Di Luca Bacchi La seconda sera di digiuno è passata agevolmente. Sono andato a letto presto: appena rientrato mi sono lavato, ho fatto alcuni lavori in casa, poi ho bevuto una tazza di brodo di verdura, lo stesso della sera precedente. Sento la mente lucida e meditare è molto semplice; non mi "abbiocco" come capita quando mangio normalmente. Prima di andare a letto ho meditato e mi sentivo centrato, stabile, in pieno controllo di me stesso. Ho messo alcune gocce di olio essenziale di lavanda sul cuscino e mi sono coricato. La lavanda mi aiuta a entrare nel sonno con maggiore profondità. Al risveglio è come una riemersione dall’oceano dei sogni, che in questi giorni sono tanti e molto intensi.
Al mattino del terzo giorno mi sento in forze. Ho fame: lo stomaco mi lancia alcuni segnali, ma percepisco anche che in qualche modo si sta rimpicciolendo, come se ora non riuscissi più a contenere le quantità di cibo che solitamente mangio. Inizio così a pensare a quando riprenderò a mangiare, e con quali quantità, per rientrare gradualmente nella dieta ordinaria. La giornata trascorre senza particolari debolezze, a parte qualche giramento di testa, soprattutto quando mi alzo improvvisamente da una posizione chinata. In queste circostanze la vista si annebbia un po’, ma poi tutto torna alla normalità. Continuo a bere acqua e oggi pomeriggio vi ho sciolto dentro un cucchiaio di zucchero. Mi sento "magro", nel senso che ho la percezione di aver perso qualche chilo in soli tre giorni. Non so se sia solo una sensazione, ma i vestiti mi sembrano più larghi, soprattutto i pantaloni. Sicuramente ho perso un po’ di peso, ma non avendo la bilancia non posso dire quanto. Alla sera del terzo giorno ho deciso di interrompere il digiuno, mangiando insieme al brodo di verdura anche le verdure con cui era stato preparato: bieta, carota, cipolla e cavolo, in piccole quantità, cotti e serviti nel brodo. Introdurre cibo dopo un digiuno è sempre un’esperienza mistica: qualunque cosa si mangi, il cibo acquista una dimensione sacra, diventa un “datore di vita”, un “salvatore”, e tutto il corpo si riaccende, esplodendo di gioia nel percepire con maggiore intensità i sapori. Lo stomaco ringrazia borbottando e lentamente si rimette in azione. Il digiuno insegna tante cose:
Appuntamento al prossimo digiuno.
0 Comments
Di Luca Bacchi Come mi aspettavo, è arrivata la crisi di fame della prima sera, all’ora di cena.
Lo stomaco, ma non solo, ha iniziato a pretendere cibo. Tutto il corpo dava per scontata l’assunzione di cibo e, in automatico, si muoveva tentando di innescare le azioni di preparazione del pasto. Veramente, l’abitudine è come un pilota automatico. Mi chiedo cosa possa fare al nostro corpo un’abitudine che si ripete per 20 o 30 anni, o anche di più! Il nostro corpo si incastra in quell’abitudine, e ad ogni piccola variazione o imprevisto rischiano di spaccarci mentalmente, emotivamente e fisicamente. Anche le emozioni sono spesso abitudini che si ripetono sempre nello stesso modo. E così anche le malattie: a volte sono la conseguenza di abitudini malsane ripetute per decenni. Ecco perché diventa interessante osservare quali siano le nostre abitudini e cercare di cambiarle. Come un'allenamento: mantenerci elastici e capaci di sostenere “altre possibilità”. Il digiuno ha, tra gli altri, anche questo scopo: non dare per scontato il pasto, non dare per scontato l’orario del pasto, non dare per scontato il tipo di pasto. E così tutto il nostro essere si risveglia, riacquista maggiore elasticità e attenzione, e impara a gestire la novità. Il pomeriggio del primo giorno è passato tranquillamente, senza particolari crisi di fame. Poi la sera, come già detto, si è fatta sentire la necessità di ingerire qualcosa, con brontolii, senso di insoddisfazione, lamentele, mente inquieta, un po’ di nervosismo. Ovviamente ho mantenuto la rotta e non mi sono fatto abbindolare. Prima di andare a dormire ho bevuto una piccola tazza di brodo di verdure — solo brodo — e mi sono coricato. La notte è stata inquieta, piena di sogni movimentati e stimolanti, come se le mie esigenze fisiche cercassero soddisfazione almeno nel mondo onirico. Il senso di fame, durante la notte, ha lasciato spazio a un senso di vuoto "indifferente". Sentivo di essere vuoto, ma non cercavo di riempirmi: accettavo questa condizione. Ho dormito molto, essendo andato a letto presto. Al risveglio mi aspettavo un desiderio incontrollabile di fare colazione e invece nulla di tutto questo. Sì, c’era sempre un senso di vuoto, ma l’ho accolto con accettazione e serenità. Mi sono alzato e ho scaldato un po’ di acqua e orzo. Mezzo bicchiere. Sento lo stomaco brontolare di continuo, e sento anche i movimenti dell’intestino, che piano piano si svuota e si libera anche del cibo “passato”. Sono andato in bagno regolarmente ieri e anche questa mattina. Vediamo se sarà così anche oggi e domani. Avere una percezione maggiore dei propri organi digerenti è un'altro dei benefici del digiuno, è come se la nostra sensibilità e capacità di ascolto si acuisse. La sensazione è reale: il digiuno mi fa “tornare a zero”, mi fa tornare ad una condizione neutra, da cui poi potrò ripartire. Come un piccolo reset dal passato. Un primo passo per accogliere il nuovo che verrà. Come ulteriore pratica di pulizia, oltre al digiuno, sto eseguendo le irrigazioni nasali con la lota, introducendo acqua e sale nelle narici (vedi “lota”). La tradizione indiana ayurvedica invita a effettuare periodicamente pratiche di pulizia corporea come il digiuno, la pulizia del setto nasale o dell’intestino con i clisteri; tutto questo perché, per l’ayurveda, la pulizia non è solo una questione esteriore, ma anche interiore. Lavorare a digiuno è inizialmente un po’ spaesante, perché il corpo all’inizio appare debole, e se non siamo abituati potrebbe anche girarci la testa. Ma la minore forza del corpo è solo un’illusione: in realtà le nostre energie, durante il digiuno, tendono a crescere, assieme alla lucidità mentale. Certamente, per chi non è abituato, è bene evitare grandi sforzi, soprattutto se si percepiscono giramenti di testa, e concedersi un po’ di riposo in più del normale. Di Luca Bacchi Inizio oggi un digiuno di tre giorni dai cibi solidi.
Sento il bisogno di depurarmi nel corpo, nella mente e nelle emozioni. Dopo questa luna piena del 13 aprile, così intensa per me, ho bisogno di lasciare andare tutte le scorie che sento addosso, e dentro. Non è difficile digiunare tre giorni quando c’è una motivazione. Solitamente i digiuni falliscono per mancanza di motivazione, non certo per problemi di salute: il corpo umano può fare a meno del cibo per molto tempo, solo che non è abituato. Ho già digiunato per tre giorni: ero al fiume, dormivo in tenda... un altro contesto, forse più facile, perché non avevo il frigorifero e la dispensa a portata di mano. Digiunare in casa propria presenta qualche difficoltà in più, soprattutto per il fatto di trovarsi in un ambiente familiare, quindi a rischio di monotonia. E la monotonia spesso fa venire fame! Mi sono svegliato, cambiato e lavato. Dopo le “abluzioni” — come si dice in certi ambienti — mi sono dedicato alla preghiera, che per me adesso ha una forma molto essenziale, diretta, fatta di poche parole e molti silenzi. Offrire la giornata a ciò che per me è Dio mi rassicura e mi mette nella condizione di "colui che ha scelto di affidarsi" a qualcosa di più grande, che fa girare me e tutto il mondo. Voglio essere in armonia con ciò che fa girare il mondo: credo che sia questo il segreto della pace. Così ho rivolto la mia preghiera, pressoché silenziosa, al mio cuore, luogo in cui Dio si affaccia in ascolto, offrendo un incenso. Dopo la preghiera, solitamente, mangio. Ma oggi mi sono limitato a bere qualcosa di caldo: una tazza di orzo, nient’altro. Già adesso, all’ora della colazione, il corpo si aspetta del cibo: è come se lo stomaco, pochi minuti prima dell’orario stabilito, già aprisse le sue fauci da sé, per abitudine. E se io non introduco nulla, lui ci rimane male... e inizia letteralmente a brontolare. Già questo fatto è spunto di molte riflessioni, perché mostra con grande evidenza come il corpo umano si muova per automatismi: è come una locomotiva che posizioniamo su un binario, le diamo una direzione, e lei prosegue sempre su quel tracciato. Molte esigenze fisiche sono il frutto di abitudini consolidate negli anni: cambiare queste abitudini diventa quindi un vero esercizio fisico di elasticità corporea. La ripetizione blocca il corpo nelle stesse possibilità, e lui si fossilizza. Così, un cambiamento improvviso viene percepito come una rottura, proprio per mancanza di elasticità. Allora, così come cerchiamo di mantenere muscoli e articolazioni elastici con lo yoga o lo sport, è bene mantenere elastici anche lo stomaco, la mente, le emozioni… per non rischiare di diventare pezzi di legno secchi, che si spezzano facilmente. Lo stomaco brontola. Sta aspettando il suo cibo all’ora prestabilita. E io lo ascolto, lo rassicuro, ci parlo, spiegandogli che questo piccolo sacrificio ci renderà più forti, entrambi. Lavoro nell’orto. Sistemo la pacciamatura che i merli continuano a scavare, spostare e ribaltare sopra alle insalate. Le patate stanno iniziando a spuntare dal terreno: ho visto le prime foglie verdi proprio oggi. Do un po’ d’acqua al semenzaio, dove stanno crescendo zucchine e pomodori, ancora al riparo dal freddo delle notti di aprile. E lavorando, non penso alla fame. Non penso al cibo. Continuare le attività quotidiane anche durante il digiuno è importante, perché farle a stomaco vuoto è diverso: tutto prende una luce differente. Il fatto di essere a digiuno acuisce la mente, e il focus sull’attività è maggiore. Inoltre, non avere la preoccupazione di preparare da mangiare è una distrazione in meno. A stomaco vuoto si lavora decisamente meglio. Conosco bene la parabola del digiuno: inizialmente c’è l’entusiasmo di chi comincia, la voglia, la forza di partire. Poi arriva la fame vera, quella della prima sera. Rientrando dopo il lavoro, vedere la tavola vuota può mandarci in crisi, perché il nostro stomaco si aspetta il pasto. Io, la prima sera — non avendo fatto né colazione né pranzo — sento dentro di me un vuoto così totale che mi mangerei qualsiasi cosa. Immagino il bicchiere di vino accompagnato da formaggi e affettati come antipasto, poi una tagliatella, poi le patate al forno, il pane fatto in casa, eccetera eccetera. E una voce dentro di me inizia a farsi sentire sempre più forte e chiara. Solitamente dice cose tipo: “Perché non vai al ristorante qui vicino? Non devi neanche cucinare. Sei stanco. E poi lì spendi poco, ti conoscono, ti fanno pagare meno. Hai lavorato tutto il giorno, te lo meriti! Dai, cosa aspetti? Fatti una doccia e vai al ristorante…” Insomma, questa è la fase più difficile, perché è la prima sera di digiuno, e tutto il mio essere si aspetta il cibo. Poi accade che, resistendo — magari bevendo una tisana, facendo una doccia, andando a letto — supero così il primo giorno. Anche la mattina seguente è abbastanza difficile, ma poi, nel pomeriggio del secondo giorno, si inizia ad entrare in uno stato di “nuova normalità”, di accettazione che coinvolge corpo e mente. Da qui in avanti, le crisi di fame si riducono, fino a scomparire. Il terzo giorno, solitamente, è facile da superare: il corpo non chiede più con insistenza, e la mente si è stabilizzata. In questo digiuno mi aspetto le stesse dinamiche. Sono preparato. Di Luca Bacchi L'energia del posto, scelto appositamente dal conte Cesare Mattei come sede del suo castello in cui preparava i rimedi elettro-omeopatici venduti in tutto il mondo, è nota e percepibile da chiunque sia sensitivo. In questo contesto abito e vivo.
Le montagne alle mie spalle, Montovolo (Monte Palense) , Vigo, Monte Vigese, sono enormi antenne che ricevono l'energia universale e la scaricano su questa meravigliosa terra e in fondo alla valle, i fiumi Limentra e Reno, consentono a questa energia di scorrere in continuazione e andare nel mondo. E' questa una condizione perfetta e naturale di ricezione e condivisione di energia universale, in un luogo incontaminato e sacro da millenni. In questo contesto, l'aria pura, l'energia, l'acqua miracolosa delle sorgenti, la guarigione in qualsiasi senso la si voglia intendere, è facilitata. Questa terra mi chiama da diversi anni e prima di trasferirmi qui ad abitare, l'ho frequentata camminandoci dentro per anni, bevendo le sue acque e immergendomi nella sua atmosfera magica e misteriosa. Ora inizia il mio servizio, preparato da anni con corsi e approfondimenti di meditazione, yoga, reiki, pranoterapia e massaggio, uniti al mio personale cammino di ritorno a Dio che mi ha portato a viaggiare, spinto da una chiamata, nei luoghi di potere di tutto il mondo, Sardegna, Venezuela, Birmania, India, Egitto, Tanzania, Marocco, Jano, Orsigna, Foreste Casentinesi, Camaldoli, Monasteri ed eremi. Condivido ciò che ho acquisito in 15 anni di ricerca personale e mi metto ora a disposizione del mio prossimo utilizzando come chiave di accesso il Reiki e la pranoterapia. Per info whatsapp 3274542476 - Mi trovate a Campolo, nel comune di Grizzana Morandi (BO) Di Luca Bacchi Durante il mio viaggio in India ho avuto modo di conoscere un produttore di incensi naturali e artigianali buonissimi, la sua attività è sita in Varanasi, la città più sacra di tutta l'India sulle sponde del Gange. I suoi incensi sono meravigliosi, delicati, mai invadenti, sono gli incensi più buoni che io abbia mai provato, ed è per questo che sono rimasto in contatto con questa persona e periodicamente me li faccio spedire dall'India. Posso ordinarli anche per voi se mi contattate in privato al 3274542476 Sono disponibili in vari formati e fragranze: CONI, BASTONCINI, LEGNETTI Oltre ai suoi incensi fatti in casa da lui personalmente, sono disponibili incensi di qualità prodotti in altre realtà locali o Nepalesi o del Butan. Di seguito alcuni esempi: Tendenzialmente farò un ordine ogni due mesi
Per ordinare i vostri incensi e avere tutte le informazioni a riguardo Luca whatsapp 3274542476 Di Luca Bacchi So bene che le mie imperfezioni sono la causa delle mie passioni incontrollate. E cosa faccio per evolvere? Mi dovrei calare nell' abisso delle mie mancanze e rovistare nella palude in cui giacciono cercandole una ad una, esaminandole in tutte le loro parti, piangendo per ognuna di esse?
No di certo! Ho capito nell' anima mia che in questo modo non ne verrò mai a capo perché la condizione essenziale dell' essere umano è il limite. Rimuoverne uno ne genera un' altro. Questo lavoro mi impantana ancora di più. Io sono rivolto in alto, nonostante le mie zavorre tendo imperterrito alle cime, le quali cime mi consentono di accettare e amare le mie croci che prima, nel pantano della mia piccola ed egoica ragione, mi tormentavano. Innalzato ed ispirato dalla bellezza, senza mai voltarmi indietro, ricopro con il manto dell' amore ogni limite. (Foto: TajMahal - Agra - novembre 2023) Di Luca Bacchi Operatore Reiki da 10 anni, eseguo trattamenti presso la sede NellaBaita di Campolo in provincia di Bologna. Per appuntamento wathsapp 3274542476 REIKI VERGATO PRANOTERAPIA VERGATO BOLOGNA CAMPOLO TRATTAMENTI A DISTANZA PRANA GUARIGIONE LUCA BACCHI NELLA BAITA
Di Luca Bacchi Alcuni anni fa mi capitò un fatto incredibile:
Una mia conoscente mi aprì il suo cuore raccontandomi una questione personale che la tormentava intimamente da diverso tempo. Con profondo rispetto e gratitudine per la fiducia accordatami, mi misi in ascolto, cercando di rimanere aperto e ricettivo al suo vissuto, senza giudicare, ma offrendole un canale di “sfogo” e di “liberazione”. Aveva bisogno di aprire il suo cuore ed esprimere (exprimere=premere fuori) il suo dolore. Mi raccontò che da molto tempo lei ed il suo compagno stavano provando ad avere un figlio invano; erano ricorsi anche alla medicina per stimolare la gravidanza, senza alcun risultato. Questo la faceva sentire sbagliata, una donna fallita, una nullità. Io non le dissi molto, cercai semplicemente di creare le condizioni affinché potesse raccontare tutto il dolore che aveva dentro fino all’ultima goccia, cercai di accompagnarla in questo atto liberatorio che consisteva essenzialmente nell’apertura del cuore, nel suo mostrarsi fragile, umana, femmina, e di farlo senza paura, mettendo da parte le maschere, essendo semplicemente se stessa. Io in quel momento fui semplicemente testimone dell’apertura del suo cuore, ovvero della sua apertura finalmente fiduciosa alla vita. Un apertura di cuore che si rivelò salvifica perché 9 mesi dopo diventò madre. Non è possibile spiegare razionalmente ciò che successe quel giorno ma ci proverò: io sento che quella sera le chiusure della sua personalità che probabilmente ingabbiavano la sua anima si spalancarono. Aprendomi il suo cuore con coraggio, vinse la sua paura nei confronti della vita e la vita nuova entrò in lei. Questo fu l’atto psicomagico che la diede poi la possibilità di diventare madre. Ricordo un altro episodio legato alla nascita della vita: una notte sognai un mio caro amico che nel sogno mi veniva a comunicare che sarebbe diventato padre. La mattina successiva lo chiamai e lui incredulo, mi confermò che la sua compagna era incinta. Un’ altro episodio fu questo: un giorno nella sala caffè dell’azienda in cui lavoravo incontrai una mia collega che come me stava prendendo il caffè, ci salutammo e io vidi intorno a lei un’ aura luminosa, bianca brillante che rendeva la sua presenza come un sole all’interno della stanza. Ebbi la sensazione che in lei si fosse accesa una nuova luce come se le anime, all’interno del suo corpo, fossero due, e non una. Pochi giorni dopo seppi che aveva appena scoperto di essere incinta. Ora abito in una zona molto particolare. Questa zona dell’appenino nei pressi della Rocchetta Mattei è considerata da sempre una zona che facilita la guarigione di qualsiasi tipo, sia fisica che spirituale, perché la natura qui, ha il potere di riportare le nostre vibrazioni alla vibrazione “madre” che purtroppo solitamente perdiamo. Il conte Mattei costruì la sua Rocchetta in questo luogo proprio per il suo potere curativo infatti, per la guarigione dei suoi assistiti era fortemente consigliato il soggiorno prolungato in questi luoghi e così fece costruire intorno al castello tanti alloggi per gli ospiti. Oltre all’aria, e all’energia delle montagne sacre che qui scaricano a terra come vere e proprie antenne l’energia nell’universo, vi sono i due fiumi che scorrendo alla base di esse, consentono un rinnovo continuo dell'energia. Qui l’energia di guarigione non ristagna ma è sempre nuova proprio grazie al torrente Limentra e al fiume Reno qui sotto che ne consentono il fluire. Le sorgenti poi, di acqua pura da bere, che sgorgano dal monte Palense, completano la purificazione interiore. Soggiornare qui, camminare per boschi, bere acqua di fonte, è una occasione di guarigione fisica e di rinascita spirituale. Di Luca Bacchi Il titolo trae in inganno volutamente quindi necessita di spiegazioni. Con il termina "lavorare" intendo un'attività fisica svolta per guadagnare soldi, ovvero una qualsiasi forma di prostituzione: dare la propria vita in cambio di denaro.
Se io invece svolgo un' attività anche faticosa per il piacere di farla, allora quell' attività per me non è lavoro ma è VITA. Questo è il mio obiettivo: svolgere intensamente quelle attività che mi riempiono di gioia, di senso, di dignità, che seguono i miei valori e che quindi svolgo con amore. Fare l'orto ad esempio è un'attività molto faticosa che impegna moltissimo e non produce reddito. Tale attività però mi appaga pienamente perché mi consente di produrre per me e per la mia comunità del cibo sano a km zero, di non alimentare il consumismo e la globalizzazione, di prendermi cura della mia terra e di andare a dormire sereno. Queste forme di retribuzione non sono economiche ma hanno un valore infinitamente superiore al denaro. Il denaro sicuramente serve ma in quantità molto inferiore di quanto si possa immaginare. Chi possiede una casa e un pò di terra di proprietà, qualche buon amico e una buona salute , ha già praticamente tutto il necessario per vivere. Con poche decine di euro al mese in aggiunta il gioco è fatto. Questo è il mio obiettivo. Vivere facendo ciò che amo, ciò che ha senso, ciò che è nobile, così da potermi addormentare alla fine della giornata o alla fine della vita, riappacificato.
Di Luca Bacchi
Siamo abituati a pensare ai MANTRA come pratiche della tradizione indiana ma in realtà la ripetizione di frasi SACRE è largamente diffusa da sempre anche nel cristianesimo. Qui in occidente, per chi frequenta l'ambiente cristiano, sono noti il ROSARIO e la recita dei SALMI all'interno della LITURGIA DELLE ORE, meglio ancora se in LATINO; nel cristianesimo orientale possiamo ricordare LA PREGHIERA DEL CUORE, una giaculatoria che i monaci ripetono costantemente, non solo con la voce, ma anche mentalmente, per tutta la giornata, si dice anche mentre dormono. Nella prima lettera ai TESSALONICESI, infatti, l' apostolo PAOLO già esortava alla preghiera continua "PREGATE INCESSANTEMENTE" (1TS5,17)
Personalmente utilizzo LA PREGHIERA DEL CUORE come mantra ripetuto per liberare la mia mente dai pensieri ossessivi e dalle preoccupazioni che ritornano sempre uguali nella mia mente, ma anche per ORIENTARE LA MIA ANIMA A DIO, per strapparla dalle preoccupazioni del mondo e dirigerla verso DIO. La frase "SIGNORE GESU' CRISTO ABBI PIETA' DI ME PECCATORE" contiene da sola tutte le fasi di una liturgia: 1- la lode a Dio 2- la presa di coscienza del nostro limite 3- l' offerta 4- la richiesta di grazia Chi frequenta il mondo NEW AGE conoscerà sicuramente il mantra OPONOPONO che consiste nella ripetizione delle seguenti parole "MI DISPIACE, PERDONAMI, GRAZIE, TI AMO" il quale ha molte similitudini con la preghiera del cuore, infatti, l'orante, inizia dicendo "mi dispiace" come a riconoscere la propria piccolezza ed i propri errori e chiede poi perdono, ringrazia e infine si apre all' amore di DIO. La struttura è simile. Nella preghiera rivolta a DIO in tutte le tradizioni, la condizione fondamentale di partenza è quella del riconoscersi LIMITATI al cospetto di DIO che è illimitato; per i cristiani questa condizione limitata è detta la condizione di peccatori. Una volta ridimensionato alla giusta dimensione il nostro EGO, chiediamo PERDONO per le conseguenze nefaste dei nostri limiti umani ovvero, il dolore che abbiamo arrecato a noi stessi, agli altri e a DIO. Per arrivare a DIO, che è dentro al nostro cuore, l'uomo deve ammorbidire il SASSO del proprio cuore, renderlo morbido, malleabile, penetrabile alla luce divina che è dentro, e la cosa più efficace per ammorbidire il proprio cuore è l' atteggiamento UMILE di colui che FINALMENTE si rende conto dei propri limiti e chiede perdono.
IN QUESTO VIDEO/AUDIO HO UNITO UNA MIA CANZONE (IMMANU'EL) ALLA RECITA DELLA PREGHIERA DEL CUORE. POTETE USARLO COME BASE PER LA VOSTRA PRATICA MEDITATIVA OPPURE COME GUIDA PER LA RECITA DELLA PREGHIERA DEL CUORE.
IN QUESTO SECONDO VIDEO POTETE ASCOLTARE LA MIA CANZONE "IMMANU'EL" SCRITTA E INTERPRETATA DA ME SIA PER LA PARTE VOCALE CHE PER LA PARTE STRUMENTALE
Per capire meglio cosa sia la PREGHIERA DEL CUORE vi consiglio di fare la meditazione seguente e di leggere il libro RACCONTI DI UN PELLEGRINO RUSSO di cui vi lascio i link.
Di Luca Bacchi
In questo video vi propongo un parallelismo tra due testi molto diversi tra di loro ma che partono da una radice comune: la rivoluzione culturale pacifica che nasce dal basso, che nasce dal cuore, che nasce da leggi "superiori" che ogni uomo può contattare dentro al proprio cuore. Due vie per cambiare la società in meglio, due modi di "coltivare" e "prendersi cura" della vita che abbiamo ricevuto orientando le nostre azioni verso l'armonia ed il rispetto delle leggi "superiori" che regolano tutto l'universo la cui sorgente è il piccolo e umile cuore dell'essere umano.
Qui sotto vi lascio i link per acquistare i libri su Amazon
Di Luca Bacchi Conserva il tuo cuore puro
rimani nella fede, non temere sii pieno di speranza, bontà, fiducia non cedere a sentimenti di morte anche quando sarai circondato da brutture rimanga il tuo cuore sempre puro "beati i puri di cuore perché vedranno Dio" (Mt 5,8) Il cuore è il luogo da cui escono il bene o il male, la vita o la morte, la purezza o l'impurità, ciò che ti salva o ciò che ti condanna. "non c'è nulla fuori dell'uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro, ma sono le cose che escono dall'uomo a renderlo impuro" (Mc 7,15) La tua salvezza o la tua condanna dipendono da te, non dal mondo là fuori. Tutto dipende da ciò che farai uscire dal tuo cuore, se perseverando custodirai in te l'amore, ti salverai se invece cederai a sentimenti di morte, condannerai te stesso. Sii forte e vigila su ciò che risiede istante per istante nel tuo cuore e mantienilo puro, come colui che amando la propria casa la mantiene pulita. I puri di cuore vedranno Dio, perché sono le nostre impurità ad impedire alla Sua luce di raggiungerci Rimanendo puri, riceveremo tutta la sua luce, senza i filtri dell'impurità. Antonio: bisogna uscire da questa società patriarcale Sara: in che senso Antonio? A: nel senso che l'energia maschile ha schiacciato l'energia femminile per secoli e ora è il momento di lasciare spazio all'energia femminile affinché possa esprimersi in tutti i settori S: sono d'accordo ma non credo che sia giusto uscire da una società patriarcale per entrare in una società matriarcale. Sarebbe un ricadere nell'altro opposto. Io spero in una società in cui maschile e femminile siano in equilibrio. A: si, ma per uscire da un eccesso, inizialmente, è necessario eccedere nella direzione opposta e poi in un secondo tempo lavorare per l'equilibrio. S: hai ragione, come una palla spinta sott'acqua, appena la lasciamo schizza prepotentemente fuori in direzione opposta, corriamo ora questo rischio. Non bisogna perdere di vista l'obiettivo vero che è l'equilibrio tra maschile e femminile e non piuttosto la vendetta. Maschile o femminile si possono dire sani solo se il loro "opposto" è sano. Il femminile è sano solo se il maschile è sano e viceversa. A: si, hai ragione, bisogna stare attenti a non cadere in uno squilibrio opposto, altrimenti siamo da capo. S: non possiamo però nemmeno rinnegare e discriminare completamente la società patriarcale perché è in essa che noi siamo cresciuti. Sarebbe come tagliare le nostre radici e senza radici nessuna pianta sopravvive. A: continua... S: La casa in cui vivo me l'hanno comprata i miei genitori. Mio padre ha lavorato per 45 anni, 10 ore al giorno, al comando di un'azienda, in un ruolo dirigenziale che all'epoca era un' esclusiva maschile. Nessuna donna all'epoca aveva ruoli dirigenziali. Quello era il tempo. Per via di questa condizione favorevole nel mondo del lavoro, di cui il sesso maschile ha usufruito per decenni, mia madre è stata a casa a occuparsi della famiglia e io sono cresciuto nel benessere sia economico che relazionale perché mia madre era presente, non ero sballottato da una babysitter all'altra. E ora ho ricevuto un patrimonio che mi consente di vivere serenamente e ho ricevuto anche l'amore di una famiglia che non si è sfasciata. A: capisco cosa intendi. Ora accade sempre più spesso che le famiglie si sfascino perché marito e moglie vogliono comandare entrambi e così si scannano. S: Le famiglie ora si sfasciano per tanti motivi ma uno è sicuramente anche quello che hai citato tu. La mia stabilità famigliare e quindi la stabilità delle mie radici, è dovuta in parte anche alla società da cui vengo, devo ammetterlo. A: vero S: La via da percorrere è quella dell'amore, non del conflitto tra uomo e donna. Purtroppo spesso sul piano emotivo ci sono dei rancori "generazionali" e "antichi" che ci muovono come se fossimo dei burattini nelle loro mani e tali "spiriti" a volte cercano solo vendetta. A: si, si percepisce anche tanta rabbia e desiderio di rivalsa e non di reale equilibrio. S: le memorie emotive generazionali hanno una grande presa su di noi, ma sta a noi divenire uomini e donne liberi. Liberi soprattutto da queste energie del passato che cercano compensazione o vendetta. Un' uomo o una donna veramente liberi percepiscono dentro se stessi questi moti che vengono dal passato, che non sono i loro, e così riescono a prenderne le distanze e a prendere decisioni libere. A: alla fine si torna sempre al lavoro su di sé S: si....vero.... alla fine, in sintesi, il lavoro evolutivo per tutta la società si riconduce al lavoro personale di "pulizia" dalle memorie altrui che ognuno ha dentro. E' un cammino di ricerca e perseguimento della vera libertà che non è altro che un giungere ad agire nel "qui e ora" e non piuttosto un agire mossi da spiriti altrui che ci possiedono. Note etimologiche PATRIARCATO: Significa "comando del padre" ; Patria(stirpe)+Arkho(comando)
MATRIARCATO: Significa "comando della madre" ; Mater(madre)+Arkho(comando) AGAPEARCATO: Significa "comando dell'amore" ; Agape(amore)+Arkho(comando) Senza un lavoro andrò avanti grazie alla provvidenza. Piccoli lavoretti saltuari, sempre diversi, un pò di artigianato, il mio orto e l'aiuto di qualche buon' anima; avrò tutto il necessario per vivere degnamente io e la mia famiglia.
Troverò una casetta in sasso sull'appennino, con un pò di terra intorno, il bosco e una sorgente di acqua nei pressi. Mi scalderò con la legna del bosco, laverò i miei panni a mano e cucinerò con la stufa a legna. Mi sposterò prevalentemente a piedi o con i mezzi pubblici e userò la mia auto solo per le emergenze.
Di Luca Bacchi
"È l' assenza della preghiera che rende la vita moderna vuota e priva di significato. La vita moderna è staccata dalla sua sorgente e le menti degli uomini sono chiuse dentro i confini delle loro personalità, incapaci di sfuggire alle loro catene" (IL FILO D'ORO - Bede Griffiths)
La Natura è immensa e vasta ed è una prima grande assaggio della presenza di un intelligenza superiore che ci avvolge nella sua bellezza e si prende cura di noi. Ma è solo un assaggio. Dio è un amore assordante e incontenibile che abbraccia tutto anche la natura stessa. Nella preghiera vera, che non è una semplice recita ma è una reale incarnazione delle parole che pronunciamo, questo amore inizia a scorrere dentro di noi, piano piano esce dal cuore e irradia tutto il nostro corpo e tutto il mondo intorno fino ai confini delle galassie e oltre. La preghiera cura ogni male, ogni problema, ogni difficoltà, perché sostenuti da questo amore ci eleviamo sopra noi stessi, usciamo dal nostro io piccolo e dolente e ci collochiamo in un cielo superiore da cui le magagne del nostro piccolo io, trovano collocazione e pace all'interno di una visione più ampia e reale.
La preghiera è un' espansione di coscienza, un' avvicinamento alla coscienza totale che è Dio. Perdere la preghiera significa perdere ogni possibilità di sanare noi stessi, e nostre relazioni, il nostro mondo. Perdere la preghiera significa rimanere chiusi dentro al nostro piccolo ego, in gabbia. Ogni preghiera è un esercizio di consapevolezza, di ricordo di sé, di presenza mentale; un elevazione di noi stessi dalla dimensione mortale alla dimensione eterna. Ecco perché "qualsiasi cosa chiederete in nome mio vi sarà concessa". Perché pregando, Dio entra in noi esseri mortali, si incarna nella nostra carne, e allo stesso tempo noi saliamo in lui, nel suo regno eterno. E tutto diventa possibile. Di Luca Bacchi “Ispirazioni” è il titolo di una collana poetica nata dal personale desiderio di condividere il mio mondo interiore: intuizioni e riflessioni ricevute come ispirazione nel mio intimo, con la speranza di portare un pò di giovamento e conforto ad altre anime che come me percorrono il cammino di ritorno all’Uno. Non siamo soli, fisicamente separati, ma spiritualmente uno al fianco dell’altro. Clicca sull'immagine per scaricare il pdf Questo primo numero è frutto delle ispirazioni giunte durante i miei soggiorni al monastero di Camaldoli e al Sacro Eremo tra novembre e dicembre 2022
Di Luca Bacchi Sono stato al monastero di Camaldoli per creare una relazione più profonda con me stesso, con la parte più saggia di me. E' stato un ritiro libero, senza un programma; giornate scandite dalla liturgia del monastero e dai pasti; ho trascorso il mio tempo nel silenzio della mia stanza in ascolto, scrivendo ciò che sgorgava dal cuore, cercando in me le risposte. Ho scoperto che la scrittura libera, ispirata, è per me un canale aperto, fertile, attraverso il quale contattare una saggezza superiore che mi abita. I video seguenti sono stati girati prima e dopo; il primo durante il viaggio di andata e il secondo durante il viaggio di ritorno. Si nota bene come lo spirito sia differente tra il primo e il secondo, all'andata sono pervaso da uno spirito di aspettativa, ricerca, curiosità, coraggio, mentre al ritorno, sono radicato, pieno, arricchito e sazio. Un uomo differente, uno spirito differente. Partenza Ritorno
Di Luca Bacchi
![]() Oh quanto è corto il dire e come fioco al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ vidi, è tanto, che non basta a dicer ’poco’. O luce etterna che sola in te sidi, sola t’intendi, e da te intelletta e intendente te ami e arridi! Quella circulazion che sì concetta pareva in te come lume reflesso, da li occhi miei alquanto circunspetta, dentro da sé, del suo colore stesso, mi parve pinta de la nostra effige: per che ’l mio viso in lei tutto era messo." (Divina commedia, Paradiso, Canto XXXIII, 121-132)
La via Degli Dei è un cammino lungo e difficile alla scoperta della natura, dell'Appennino, ma soprattutto di noi stessi e della verità che abbiamo nel cuore, così come il cammino di Dante Alighieri nella sua Divina Commedia attraverso l'inferno, il purgatorio ed il Paradiso. Come recita il canto XXXIII, infatti, Dante, dopo tanto vagare, giunto al traguardo, guarda Dio e ciò che vede è la sua immagine riflessa.
NOTE: Abito vicino a Sasso Marconi, (prima tappa della Via Degli Dei) e così ho deciso che per questa mia quinta Via degli Dei sarei partito direttamente da casa. Alle ore 06:00 di venerdì 21 ottobre 2022 ho mosso il primo passo e dopo 6km mi sono inserito nel sentiero nei pressi della stazione di Sasso Marconi.
GIORNO 1
GIORNO 2
GIORNO 3
M- Tu sei così diverso da me! L- No, non siamo diversi, mi percepisci diverso solo perché siamo lontani. M- ma tu sei diverso da me! L- no... io sono esattamente come te. M- smettila... sei oggettivamente diverso! L- ascoltami... vieni più vicino.... guardami negli occhi.... tocca le mie mani... M- ..... L- mi percepisci ancora diverso? L'origine della vita è dentro al nostro cuore,
quell'origine è la stessa per tutti, in quell'origine siamo tutti uniti, tutti un' essere unico, Dio. Più ci allontaniamo da quell'origine, più ci allontaniamo dal cuore, più ci percepiamo separati gli uni dagli altri. La via dell'unione è un viaggio a ritroso, dall'esterno mondo separato tornare al centro del nostro cuore, dove tutti viviamo la stessa identica esperienza. Siracide 35,19-20 Gli occhi del Signore sono su quelli che lo amano;
egli è protezione potente e sostegno vigoroso, riparo dal vento infuocato e dal sole meridiano, difesa contro gli ostacoli, soccorso nella caduta. Il Signore solleva l'anima e illumina gli occhi, concede guarigione, vita e benedizione. Di Luca Bacchi L'energia Cristica ci ispira ad abbandonarci alla volontà di Dio.
Ma qual'è la volontà di Dio per noi? Gesù la conosceva, sapeva cosa Dio gli stava chiedendo. Ma io? Qual'è il mio destino? Qual'è il piano divino a cui devo abbandonarmi? Forse prima di tutto devo trovare il modo di comunicare con Dio, trovare un "linguaggio" che mi consenta di entrare in relazione e comprendere la sua volontà su di me. E come si fa? Gli indizi ci sono... primo fra tutti: "il regno di Dio è dentro di voi", quindi non sarà un "canto" là fuori, ma piuttosto un "sentire" personale dentro al cuore. La meditazione sarà quindi fondamentale. Ecco cosa dobbiamo fare come primo passo; attivare il "senso di Dio" e affinarlo. Attivare un canale comunicativo nuovo, prima sconosciuto, che ci consenta di comunicare con Lui. Allora poi, solo allora, quando questa relazione consapevole sarà nata, giungerà il momento del coraggio, il momento della vera rinuncia di sé, dell'abbandono nelle braccia del Padre, del fare la sua volontà e non più la nostra. Quello è il Cristo. Il senso di Dio è un apertura nel cuore attraverso la quale sgorga un fiume caldo e coraggioso, che chiede di riversarsi nel mondo attraverso precisi pensieri, precise parole, precise azioni. Una volta aperta questa sorgente, sarà impossibile soffocarla o zittirla. Ogni atto che compiremo non allineato ad essa lo percepiremo come "falso". A quel punto, si aprirà la nostra vera possibilità di scelta, la possibilità di essere finalmente integri, di agire con integrità, allineati con la verità che sgorga dal nostro cuore. Senza alcun compromesso. (In foto: Artigianato NELLABAITA - Cristo Pantocratore ; secondo chakra Svadhisthana) "Nell'80% dei casi..... si vedono inclusioni di materiale esogeno..... inclusi simil grafenici i quali provocano fenomeni di iperossidazione del sangue con problematiche di tipo microcircolatorio" (Studio effettuato dal medico biologo Franco Giovannini su 1006 casi )
Di Luca Bacchi All'improvviso accadrà che percepirai qualcosa che fino a quel momento non percepivi. Prima di allora, quel "qualcosa" non esisteva, per te era niente. In te si attiverà un nuovo "senso" grazie al quale quel "qualcosa" per te inizierà ad esistere. Non sarà esso ad emergere dal nulla, ma sarai stato tu che ampliando i tuoi sensi, ti affaccerai su un mondo nuovo prima non percepibile. Accade così anche con Dio. Ad un certo punto inizierai a sentire la sua presenza, non lo vedrai, non lo ascolterai, non lo toccherai con i sensi ordinari, ma lo percepirai con un "nuovo senso" che prima non avevi. Sarai in grado di riconoscere la sua presenza. Dio c'era anche prima, ma senza il "senso di Dio" per te non esisteva. Non lo sentivi. A quel punto, tutta la tua vita, avrà una dimensione in più, diventerà più ampia, si amplieranno le possibilità e le chiavi di lettura. Anche il passato potrà essere osservato da quella nuova dimensione che trascende l'umano e molte questioni irrisolte troveranno soluzione. Cambieranno anche i nomi che davi alle cose: Le esperienze traumatiche ad esempio le chiamerai "esperienze formative mirate a sviluppare un preciso talento". Il senso di Dio, apre le porte ad un mondo infinitamente ampio, e non solo, ad un mondo perfetto, nel quale ognuno di noi è guidato, custodito e sostenuto. Sentire senza alcun dubbio di essere guidati, sostenuti, accompagnati, ha come conseguenza un senso di pace, di serenità e di gioia. E' simile a ciò che prova un bambino svezzato tra le braccia di sua madre. |
Categorie
Tutti
ArchiVIO
Aprile 2025
|