Il servire gli altri non è una cosa disdicevole, ne indegna, ne umiliante,
ma è la massima nobiltà. Se lo vivi male, esso degenererà. Prima o poi il tuo “servire” si manifesterà nell’umiliazione e nella sottomissione come di fatto è già accaduto. Il servizio lo devi compiere con dignità Esistono tanti livelli di servizio, dal servizio egoistico al servizio altruistico. Più evolverai, e più lo colorerai di amore, lasciando l’ego sempre più alle spalle. Svolgerai un servizio puro quando ti dimenticherai di te fondendoti con il fluire della vita diventando tu stesso "relazione d'amore" Questa è la massima espressione dell’umano. Ricorda sempre queste parole: Servire l’altro, a prescindere dalla percentuale di egoismo che metterai, è un atto nobile, Sorridi e gioisci tutte le volte che la vita ti darà la possibilità di farlo. (Luca Bacchi)
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Mi sveglio presto, senza sveglia, è domenica mattina.
Alle 7:50 circa apro gli occhi e non mi riaddormento più. Vado in sala, il disordine sul tavolino lasciato ieri sera mi disturba così metto a posto e mi sento subito meglio. E' il momento della preghiera, rituale che porto avanti da alcuni mesi con costanza tutte le mattine. Mi metto in posizione sul tappeto rivolto ai miei oggetti sacri, Buddha, la Bibbia, il Vangelo. Chiudo gli occhi e attendo il momento. Sento che non devo pregare ma meditare, così mi giro verso il muro bianco alla mia sinistra e inizio con lo Zazen. Occhi aperti mani giunte, presente a me stesso, osservo me stesso, osservo i moti interiori, i pensieri, le emozioni, le sensazioni del corpo da un punto di osservazione distaccato. Creo il testimone e resto in questo ruolo. Ogni volta che la mente fugge altrove io ritorno incessantemente alla presenza, mi identifico col testimone e non più con la mia mente ne con il mio corpo, divento il testimone di me stesso e resto li. Presente a ciò che accade ora. 50 minuti. Poi mi alzo e dico.... vado a messa! Senza averlo programmato. Guardo su internet a che ora inizia la messa a Pioppe di Salvaro (Marzabotto -BO), inizia alle 10:30 e sarà celebrato anche il 50esimo anniversario di matrimonio di due parrocchiani. Sono in orario ma devo muovermi. Preparo la moka, la metto sul fuoco, vado a vestirmi, bevo il caffè, lavo i denti e parto. Arrivo, mi siedo, la chiesa è semi vuota. Entra il parroco, è Don Arrigo, un pò acciaccato, accompagnato da un signore. Non me lo ricordavo così vecchio. Inizia la messa, arriva atra gente e la chiesa si riempie. Inizialmente le parole del parroco sono lente e strozzate, non è ancora riuscito ad aprire il canale per far si che tutto scorra dall' alto attraverso di lui. Per fortuna la messa è un rituale anche schematico quindi si affida allo schema e iniziano le letture. Dopo la seconda lettura del vangelo, in cui Gesù dice "date a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio", don Arrigo si connette e la sua parola inizia a fluire generosa emozionante e coinvolgente. Parla di denaro, di valori, di cosa per noi ha valore e a cosa noi diamo valore e sul fatto che forse non ci domandiamo se in verità stiamo dando troppo valore ad alcune cose e poco ad altre. Cosa per noi ha valore è una domanda da porsi e la risposta che diamo dovrebbe concretizzarsi nelle azioni che realizziamo. Così è entrato nel discorso della relazione e dell' amore tra persone, celebrando la coppia che festeggiava il 50esimo anniversario di matrimonio. L'amore che ha un fine materiale, che ha un fine di interesse, che ha un fine personale, che soddisfa un bisogno egoistico è un amore che muore, in ultimo, non è nemmeno un vero amore. L'amore vero si esprime nella gratuità, ovvero nella perdita della motivazione egoica. Non si tratta di annullarsi per l'altro ma piuttosto di mettersi al servizio non dell'altro ma della "relazione". L'amore non deve essere mosso da un bisogno personale, nemmeno dall'annullamento di sé nel darsi totalmente all'altro, ma da un SERVIRE la relazione. E' la relazione la massima forma dell'amore e l'uomo deve mettersi al servizio affinché la relazione, lo scambio, il confronto, la trasmissione di energie, l'arricchimento reciproco, l'evoluzione di entrambi, ecc, ecc, possano verificarsi e alimentarsi. Chiudersi in se stessi è la morte dell'amore. Dedicarsi totalmente all'altro è la morte dell'amore. Servire la relazione è la massima espressione dell'amore. Questo servizio è un servizio quindi gratuito, perché non alimenta l'ego personale, nel l'ego dell'altro, ma alimenta l'unità di cui tutti facciamo parte. Alimenta la consapevolezza della vera nostra natura , che è l' essere Uno con gli altri. Gratuità. Abbandonarsi fiduciosi alla relazione. Metterci al sevizio di qualcosa che ci trascende, qualcosa di più grande di noi, questo qualcosa è la relazione. Così, nel vedere questi due anzianotti uno accanto all'altro e tutta la comunità intorno che li festeggiava, è sorta in me l'emozione, le lacrime sono scese copiose sulla mia faccia. Ho cercato di controllare questo fiume emotivo ma ho dovuto ad un certo punto fregarmene dell' imbarazzo della mia mente. Accanto a me una ragazza piangeva e si soffiava il naso. Mi piace pensare che anche lei abbia "ceduto", contro le resistenze della mente, nonostante l'imbarazzo e l'ego le dicessero che non era il caso di piangere in pubblico. Sono rimasto presente al mio pianto, al pianto della ragazza, al pianto di alcune persone alla mia sinistra, ho sentito la connessione con le persone intorno e la commozione di tutti è stata quindi così condivisa. Ho visto come la mia mente fino all'ultimo ponesse resistenza, fosse imbarazzata, temesse il giudizio, incredibilmente condizionata da infiniti fattori, tutt'altro che libera. Se fossi rimasto identificato con essa avrei mantenuto la faccia di gesso per tutta la cerimonia e sarei uscito esattamente come ero entrato, separato da tutto e da tutti. Così, grazie all osservazione distaccata ho potuto "non ostacolare" ciò che accadeva, non mi sono messo di traverso al normale fluire delle cose e ho vissuto pienamente questa esperienza lasciandomi da essa attraversare, diventando io stesso "relazione". "La legge dello specchio è implacabile e fondamentalmente ironica: un popolo che vota dei candidati con la speranza che questi una volta eletti facciano i suoi interessi personali, si ritroverà con dei governanti che faranno i loro interessi personali, in quanto saranno l'inevitabile specchio del desiderio egoistico del popolo!
Al contrario, se ogni singolo individuo va a votare sperando che chi verrà eletto prenderà le decisioni più giuste per il bene di tutta la nazione e del pianeta, anche se queste decisioni dovessero andare a scapito del suo interesse personale, allora andranno al potere delle persone che faranno l'interesse della nazione, anche se questo dovesse andare a scapito del loro interesse personale." (Officina Alkemica di Salvatore Brizzi Ed. ANIMA Edizioni) La gioia più grande si esprime in un pianto
(Luca Bacchi) Nel momento presente non esiste sofferenza
la sofferenza è nel ricordo, nell'aspettativa, nell'altrove In questo istante ho tutto ciò che mi serve e in abbondanza Istante, dopo istante, dopo istante. (Luca Bacchi) L'apertura del cuore è la porta per accedere al Regno dei Cieli,
nel Regno dei cieli non siamo più identificati con il corpo ma con l'anima. Nel Regno dei Cieli non esistono morte, sofferenza, separazione, tutto è perfetto, proviamo gioia e fiducia incondizionate. Un' opera d'arte, un paesaggio, un dettaglio, il gesto, gli occhi, il sorriso di qualcuno che ci viene incontro, possono scatenare in noi un' apertura del cuore. Questo è accaduto, i tuoi occhi hanno aperto il mio cuore e ho vissuto l'esperienza dell'unità. Anche tu hai vissuto questa esperienza, ma la confondi con altro, e le dai un' altro nome. Ricorda che tutto quello che aggiungi a questa pura esperienza di unità, ti separa da essa. E' solo materiale della tua mente che prova in mille modi a giustificare l'accaduto. Questo non è innamoramento tra due persone, non pensare di aver trovato "l'anima gemella" perché queste sono solo parole. Quello che tu hai trovato è la porta di accesso alla gioia incondizionata, hai compreso che quella porta è dentro di te, quella porta è il tuo cuore. Prenditi cura del tuo cuore, circondati di bellezza, cerca le emozioni superiori intorno a te, esprimile senza paura, vai nella vita con fiducia, sii creativa, nutriti di arte e fai della tua vita un opera meravigliosa. Osserva ogni tuo gesto e dagli grazia, forza e armonia. Dedicati a questa missione. (Riflessioni personali ispirate dal libro di Salvatore Brizzi , Officina Alkemica , Anima Edizioni) L’amore è un esperienza,
l’esperienza dell’unità Non è corretto dire ad una persona “io ti amo” ma sarebbe meglio dire: "Grazie a te io vivo l’esperienza dell’amore” Che caratteristiche deve avere una persona per permetterci di vivere l’esperienza dell’amore? Deve esprimere quelle parti che noi reprimiamo Se reprimo la mia rabbia sarà un rabbioso a completarmi Se reprimo la mia creatività sarà un artista a completarmi Se reprimo la mia sessualità sarà un ipersessuale a completarmi Le coppie si disfano proprio per questo meccanismo di base Ovvero, quando uno dei due giunge a liberare ciò che prima reprimeva, non vive più l’esperienza di unità con l’altro. La relazione può durare nel tempo solo se: 1- i due sono addormentati. Sono fermi. Rimangono gli stessi per tutta la vita 2- i due compiono un cammino evolutivo insieme 3- i due vivono l’esperienza dell’amore anche da soli, sono già uniti con tutto ciò che li circonda, essi sono esseri completi e si riconoscono. Questo terzo punti apre un scenario nuovo L’amore infatti, essendo esperienza di unità, è raggiungibile attraverso l’altro, solo per chi si sente separato. Per chi invece già si sente unito a tutto, l’amore è un esperienza costante in qualsiasi contesto. Questi sono i grandi illuminati della storia (S. Francesco, Gesù, Buddha, ecc) Per noi comuni mortali però c’è una via per giungere l’illuminazione anche solo per un istante. Seguendo le indicazioni dei maestri a piccoli passi, umilmente scendere nella dimensione non duale, alla radice comune di tutte le cose e arrivare a sentire in un estasi dilaniante di essere uniti a tutto. La natura è mia madre,
il sole è mio padre Quando ho perso mia madre ho trovato la natura mi sono immerso in essa mi ha cullato e attenuato il dolore così sono nato una seconda volta Il sole è mio padre mi scalda ogni giorno da sempre adoro restare ore sotto il sole senza nessuna protezione (Luca Bacchi) Non dire mai di cosa verruna: io l'ho perduta; bensì: io l'ho restituita.
Ti è morto per avventura un figliolo? Tu l'hai reso. Morta la tua donna? Tu l'hai resa. (Epitteto, Discorsi) |
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Settembre 2024
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