sacralità e tutto è semplicemente un bene di consumo. Questo è il grande paradosso che stiamo vivendo. Non comprendiamo quanto sia femmina la Chiesa, quanto sia femmina la religione cristiana e quanto sia femmina tutta la creazione. Ciò che dobbiamo cercare è l'equilibrio tra femminile e maschile, un equilibrio che sfoci nell'unione creativa di un mondo nuovo. Un'intero mondo femmina ingravidato finalmente dallo spirito maschile di Cristo da cui nascerà la nuova umanità Che la creazione sia femmina lo vediamo meravigliosamente quando camminando nei boschi ci imbattiamo nelle piccole chiese dedicate alla Madre. Ogni elemento della creazione è dedicato alla Madre: La Madonna dell'acqua, la Madonna dei boschi, la Madonna dell'acero, la Madonna del faggio, la Madonna delle rocce, la Madonna delle vette, la Madonna dell'orto, dell'ulivo, del lavoro, della campagna, delle fonti, delle sorgenti, delle piazze, dell'amore, della pace, della pazienza, della concordia.....ecc, ecc, ecc, Insomma.... tutto ciò che esiste in questo mondo è Madre, Femmina, Madonna in attesa di Cristo Di Luca Bacchi Sono molto legato a Camaldoli fin dalla nascita.
Sono nato a Bologna nei pressi della “Croce di Camaldoli” un’antica croce che segnalava ai pellegrini diretti in Toscana la presenza di un monastero camaldolese del 1197 ora scomparso. Il nome Camaldoli quindi mi è sempre risuonato famigliare. Nel corso della vita poi quasi per un disegno divino, ad ogni crisi esistenziale mi sono sempre imbattuto in persone e in luoghi legati a questo ordine. Anche quando avevo abbandonato il cristianesimo, in Camaldoli ho trovato sempre una casa sicura e accogliente in cui curare le mie ferite spirituali. Devo molto a questo ordine, alla sua apertura verso le altre religioni e alla sua capacità di accogliere chi in apparenza si mostra “diverso”. Tra novembre 2022 e gennaio 2023 sono tornato presso l’eremo di Camaldoli in Casentino per sperimentare in maniera più approfondita la vita monastica Benedettina. Ho approfittato della loro meravigliosa accoglienza e mi sono immerso nei silenzi dell’eremo. Una vita scandita dalla preghiera, dal lavoro e dalla lettura. Poche parole essenziali, tanto silenzio, preghiera comunitaria e personale, e il mio scrivere per dare voce a tutto ciò che dentro di me quell’esperienza stava suscitando. Ne è emerso un lungo diario dal quale poi ho estratto le poesie e i brevi scritti qui riportati. Questo libro esprime la mia relazione intima con il Sacro che in quei giorni si è instaurata e ha nutrito e curato la mia anima. Perché la fede è fondamentale per giungere a Dio?
Perché Dio non è comprensibile ne ai nostri sensi ne alla nostra ragione, è necessario quindi lanciarsi nell'ignoto, nel incomprensibile, fare una scommessa impossibile. Quella scommessa è la fede Affermare "ho fede in Dio" "non lo sento con i sensi, non lo vedo con gli occhi, non lo comprendo con la ragione ma ho fede in Dio" La fede è quindi l'atto di coraggio più grande che un essere umano possa fare, abbandonare il "noto" , il "conosciuto" , il "visibile" e fare un'altro passo dentro l'abisso, dentro la "nube della non conoscenza" la nube del non sapere Così crolla la nostra umanità, e scavalchiamo il limite dell'umano si apre la porta tra il "mondo" ed il "regno dei cieli" tra l' "umano" e il "sovrumano". La parte "sovrumana" di noi si ricongiunge all'infinito si ricongiunge a Dio trascendendo la nostra umanità limitata e mortale, si aprono le porte dell'eternità. Questo inno è frutto di una mia libera interpretazione di alcuni versi del salmo 103 Anima mia
volgi il tuo sguardo al Grande Spirito che tutto sostiene e canta inni di lode, perché Egli è avvolto di luce come di un manto Egli è la tenda del cielo, dimora nelle acque, corre sulle nuvole e cammina sulle ali del vento. I venti sono i suoi messaggeri e le fiamme suoi ministri, Sostiene tutto mai potrà vacillare. Canta le Sue lodi anima mia! Sciogli la durezza del mio cuore! Gioisci della Sua gloria! Egli è l' acqua che irriga i monti, è il fieno per gli animali, è il frutto della terra il vino che allieta il cuore, l'olio che fa brillare il volto, il pane che sostiene il corpo. Egli è nelle radici degli ulivi, nelle chiome dei cedri, nei nidi degli uccelli, nel volo delle cicogne. E' nelle rocce in cui i camosci si rifugiano, nella luna che segna le stagioni, nella notte che protegge gli animali selvatici, nel sorgere del sole che conduce l'uomo al suo lavoro. Egli è il mare, il guizzo dei delfini, l'abisso profondo in cui dimora la balena. Egli è il respiro che mantiene in vita ogni essere, Egli si ritrae e la vita svanisce. Gioisci anima mia, di tutte queste opere alle quali puoi assistere! Gioisci anima mia, di tutta questa grazia nella quale puoi esistere! Gioisci anima mia, per la meraviglia a cui sei chiamata a partecipare! Canta la Sua lode anima mia, inni di lode rivolgi al Grande Spirito che tutto sostiene! Di Luca Bacchi In un mondo sempre più falso
che offre tutte le sue energie al "virtuale" un mondo distante chilometri dal reale, un mondo che lavora, fatica e soffre per ciò che è "ipotetico" in cui intere vite vengono costruite sul "probabile", in cui le esistenze si fondano su ciò che "mi hanno detto" è inevitabile che a poco a poco emerga il bisogno di Verità, emerga l'esigenza intima di costruire su fondamenta solide, sulla roccia. e cosa c'è di più stabile e sicuro della Verità? Costruire sulla Verità, sarà questo il motore dei risvegliati, riconoscere la Verità, celebrarla e poggiarvi sopra la nostra esistenza. Cos' è la Verità? Gesù a questa domanda non rispose perché la Verità è l' "esperienza in atto" e non è il "racconto dell'esperienza in atto" La Verità si esprime quindi nel silenzio dell'essere e non nel frastuono del dire. Così cercheremo l'esperienza diretta, senza mediatori. Ricolmeremo le nostre vite del "fare con le nostre mani" come si faceva una volta. Saremo noi a raccontare il nostro cibo, la nostra casa, la nostra vita i nostri valori, ciò che è bene e ciò che è male e smetteremo di ascoltare le parole ammalianti dei "cantastorie" perché saremo noi stessi i massimi esperti del nostro vivere. Il "Fare con le nostre mani" richiederà semplicità perché di mani ne abbiamo solo due, Quindi la vita si semplificherà tanto sarà una vita semplice, fatta di piccole ed essenziali cose "Essenziali" significa che esse sono l'essenza, e che quindi "senza" di esse crollerebbe tutto Una semplicità Vera sorreggerà la nostra vita Di Luca Bacchi Il mondo, un' essere contenuto in uno sconfinato nulla che lo osserva Il mio mondo, un' essere contenuto e osservato dallo sconfinato nulla che io sono In entrambi i casi appare l'esistente avvolto dal nulla. Tel esperienza è quotidiana, sempre in atto, ogni qualvolta apriamo gli occhi, indipendentemente da ciò che abbiamo davanti, questo è ciò che si mostra. Chi sta osservando ciò che esiste? IO! Ma allora io sono un nulla?
Di Luca Bacchi 1- Chi soffre? Chi sta male? Chi è arrabbiato? Chi è a disagio? Chi è commosso?
2- C’è un IO condizionato dalle sensazioni, dalle emozioni e dai pensieri che il corpo in cui risiede, manifesta. Queste manifestazioni fisiche, emotive e mentali sono da esso giudicate positive o negative, benefiche o dannose, piacevoli o insopportabili. 3- Tu non sei questo IO in balia delle sue percezioni e dei suoi giudizi, tu sei colui che lo osserva. 4- Vedi come esso reagisce sempre allo stesso modo? Vedi come le sue non siano azioni libere ma solo reazioni meccaniche sempre uguali? Vedi questo IO quanto sia in balia delle forze che lo attraversano e come non abbia la minima capacità di gestione di sé? 5- Tu non sei quello, tu sei l’osservatore distaccato che osserva tutto ciò. Sei un IO superiore a quel IO più piccolo. Superiore in quanto sei posto sopra ad esso, lo osservi da un luogo sopraelevato. 6- Quando ti accorgi di essere un IO superiore, avviene la tua disidentificazione dal piccolo IO e quindi puoi iniziare a controllarlo, a gestirlo, a rassicurarlo, a portarlo ad acquietarsi come fa un genitore col suo bambini. Ora, le sue reazioni primarie ai fatti della vita saranno ancora le stesse, ma tu potrai controllarne gli sviluppi e le azioni secondari e orientarlo verso un’armonia benefica, una riappacificazione. 7- E tu che osservai questo IO piccolo, dove risiedi? Che esperienza sei? Sei un “sentire”? Sei un “sapere”? Hai determinati attributi? Hai una posizione nello spazio? 8- Cerca di trovarti e di conoscerti. Ti sei trovato? Ti sei conosciuto? Cosa puoi dire di te? 9- Questa esperienza che tu sei, di osservatore che osserva un IO più piccolo, cosa dice di sé? Dice “eccomi”? Dice “Io sono” ? E’ prima del corpo, è prima della mente, è prima di tutte le cose del mondo, è un IO prima ancora di ogni identificazione? 10- Vai oltre, sali arretrando, vai dentro, entra in un luogo più vasto, espanditi, supera anche questo piano, supera anche il piano dell’ “Io sono” , cosa rimane, cosa rimane di te? 11- Solo coscienza, non localizzata, che è essa stessa tutto ciò che esiste Di Luca Bacchi Principio creativo lingam-yoni
unione del femminile e del maschile eterno processo cosmologico della creazione insieme, totalità e unità, coscienza e creazione guidaci e ispiraci OM 🙏 (Foto: Rishikesh - novembre 2023) Un racconto scritto da Luca Bacchi Erano tutti seduti intorno al fuoco quella sera d’estate, ascoltavano il vecchio parlare, era così interessante ciò che raccontava e in tutti i bambini nascevano domande; li incuriosiva, e stimolava le loro menti assetate di sapere.
- Cos’è Dio? - Domandò Carlo con tono di sfida - Dio?, Dio è tutto ciò che esiste - Rispose - Quindi questo bastone è Dio? - - No, ho detto che Dio è tutto ciò che esiste, non solo quel pezzo di legno. Quel bastone è una parte di Dio. - Sara si alzò indispettita e domandò - Ma allora le spade, i fucili, la morte, il dolore, le cattiverie sono tutte parti di Dio? - - Esattamente Sara. Dio non lo puoi definire con un nome, non puoi dargli un limite. De-finire qualcosa, lo dice la parole stessa, equivale a dargli una fine, un limite, un termine, appunto. Il suo limite sarà proprio il nome che gli hai dato, per esempio: - e raccolse un sasso da terra - Se io definisco questo oggetto che ho appena raccolto con il termine “sasso”, lo sto limitando ad essere un sasso e nient’altro. Dio non è definibile, perché Dio è tutto. - - Ma Dio è buono? - - Dio è tutto,quindi non si può dire che sia solo buono perché la bontà è solo una parte del tutto - - Ma allora è cattivo? - - Non si può dire nemmeno che sia cattivo, si può dire che Dio è tutto. Se prendi tutta la cattiveria del mondo e la sommi a tutta la bontà del mondo, il risultato è Dio. Dio è la somma di tutto il positivo e di tutto il negativo insieme. E sai che risultato ottieni se sommi tutto il positivo a tutto il negativo? - no, non lo so - - Ottieni l’equilibrio perfetto. Ottieni Zero - - Quindi Dio è uno zero? - - Questa affermazione spaventa, ma è molto vicino al reale, diciamo che Dio è l’equilibrio assoluto - - Ma io devo essere buona! - Ribattè Sara - Così il mondo diventerà migliore! - - Tu devi fare fare ciò che il tuo cuore ti dice di fare, perché tu sei il tuo cuore. Tu non sei ciò che ti dicono gli altri, tu sei ciò che sgorga dal tuo cuore. Non è facile seguire il proprio cuore, soprattutto da adulti. Per i bambini è tutto più naturale ma mano mano che si cresce la nostra mente prende il sopravvento sulla voce del cuore e ci sentiamo spaccati a metà. A volte il nostro cuore dice una cosa e la mente ne dice un altra. Dobbiamo imparare ad agire con coraggio - e aggiunse: - Sentite questa parola? "Cor" , ci ricorda la parola "cuore" mentre "aggio"ci ricorda la parola "agire". Le parole ci parlano su più livelli! - - Il mio cuore dice che voglio essere buono come un santo - - E’ un bell’obiettivo il tuo, ma hai mai letto i diari dei santi? San Francesco ad esempio, sai cosa diceva di se stesso? Diceva di essere un grande peccatore, pieno di difetti, Pensa un pò…. San Francesco! - - Diceva così? Si sentiva sbagliato? - - Si rendeva conto di essere limitato che non vuol dire essere sbagliato. Fai bene a cercare modelli di riferimento così alti, ma sappi che ogni essere umano è differente, non ne esistono due uguali in tutta l’eternità quindi se tu imiti San Francesco non sarai mai veramente felice perché non sarai mai te stesso. La cosa più importante nella vita è essere se stessi ed esprimere ciò che siamo in Verità, con gioia. Con tutti i nostri difetti, siamo perfetti. - Il vecchio bevve un pò d’acqua e poi continuò: - Veniamo al mondo per fare esperienza e la nostra anima curiosa vuole fare le esperienze che ancora non ha mai fatto prima. La nostra anima vuole diventare Dio e quindi vuole diventare il Tutto e per diventare il Tutto deve fare esperienza di tutto. Nelle infinite reincarnazioni faremo tutte le esperienze possibili, saremo pietre, alberi, animali, gatti, cani, rose, peschi, soldati, marinai, zingarelli, ricchi commercianti, preti, ecc, ecc - - Anche assassini? - - Faremo l’esperienza da assassini si, se sarà necessario. - - Hai detto che dobbiamo fare tutte le esperienze per diventare come Dio, allora faremo anche esperienza dell’assassino! Non barare - - Ciò che dici è corretto , ma esiste una strada alternativa - - Quale? - - Vuoi evitare di incarnarti in un assassino o in un ladro o in un altro criminale? - - Si, vorrei evitare anche vite in cui provo grande dolore e tanta sofferenza - - Allora, fai cosi: ora, in questa vita, vai a conoscere un criminale, un assassino, un ladro oppure vai a conoscere una persona che soffre, vai a trovarla. Vai e parla con loro, fatti raccontare la loro vita, il perché hanno fatto ciò che hanno fatto, come mai si sono spinti a delinquere, quali sono le loro emozioni, cosa provano, che sentimenti hanno dentro, quali sono state le loro motivazioni, cosa dice il loro cuore, fatti raccontare la sofferenza, vai…. - - In un carcere? - - Si, Vai in un carcere, oppure vai a trovare un malato, ascoltali. Ascolta un uomo che ha ucciso un altro uomo, dedicagli il tuo tempo e mettiti nei suoi panni senza giudicarlo, entra in connessione con la sua anima e vibra con essa. Allora, se lo avrai ascoltato sinceramente con tutto te stesso, se i vostri cuori si saranno avvicinati, allora, l’esperienza di quell’uomo diverrà anche la tua e non avrai più bisogno di reincarnarti per fare quell’esperienza sulla tua pelle. - Sara disse: - Spesso mi sono chiesta come si sentono le persone che hanno commesso un reato grave. Si sentiranno in colpa? Dormiranno la notte? Piangono? - - E’ per questo motivo che è così importante ascoltare chi ci appare “diverso” , “strano”, “assurdo”, “lontano” o chi sta vivendo un momento di sofferenza che noi non abbiamo mai sperimentato . Se gli chiudiamo le porte in faccia o lo ignoriamo prima o poi dovremo passare per la sua stessa via. Ciò che ci scandalizza, ciò che ci fa paura, ciò che non accettiamo, che non capiamo, sono proprio quelle parti di Dio che dobbiamo ancora conoscere. E prima o poi, volenti o nolenti, le conosceremo. Sta a noi scegliere in che modo. Quando un tuo amico fa qualcosa di strano che non capisci, siediti vicino a lui e fatti spiegare perché lo sta facendo. Conosci le sue motivazioni ed entra in empatia con lui, così la sua esperienza diventerà anche la tua e la tua coscienza si amplierà. Quando un tuo amico piange, vagli vicino, e accogli in te il suo pianto. E’ questa la caratteristica principale dei grandi uomini, dei santi, sono aperti all’ascolto verso ogni creatura, soprattutto verso gli ultimi. - E’ vero!!! San Francesco parlava con i lupi! - - Esatto! Pensa un pò, anche con i lupi! - - E gli alberi? Tu hai mai parlato con un albero? - - Parlato no, comunicato si. Lo faccio spesso, non è un parlare…. è un osservare, ascoltare, accarezzare. Ogni creatura ha un suo linguaggio, è molto interessante anche imparare i linguaggi di tutte le creature che esistono. Per esempio, se vuoi comunicare con una quercia devi sederti vicino a lei e appoggiare la schiena al suo tronco e aspettare. Se sei sincero sentirai la sua linfa attraversarti, e ti sentirai quercia. - - Domani vado dalla grande quercia e provo a comunicare con lei - Disse Claudio - Buona idea! Con il tempo imparerai a comunicare con tutti gli alberi del bosco, con le piante, gli animali, le montagne, le nuvole! Tutte queste forme sono parti di Dio e noi siamo qui per unirci ad esse, divenire un tutt’uno con tutto ciò che ci circonda. - - diventare Dio? - - diventare Dio. - Di Luca Bacchi Per chi vive a contatto con la natura, l'autunno sembrerebbe la stagione della pre-occupazione. Infatti siamo orientati al futuro, pensiamo all'inverno che tra poco arriverà e così come delle formiche, accatastiamo la legna, puliamo il camino, riempiamo la dispensa, facciamo le conserve, perché l'inverno in montagna è lungo, lunghissimo, l'orto porta meno frutti e anche le galline fanno meno uova. Così l'autunno è anche un tempo di fiducia in cui si mostra veramente quanto sia salda la nostra fede in Dio, nella Madre Divina che tutto sostiene. Quanto siamo pre-occupati? Quanto siamo fiduciosi? Così oggi, mi sono passate tra le mani le parole con le quali Gesù ci ha parlato dei due padroni: preoccupazione e fiducia. Chi vogliamo servire? Non possiamo servirli entrambi, dobbiamo scegliere. "Nessuno può servire a due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro; oppure sarà fedele all'uno e disprezzerà l'altro; voi non potete servire a Dio e a mammona. Perciò io vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di che vi vestirete. La vita non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Osservate gli uccelli del cielo: essi non seminano, non mietono e non raccolgono in granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro? E chi di voi, con la sua sollecitudine, può aggiungere alla sua statura un sol cubito? Perché siete in ansietà intorno al vestire? Considerate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico, che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito come uno di loro. Ora se Dio riveste in questa maniera l'erba dei campi, che oggi è e domani è gettata nel forno, quanto più vestirà voi, o uomini di poca fede? Non siate dunque in ansietà, dicendo: "Che mangeremo, o che berremo, o di che ci vestiremo?". Poiché sono i gentili quelli che cercano tutte queste cose; il Padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. Ma cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno sopraggiunte. Non siate dunque in ansietà del domani, perché il domani si prenderà cura per conto suo. Basta a ciascun giorno il suo affanno."
MATTEO 6,24-34 (Nuova Diodati) Di Luca Bacchi Oggi mi hai parlato con parole di fuoco
ho tremato nell' udirle e ho vacillato prima di farle mie ma nel momento in cui ho detto si tutto di me era saldo: "Mettimi alla prova figlio mio vivi senza preoccuparti della tua vita e affidati totalmente a me. Ti darò tutto ciò di cui hai bisogno, riceverai doni che non puoi neanche immaginare ti condurrò su vie mai percorse prima e sarò lì ad abbracciarti alla fine del tuo cammino, hai la mia parola" Di Luca Bacchi I desideri hanno limiti I limiti di colui che desidera I limiti della personalità I limiti di chi siamo E della nostra storia personale Il vuoto no, non ha limiti. Rinunciare a tutto ciò che conosco mettendo da parte anche me stesso. Togliere quel macigno che io sono, che blocca la fonte di vita sempre nuova. Come posso mettermi da parte? Sarò sempre io a fare dire pensare! No, devi esserci senza esserci presente ma trasparente alla Sua volontà che sgorga in te e lasciarti attraversare da essa, sentendo che non ne sei separato. Perchè tu stesso sei manifestazione della Sua volontà Il titolo è una frase di Ramana Maharshi
Di Luca Bacchi Sei tornato indietro sei venuto a riprendermi maestro per ricordarmi l' insegnamento fondamentale, puro, privo dei vortici mentali l' essenza. Ascolta: lo yoga non aggiunge nulla ma toglie rimuove tutti i detriti che coprono il tuo cuore fino a riportarlo alla luce e spalancare le sue porte La pratica dello yoga fa parte della mia vita da ormai 8 anni. Non sono un praticante diligente ma sono lunghi i periodi in cui mi assento dalla pratica. Anche in questa estate ho messo da parte la pratica ma come spesso mi è accaduto in passato, è venuta lei a richiamarmi. Libri, coincidenze, incontri, tutti segnali che è tempo di riprendere seriamente la via dell'unità.
Di Luca Bacchi EUGENIO MONTALE - I LIMONI Il testo seguente è tratto dalla poesia I Limoni di Eugenio Montale. Ho estrapolato solo una parte del testo in cui emerge potente cosa sia per Montale la Natura. In questo passaggio, l'autore ci porta in una città rumorosa, dove l'azzurro del cielo si vede solo a pezzi, in un contesto lontano dalla Natura in cui l'anima si fa amara. Poi all'improvviso, da un malchiuso portone appare il giallo dei limoni, e l'immensità si riversa nel nostro cuore. La Natura è la prima manifestazione di Dio, è li ad un passo da Dio, è prossima all'eternità. Basta quel colore giallo dei limoni per spalancarci le porte dell'Infinito.
RABINDRANATH TAGORE - AL RISVEGLIO Nel testo seguente è Rabindranath Tagore a dirci cosa sia per lui la Natura. In questa poesia l' autore riceve un messaggio da Dio ma non riesce a decifrarlo. Nessun uomo può farlo, nemmeno i sapienti. Allora si rivolge alla Natura, alle foglie, al ruscello e all'Orsa del cielo perché loro possono farlo. La Natura è così prossima a Dio che ne conosce il linguaggio! Essa è il tramite tra noi e Dio che può tradurci le Sue parole.
Il mia personale esperienza di pratica meditativa e contemplativa mi ha portato a raffigurare le dimensioni umana e divina come nella figura sottostante. Si tratta di un disegno che ho realizzato diversi anni fa per dare una forma visiva a ciò che esperivo nel mio interno. In questo disegno, Dio ha grandi ali aperte e ha una valenza maschile, ed è collocato in una dimensione differente rispetto a quella umana. Tale dimensione normalmente separata è il Regno di Dio o il Regno dei cieli, e si trova al di là del muro (oltre il velo, oltre il muro del pianto). L'unica porta che unisce le due dimensioni umana e divina è il cuore, inteso concretamente come muscolo cardiaco. Il cuore è la sede del nostro IO, la sede dell' ego che richiama a sè tutta l'esistenza. Il nostro IO è la porta da aprire per consentire finalmente la relazione, il dialogo, l'influenza tra i due mondi. Se l'IO non si apre, DIO non scende in noi. Ecco allora che per raggiungere DIO dobbiamo trascendere il nostro IO, sprofondarci dentro. La parta alta del disegno rappresenta le infinite forme del nostro mondo che hanno come unico comune denominatore appunto, l'IO. Io mangio quello, Io cammino in quel luogo, Io lavoro in quel modo, Io so quel fatto, Io vedo quella immagine, ecc, ecc, ecc. Vi prego di osservare il disegno sottostante con attenzione. Quando sono andato il Egitto, nel maggio 2023, ho incontrato personalmente, senza mediazioni, l'immagine della Dea alata, Iside. La quale mi ha subito ricordato il modo in cui io stesso rappresento la divinità nella sua relazione con l'uomo. E così ho iniziato a studiare le similitudini tra la mia rappresentazione spontanea e quella degli antichi egizi. Iside con le sue ali abbraccia la creazione, Iside è come la coppa dentro la quale si svolge la vita in tutte le sue forme. Una vita che sarà "guidata ed ispirata da Dio" solo se manterremo il cuore aperto in ascolto della parola che dal regno dei cieli giunge per guidarci. Questa simbologia di grandi ali che sostengono il mondo ma che allo stesso tempo lo separano da quello divino tranne che in un unico punto di reale connessione, il cuore, è la stessa che ho ritrovato in Sardegna, nelle tombe dei giganti. Anche qui abbiamo un unico pertugio di connessione, al centro. Questa simbologia concretizzata nella roccia è esattamente ciò che ho fatto io con il mio disegno. L'antico popolo sardo ha così dato ad un esperienza spirituale una forma oggettiva e concreta. Le tombe dei giganti, che in realtà tombe non sono, sono luoghi di guarigione proprio perché sono la rappresentazione materiale della realtà spirituale e colui che anche fisicamente si allinea a tale forma, in questo luogo sacro, ritroverà l'allineamento con la fonte divina e quindi la vera guarigione.
Di Luca Bacchi Sono appena stato in Orsigna, la valle nell'appennino pistoiese in cui aveva casa Tiziano Terzani, il famoso giornalista, scrittore, inviato di guerra. Vengo in Orsigna da più di 10 anni ispirato dai libri di Terzani, ho soggiornato in questa valle tante volte, ospite in splendide case di sasso oppure ospite del bosco con la tenda. Ho sempre trovato un grande beneficio quando sono venuto qui, sia per il corpo ma soprattutto per la mia anima che qui si sente sempre ad un passo da Dio. Nell'immensità di questi boschi, nelle salite sulle cime, nei torrenti, nelle case in sasso ho sempre percepito la presenza di Dio e tutto di me ne ha tratto un grande beneficio. Credo che questo sia un luogo curativo, di guarigione, quindi sacro. Curativo perché soggiornarvi fa bene. I silenzi delle notti in tenda, i piccoli rumori dei selvatici animali che nel cuore della notte si sentono tutti, la fatica delle salite, gli occhi di un cervo, la gioia di un alba, il freddo del vento pungente sulle cime, la nebbia che arriva improvvisa, sono medicine per tutte gli esseri di città, sradicati dalla natura ormai da molte generazioni. Qui in Orsigna si guarisce perché si ritrova la reale proporzione di chi siamo veramente nei confronti della natura. Ritroviamo un senso e una collocazione corretta finalmente, e i nostri ricordi atavici, ancestrali sepolti nella nostra carne si risvegliano irrorando nelle nostre vene, nuova vita, nuova forza, che è l'inizio della guarigione. Sono sempre arrivato qui con molti dubbi, sono sempre ripartito da qui con la pace nel cuore. Non oggi purtroppo. Oggi ho visto Pian Dell'Osteria devastato, irriconoscibile, rasato a zero. Pian dell'Osteria per me era il punto di partenza e di arrivo di ogni mio cammino in Orsigna. Un grande abbraccio di alberi con al centro un piano, un fuoco, un rifugio. Oggi questo nido non c'è più. Tutti gli alberi sono stati abbattuti. Sento un lutto molto forte e profondo, più che umano. La grande Madre è stata colpita duramente e tutti i suoi figli sono spaesati perché in lei si rifugiavano e in lei trovavano cura, amore, guarigione. Il bosco è ancora grande si, ci sono tanti alberi ovunque in Orsigna e la natura è sempre dominante ma questo taglio non è un semplice taglio. E' un'offesa al sacro. Pian dell'Osteria, ripeto, è il campo di partenza e di arrivo, è il luogo in cui chi arriva dalla città si cambia di abito, si ambienta, ed entra nel ventre della Madre. Era questa la porta di accesso e di uscita della grande montagna Sacra e dei suoi boschi. Questa porta sacra è stata violata. La soglia, la porta, tra il mondo ed il regno dei cieli è stata distrutta. I punti di incontro tra dimensioni differenti sono Sacri, sono come il nostro cuore, che è il canale attraverso cui possiamo sentire la voce di Dio. Nessun rispetto per questo? Nessuna attenzione? Nessun timore? Prima di questa Pasqua, Pian dell'Osteria era cosi:
Di Luca Bacchi
Siamo abituati a pensare ai MANTRA come pratiche della tradizione indiana ma in realtà la ripetizione di frasi SACRE è largamente diffusa da sempre anche nel cristianesimo. Qui in occidente, per chi frequenta l'ambiente cristiano, sono noti il ROSARIO e la recita dei SALMI all'interno della LITURGIA DELLE ORE, meglio ancora se in LATINO; nel cristianesimo orientale possiamo ricordare LA PREGHIERA DEL CUORE, una giaculatoria che i monaci ripetono costantemente, non solo con la voce, ma anche mentalmente, per tutta la giornata, si dice anche mentre dormono. Nella prima lettera ai TESSALONICESI, infatti, l' apostolo PAOLO già esortava alla preghiera continua "PREGATE INCESSANTEMENTE" (1TS5,17)
Personalmente utilizzo LA PREGHIERA DEL CUORE come mantra ripetuto per liberare la mia mente dai pensieri ossessivi e dalle preoccupazioni che ritornano sempre uguali nella mia mente, ma anche per ORIENTARE LA MIA ANIMA A DIO, per strapparla dalle preoccupazioni del mondo e dirigerla verso DIO. La frase "SIGNORE GESU' CRISTO ABBI PIETA' DI ME PECCATORE" contiene da sola tutte le fasi di una liturgia: 1- la lode a Dio 2- la presa di coscienza del nostro limite 3- l' offerta 4- la richiesta di grazia Chi frequenta il mondo NEW AGE conoscerà sicuramente il mantra OPONOPONO che consiste nella ripetizione delle seguenti parole "MI DISPIACE, PERDONAMI, GRAZIE, TI AMO" il quale ha molte similitudini con la preghiera del cuore, infatti, l'orante, inizia dicendo "mi dispiace" come a riconoscere la propria piccolezza ed i propri errori e chiede poi perdono, ringrazia e infine si apre all' amore di DIO. La struttura è simile. Nella preghiera rivolta a DIO in tutte le tradizioni, la condizione fondamentale di partenza è quella del riconoscersi LIMITATI al cospetto di DIO che è illimitato; per i cristiani questa condizione limitata è detta la condizione di peccatori. Una volta ridimensionato alla giusta dimensione il nostro EGO, chiediamo PERDONO per le conseguenze nefaste dei nostri limiti umani ovvero, il dolore che abbiamo arrecato a noi stessi, agli altri e a DIO. Per arrivare a DIO, che è dentro al nostro cuore, l'uomo deve ammorbidire il SASSO del proprio cuore, renderlo morbido, malleabile, penetrabile alla luce divina che è dentro, e la cosa più efficace per ammorbidire il proprio cuore è l' atteggiamento UMILE di colui che FINALMENTE si rende conto dei propri limiti e chiede perdono.
IN QUESTO VIDEO/AUDIO HO UNITO UNA MIA CANZONE (IMMANU'EL) ALLA RECITA DELLA PREGHIERA DEL CUORE. POTETE USARLO COME BASE PER LA VOSTRA PRATICA MEDITATIVA OPPURE COME GUIDA PER LA RECITA DELLA PREGHIERA DEL CUORE.
IN QUESTO SECONDO VIDEO POTETE ASCOLTARE LA MIA CANZONE "IMMANU'EL" SCRITTA E INTERPRETATA DA ME SIA PER LA PARTE VOCALE CHE PER LA PARTE STRUMENTALE
Per capire meglio cosa sia la PREGHIERA DEL CUORE vi consiglio di fare la meditazione seguente e di leggere il libro RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO di cui vi lascio i link.
Di Luca Bacchi Per "malattia" si intende non solo la malattia fisica ma anche la "malattia" che riguarda certi ambiti della nostra vita, per esempio, un divorzio, un problema finanziario, problemi lavorativi, intoppi ricorrenti, incidenti significativi, ecc, ecc
L'origine di ogni malattia sta nel peccato Cos'è il peccato? Il peccato è l' atto che ci ha separato da Dio Quali atti ci separano da Dio? Dio parla al nostro cuore ma noi non lo ascoltiamo ascoltiamo piuttosto il mondo e le nostre passioni carnali mortali. Siccome il mondo e le passioni carnali sono "mortali" se noi ci aggrappiamo ad essi, moriremo con loro, se invece noi ci aggrappiamo a Dio che è eterno e seguiamo la Sua volontà acquistiamo l'eternità che si traduce anche qui sulla terra in una vita eterna. Ma purtroppo siamo peccatori, tutti. E quindi soggetti alla malattia, all'usura e alla morte. Però tutto questo noi lo sappiamo e Gesù ci ha indicato la via per la vita eterna, ovvero cercare di non peccare e pentirci per i peccati commessi. Ogni volta che siamo realmente pentiti per i nostri peccati, noi riacquistiamo la vita eterna, la salute, la guarigione, la liberazione, la grazia in tutta la nostra vita. La prima cosa che dobbiamo chiederci quando stiamo male è quale sia stato il peccato che ha provocato la nostra malattia e in quale momento della nostra vita ci siamo allontanati così tanto da Dio. Quando ci siamo allontanati dalla Verità? Quando abbiamo tradito la nostra voce interiore? Quando abbiamo represso la nostra anima per paura? Quando non abbiamo onorato il tempio di Dio (il nostro corpo) con atteggiamenti autolesionisti? Quando ci siamo spezzati interiormente, facendo agli altri ciò che non vorremmo fosse fatto a noi? In queste domande troveremo l'origine della nostra malattia e se saremo veramente pentiti di aver tradito Dio allora, nel pentimento vero, la separazione tra noi e Dio sarà ricucita e passerà anche il male.
Di Luca Bacchi
In questo video vi propongo un parallelismo tra due testi molto diversi tra di loro ma che partono da una radice comune: la rivoluzione culturale pacifica che nasce dal basso, che nasce dal cuore, che nasce da leggi "superiori" che ogni uomo può contattare dentro al proprio cuore. Due vie per cambiare la società in meglio, due modi di "coltivare" e "prendersi cura" della vita che abbiamo ricevuto orientando le nostre azioni verso l'armonia ed il rispetto delle leggi "superiori" che regolano tutto l'universo la cui sorgente è il piccolo e umile cuore dell'essere umano.
Qui sotto vi lascio i link per acquistare i libri su Amazon
Perché nel rito antico il sacerdote dava le spalle ai fedeli?
La questione è energetica e quando si parla di energia l'orientamento è fondamentale. Il sacerdote infatti non si poneva come "attore", ma come fedele tra i fedeli, quindi orientato come tutti gli altri verso Cristo. Chi pratica consapevolmente rituali sacri sa bene che l'orientamento è fondamentale. La parola "orientarsi" significa "volgersi verso oriente" ovvero verso il sole nascente, l'est. Tutte le chiese "ben costruite" sono orientate ad est, ovvero l'altare è posto ad est e l'ingresso ad ovest perché il fedele entrando in chiesa si "orienta" verso il sole nascente che per i cristiani è Cristo. Oltretutto per noi Italiani, l'orientamento ad est è un reale orientamento in direzione della TerraSanta che si trova ad est dell'Italia. Nel rito liturgico prima della riforma, tutta l'assemblea, sacerdote compreso, era rivolta a Cristo. Questo semplice e apparentemente banale dettaglio crea un corpo unico, compatto e più ricettivo, non spezzando l'assemblea in due parti. Perché la messa è "culto" ovvero, una relazione "curata" con Dio. Il rituale per essere sacro (divenire sacramento) ha bisogno di essere curato nelle sue tre parti essenziali: MATERIA, FORMA, e INTENZIONE Il sacerdote che ora, nel rito moderno, si rivolge verso i fedeli, SPEZZA, la forma del rito sacro. Ne spezza il fondamentale allineamento necessario per la ricezione ottimale dell'energia del sole nascente a danno della sacralità dell'intera cerimonia. Spezzare l'allineamento fedeli/sacerdote, energeticamente, è come tagliare il filo conduttore che unisce un punto ad energia potenziale elevata ad un altro punto ad energia potenziale inferiore. Chi è sensibile e percepisce l'energia sa benissimo quanto sia più "debole" l'atmosfera di una messa con il rito moderno rispetto a quella di un rito antico orientato nel modo corretto e recitato in latino. La differenza di irraggiamento sull'assemblea è sostanziale. E' per questo che la messa oggi è diventata un banale evento mondano di incontro tra fedeli e quindi come tutte le cose mondane, col tempo, ha perso ogni attrattiva. Le messe sono deserte perché sono state svuotate da tutti quei dettagli essenziali che le rendevano cerimonie percepibilmente sacre. La gente cerca il sacro! Ha desiderio di atmosfere sacre! Ama il contatto "realmente percepito" con le dimensioni "superiori". Se questa connessione con il sacro non viene offerta dalla chiesa, le persone la cercheranno altrove, in altre religioni o nelle loro case. Tanti sono quelli che si stanno costruendo "luoghi sacri" in casa, proprio perché fuori di casa non ce ne sono più. Quelli che c'erano sono diventati luoghi di aggregazione tra uomo e uomo e non più tra uomo e Dio. Tanti hanno in casa un' altare rivolto ad est, un cero sacro, un incenso, e un libro di preghiere e percepiscono un maggior contatto con Dio nelle loro case piuttosto che nelle attuali chiese. Di Luca Bacchi L' IO è il fattore comune di tutte le esperienze che faccio nella mia vita. Tutte le infinite parti del mio mondo hanno un "soggetto" comune: IO IO mangio, IO incontro quella persona, IO divento padre, IO lavoro, IO faccio colazione, IO vedo te che mi saluti, IO ascolto la tua voce, IO ricevo informazioni da internet, IO mi faccio male, IO guarisco, IO ho preso l'influenza, IO sono triste, IO oggi mi sento felice, IO ho messo dei soldi in banca, IO ho ricevo il tuo amore, IO sento le tue mani che mi accarezzano, IO ho paura di volare, IO quando cammino di notte nel bosco sono sereno, IO studio ciò che è accaduto nel rinascimento, IO sono qui adesso a scrivere sul computer, ecc, ecc, ecc. Tutte queste esperienze le faccio IO. Queste esperienze sono il mio mondo Il mio mondo è incentrato su di me, su questo IO che sento al centro del mio petto. La fine di questo mondo quindi corrisponde alla fine dell'IO Quando l'IO si dissolve, tutto questo mondo si dissolve La morte di me è la fine di questo mondo Per aprirmi ad un nuovo mondo deve passare questo mondo Questo mondo ha come fondamento il mio IO Per aprirmi ad un nuovo mondo devo passare IO Deve svanire il mio IO Devo entrare dentro al mio IO e posizionarmi prima de esso, trascendere me stesso Ma prima dell' IO io non esisto! Appunto! Questa è la via per una nuova dimensione nella quale non esiste alcun IO centrale E' la dimensione del regno di Dio a cui si accede attraverso la croce l'annientamento dell'IO conduce all'unione col Padre non più IO ma il Padre. Questo mondo passerà, si ritirerà, svanirà, il mondo dell'IO si riassorbirà, ciò che non passerà mai è il Padre che è nei cieli da cui IO sono stato generato e in cui IO mi riassorbirò "Nel quadro di Paul Klee, intitolato Fisch-zauber, un acquerello del 1925, l' intera superficie pittorica è occupata dall' immagine di un grande acquario dentro cui è immerso un' acquario più piccolo. Dall' angolo sinistro in basso qualcuno sporge con la testa nell' acquario maggiore: galleggiante al centro, un po' verso destra, sta un' altra persona con due volti che contemporaneamente guardano nell' acquario più grande e in quello più piccolo. Ma anche l'' acquario più grande dà l' impressione di essere immerso in uno più grande che lo contiene. In questa superficie tutto galleggia e fluttua, poiché tutto è in mondi che a loro volta sono connessi e immersi in altri mondi. Ogni stanza del mondo è "fra" mondi più grandi o piccoli. Ogni mondo è soglia e fra-mondo. " (Ivan Nicoletto - I passaggi di Dio)
|
Categorie
Tutti
ArchiVIO
Dicembre 2024
|