Di Luca Bacchi Quando entro in chiesa non mi metto ad urlare,
resto zitto, ascolto, mi uniformo ai ritmi dettati dal Grande Sacerdote. Di Luca Bacchi Nell estate 2009 presi in affitto una piccola baita di legno all'interno del parco delle foreste casentinesi. Una baita isolata da tutto, nel cuore delle foreste Sacre, in totale solitudine restai solo con me stesso per mettermi alla prova, per conoscere la mia paura, i miei bisogni, le mie necessità e scoprire cosa di tutto ciò fosse falso. Solo con me stesso nella semplicità della natura per tornare all'essenziale, nella pancia della grande madre, circondato e avvolto di materia viva. Un lento svelamento della mia vera natura che emerge con sempre maggior chiarezza ogni volta che mi tolgo di dosso quel superfluo che credevo fosse indispensabile. Solo. Per quanto tempo ho parlato ad alta voce con me stesso! Chiacchierate infinite lunghe ore ed ore mentre camminavo per boschi e mi addentravo in fondo alle valli dove di giorno si rintanano gli animali selvatici. Parlare a me, di me, con me, rispondermi, e scoprire una saggezza nascosta.... pazzia ... sentirmi pazzo e felice. La gioia della pazzia, la pazzia del cuore che non crede a se stesso, rimane incredulo nel sentire ciò che sente e nel provare ciò che prova, fiamma nuova mai vissuta prima che travolge e fa divampare, incontenibile grazia scalza e solitaria, lontana dal mondo ma vicina alla sorgente di tutto. Alberi profumati nelle mie narici sono diventati un ricordo eterno, occhi di cervo che attraversano i miei e scendono amalgamandosi al mio cuore per sempre, fiori gialli che da soli rischiarano una valle intera la valle del mio cuore solcata dalle acque della vita basta quel fiore a colmare l'immenso dolore, basta quel fiore. Terra , terra e insetti instancabilmente al lavoro senza sosta mi insegnano l'umiltà e che tutto ciò che vedo è costantemente ed incessabilmente creato. Eremi, luoghi del Sacro, porte spalancate sul mistero che ben pochi sanno attraversare. Una baita di legno, simbolo di fragilità apparente, illuminata all'interno da una piccola luce nel buio di una foresta immensamente vasta, rifugio e ristoro da cui parto e a cui torno ogni giorno. (Luca Bacchi) Con immensa e mai sufficiente riconoscenza Grazie Di Luca Bacchi In quel periodo mio padre faceva la chemioterapia e da poco avevano diagnosticato un tumore a mia madre, io avevo 25 o 26 anni, era il 2004 o il 2005 non ricordo esattamente. Ricordo bene però quella notte, saranno state le 2 di notte, in cui vidi per la prima volta il volto di Tiziano Terzani. RaiTre trasmetteva una sua intervista ad un orario impossibile ed io ero li davanti al televisore, per puro caso, ad ascoltare. Mi colpì moltissimo il suo modo di vedere i fatti della vita con uno sguardo così ampio. Come se avesse la facoltà di scrutare contemporaneamente tutte e due le facce della medaglia. Di li a poco andai in libreria ad acquistare il suo libro di maggior successo, che all'epoca era "UN INDOVINO MI DISSE". Entrai alla Feltrinelli di via dei Mille all'una di notte, (esistevano ancora le librerie notturne) e chiesi al commesso quel libro. Il commesso rimase stupito dalla mia richiesta perché pochi secondi prima una donna gli aveva chiesto esattamente lo stesso titolo, e così mi indicò dove si trovava il libro e anche chi fosse questa donna. Mi avvicinai a lei e parlammo alcuni minuti di Terzani. Mi disse che quel libro lo aveva già letto diverse volte e ne stava acquistando una seconda copia da regalare ad un suo carissimo amico. Furono questi i primi passi della mia relazione con Terzani. Da li in avanti mi addentrai in altri suoi testi e ricevetti tanti insegnamenti preziosi. "UN ALTRO GIRO DI GIOSTRA" fu il libro che mi aiutò a non soccombere in quel momento di grande difficoltà dovuta alla malattia dei miei genitori e alla morte di mia madre che avvenne da li a poco, nel 2006. Ricevetti da quel libro gli strumenti per cambiare la mia prospettiva sui fatti difficili di quel periodo, una prospettiva differente e più ampia, proprio come solo Terzani sapeva fare. Lui aveva viaggiato tanto e soprattutto aveva "vissuto" tanto tempo in luoghi differenti, in culture differenti, entrandoci dentro totalmente con tutta la sua famiglia. Non era un viaggiatore "di passaggio" o un "giornalista mercenario". Lui arrivava ed entrava totalmente, raccogliendo ad ogni passo tutto ciò che poteva e "sporcandosi le mani" senza mai risparmiarsi. Così la sua ampiezza di sguardo mi permise di cogliere non solo la difficoltà ed il dolore del mio vissuto presente ma anche l'insegnamento ed il tesoro nascosto che si celavano dietro alla malattia e al mistero della morte. LA FINE E' IL MIO INIZIO fu altrettanto folgorante per me, anche nella versione cinematografica del 2010 con Bruno Ganz ed Elio Germano, per ciò che riguarda la relazione con mio padre. In quel film vidi finalmente la famosa valle dell'ORSIGNA di cui avevo letto nei suoi libri e così, quando seppi che era poco distante da casa mia, mi recai in pellegrinaggio. L'albero con gli occhi, le case in sasso, le grandi foreste, il monte Gennaio sopra alle nuvole.......... fu amore a prima vista! Da allora tornai numerose volte, per lunghi, brevi o brevissimi soggiorni e ancora adesso ci torno appena posso. Nel 2013 rimasi in Orsigna 3 settimane e conobbi persone meravigliose tra cui suo figlio Folco. Lo incontrai per la prima volta alla Fonte dell'Uccelliera sotto il Monte Gennaio. Io stavo andando a piedi a dormire sulle rive del Lago Scaffaiolo e mi fermai alla fonte per ricaricare la borraccia. Lui era li, e saltò sul grande sasso sopra la fonte intonando una canzoncina per bambini in lingia cinese, canzone che aveva imparato quando da piccolo frequentava la scuola in Cina. Il mio legame con l'Orsigna, con Tiziano Terzani e ora con suo figlio Folco è sempre molto forte e continua nel tempo. Folco è molto attivo sia come scrittore che come "divulgatore" di messaggi positivi per i giovani rispetto alla natura, alla sacralità della terra e al vivere semplice. Tiziano Terzani è stato il mio primo grande maestro, anche se non l'ho conosciuto personalmente, sento di essergli allievo e profondamemnte debitore. Così come riconosco la potenza del messaggio che anche suo figlio porta nel cuore. Un messaggio che ritengo essere di nessun uomo, ma piuttosto di Madre Terra. Tiziano prima e Folco adesso ne sono portatori esemplari. Scrivo queste cose perché sia riconosciuto il valore di questi uomini.
Con profonda riconoscenza Grazie Di Luca Bacchi Scritto da FOLCO TERZANI Illustrazioni di NICOLA MAGRIN Edizioni LONGANESI. Un libro meraviglioso per adulti e per bambini che ci riconnette all'essenziale e potente forza che risiede dentro ad ognuno di noi. Siamo esseri meravigliosi e abbiamo infinite risorse e talenti ma non solo.... siamo tutti all'interno di qualcosa di più grande che ci da in ogni istante esattamente ciò di cui abbiamo bisogno.
Un libro che invita a vivere nella fiducia e nella consapevolezza del nostro enorme potenziale, da leggere e rileggere e rileggere ancora ai nostri figli per indirizzarli verso una vita piena, umile e potente, in armonia con quella natura meravigliosa e commovente di cui tutti siamo parte. Ringrazio personalmente Folco Terzani per questo libro così potente e ringrazio Nicola Magrin per le sue illustrazioni capaci di condurci ancor di più dentro alla storia, come se fossimo proprio li insieme ai protagonisti del libro. Mi sono commosso più volte durante la lettura. Un senso di nostalgia verso un' armonia lontana mi ha visitato più volte e forte è stata per me la percezione dell'immenso amore che l'autore ha nei confronti della natura. Comprate questo libro e leggetelo anche ai vostri figli! Insegnerete così alle nuove generazioni quanto sia importante accogliere la vita in tutte le sue forme, anche quelle apparentemente più impegnative, mantenendo sempre accesa nel cuore la fiamma della fiducia. Siamo esseri meravigliosi e abbiamo un potenziale immenso, siamo capaci di compiere grandi imprese! Grazie Di Luca Bacchi La Natura è una porta di accesso al Sacro E' un Tempio, una Chiesa, in cui entro con rispetto e a bassa voce E' il ponte che mi conduce a un' altra dimensione. UN TEMPIO SOSPESO SULL'ALBERO. Accolti tra le braccia dell'albero, sospesi da terra e separati dalla vita stressante di tutti i giorni, ci fondiamo con lo spirito della pianta e della natura circostante ricreando quella connessione con il Sacro che risiede dentro ad ognuno di noi. Uno spazio sacro, elevato, puro, in cui ritrarsi a meditare e a ripristinare la relazione con il mondo invisibile. La piattaforma è in legno naturale e l'albero non è stato forato. Si tratta di una lavorazione artigianale NELLA BAITA, fatta interamente a mano nel massimo rispetto della pianta. Dimensione 1,5 X 1,5 mt Per info e ordinazioni: Luca 3274542476 Di Luca Bacchi CANTO SCIAMANICO Titolo: "Conversazione con l'albero prima della potatura" Sintesi della conversazione: A- Forse non hai capito ancora bene come stanno le cose L- Dimmi, spiegami A- Tu hai espresso il desiderio di vivere quel luogo, dico bene? L- Si, lo desidero tanto A- E allora spiegami perché quando hai la possibilità di starci te ne vai altrove? L- Hai ragione ma ho preso degli impegni, sai com'è... A- Se non scendi concretamente e decisamente sulla terra, il tuo desiderio non si avvererà mai. Sappi oltretutto che anch'io desidero che tu viva maggiormente quel luogo. L- Cosa devo fare? A- Ora ti prendo con forza, ti sollevo di peso e ti trascino in quel luogo e ti metto gli strumenti in mano e ti spingo a fare tutto ci che è necessario che tu faccia. Tu sarai trascinato da me senza poter opporre resistenza e totalmente posseduto farai esattamente tutto ciò che io vorrò che tu faccia. Ti farò fare quelle cose che sono necessarie, indispensabili, affinché il tuo desiderio si avveri. Devo usare le maniere forti con te perchè è evidente che sei un pò troppo pigro e duro a capire. L- Si in effetti non ho una grande connessione con la parte più saggia di me; ho bisogno di un aiutino. A- bene, allora procediamo. ![]()
Di Luca Bacchi Mio padre è Nato nel 1940 a Gorgognano, una piccola frazione nei pressi di Pianoro (BO) che si affaccia sulla val di Zena. Quando era ancora piccolo iniziò la seconda guerra mondiale e in poco tempo tutta quella zona fu duramente bombardata e Gorgognano fu letteralmente rasa al suolo. Gli abitanti furono sfollati e mandati a Bologna a vivere nei centri per sfollati. Nel dopoguerra la ricostruzione avvenne principalmente nel paese di Pianoro mentre i piccoli borghi come Gorgognano rimasero abbandonati. Mio padre Graziano mi raccontava di quando da bambino insieme alla sua famiglia raggiunse a piedi la città di Bologna perchè rimanere a Gorgognano era troppo pericoloso per via dei continui bombardamenti. Tanti anni fa, avrò avuto 7-8 anni, quindi intorno al 1985-86, andai con la mia famiglia in quei posti e ricordo che i miei nonni osservando ciò che rimaneva delle loro case, cercavano con l'uso della fantasia e dei ricordi, di descriverci quei luoghi così come erano stati prima della guerra. Io ero molto piccolo, ma il ricordo di quel giorno rimase impresso nella mia memoria. Dopo 20 anni, nel 2007 in un freddo febbraio mi recai da solo nuovamente a Gorgognano seguendo un richiamo interiore che sentivo come provenire dai miei antenati. Non sapevo se sarei stato in grado di ritrovare quel posto perchè ero stato li solo tanti anni prima, ma magicamente giunto in zona il ricordo si fece chiaro e riconobbi sentieri, alberi e campi con estrema chiarezza. Camminai tra i ruderi ricoperti dalla vegetazione rigogliosa e scesi fino al cimitero, dismesso nel 2006, e anch'esso gravemente danneggiato dal "tempo" e dalla vegetazione ed entrai nella cappelletta del cimitero nella quale trovai un diario su cui scrissi alcune parole. Nello specifico salutavo i miei nonni e celebravo i luoghi dove affondavano le mie radici e condividevo il desiderio che quei luoghi potessero un giorno essere puliti, sistemati e adeguatamente ricordati. Da allora non sono più andato a Gorgognano. Oggi però, mi scrive un messaggio mio fratello dicendomi che si è recato sul posto e ha trovato su un muro una targa con stampata una mia lettera. Eccola: Nel 2013 alcune persone facendosi largo tra la vegetazione fitta e soffocante raggiunsero i ruderi di Gorgognano, della chiesa e del cimitero e dentro la cappelletta ritrovarono un quaderno con alcune testimonianze di persone che chiedevano che quei luoghi non venissero abbandonati ma mantenuti accessibili e dignitosi nel rispetto della memoria dei loro cari. Queste testimonianze scritte sul diario (tra cui la mia) spinsero l'Associazione Parco Museale Val di Zena, il CAI ed il comune di Pianoro a ripulire dalla vegetazione il sentiero, il cimitero e tutto lo spazio intorno dove sorgeva la Pieve e a installare dei cartelli illustrativi della storia di quella comunità. Gorgognano oggi è attraversato dal sentiero CAI 815. Personalmente credo che i miei antenati e le energie di quei luoghi mi abbiano guidato, preso per mano affinché contribuissi alla realizzare una loro necessità, un loro desiderio: Non essere dimenticati e ricevere il giusto riconoscimento. Nulla può separare l'uomo dalla sua terra FILI DI MEMORIA - Compagnia Teatro delle Nuvole di Pian di Macina Di Luca Bacchi Lorenzo, se ami la natura perchè non fondi un ecovillaggio musicale in cui educhi l' essere umano ad esprimere la propria creatività in armonia e nel rispetto dei ritmi e dei suoni Sacri della natura? Questo sarebbe un modo saggio e maturo per rinnovarti in questa tua seconda metà di vita piuttosto che continuare a fare sempre le stesse cose. L'intenzione che ti muove qual'è? Non vuoi rendere queso pianeta un luogo migliore? In che modo lo stai facendo? Qual'è il tuo contributo? Prima di tutto NON NUOCERE ! Percepisco un' incongruenza tra ciò che dici e ciò che fai: leggo che parli di rispettare la natura ma di fatto ne abusi violentemente con vere e proprie invasioni di massa. Per intenderci: è un pò come fare una guerra di pace in perfetto stile Americano. Con questo tuo tour, stai creando dei precedenti. Le masse agiscono seguendo i modelli, sono rari il discernimento e l'originalità. In futuro chiunque si sentirà autorizzato a invadere i luoghi naturali SACRI e SILENZIOSI con amplificatori e fiumi di alcool tanto lo avrà già fatto Jovanotti. Io penso che tu non sia pienamente consapevole delle possibili conseguenze delle tue azioni. Ho la sensazione, che tu sia uno strumento in mano alle case discografiche e ad altri imprenditori e che ti stiano usando per far girare più soldi. Tu in cambio ottieni l'appagamento del tuo Ego il quale, invece che attenuarsi con gli anni, appare in continua espansione. La natura si rispetta con l'esempio non con le parole. Le tue parole sono belle, il tuo esempio no. Non ti capisco proprio, e dire che hai viaggiato molto e sei stato in zone della terra in cui la natura parla con parole silenziose e riempie il cuore di chi la sa ascoltare e nutre e cura grazie alla sua semplicità e accoglienza. Evidentemente non sei riuscito a vedere quella Verità e quella Sacralità, ma ne hai solo scalfita la superficie. Di questo passo sarai ricordato non per le tue canzoni, ma per avere contribuito a DESACRALIZZARE una delle ultime cose Sacre che ci sono rimaste. La Madre Terra. Quando entri in chiesa tu cosa fai? Ti metti a urlare? Quando entri in una moschea cosa fai? Accendi l'amplificatore? Quando il sole sorge o tramonta tu cosa fa? Ti metti a sculettare con la birra in mano? Evidentemente si. Ma ti ricordo che non hai più 20 anni e nel ruolo che ricopri hai delle grosse responsabilità. Nei luoghi SACRI si entra in silenzio e si fa l'inchino. Ma inchinarsi per te pare difficile e diffondi un messaggio di umana arragonaza! Non farti confondere e legittimare dalle migliaia di fans che ti sostengono. Nel mondo in cui lavori, purtroppo, il successo non è dovuto alla qualità di ciò che fai, ma dalla forma in cui lo fai apparire. Così accade che contenuti mediocri, banali e diseducativi abbiano successo semplicemente perchè ben pubblicizzati. Sono molto dispiaciuto per questo tuo tentativo di rimanere sempre lo stesso e non evolverti in altre forme espressive più mature. Ho usato parole forti ma a mio avviso stai calpestando la grande Madre. Se solo che te ne rendessi conto... Grazie RIDIAMOCI SU! Lillo, Greg e Max Pajella in una parodia estremamente reale su Jovanotti Le date e i luoghi del Tour 6 luglio Lignano Sabbiadoro, Udine, Spiaggia Bell’Italia; 10 luglio Rimini, Spiaggia Rimini Terme; 13 luglio Castel Volturno, Caserta, Spiaggia Lido Fiore Flava Beach; 20 luglio Barletta, Lungomare Pietro Mennea; 23 luglio Olbia, Banchina Isola Bianca Molo Bonaria; 27 luglio Albenga, Savona, Lungomare Cristoforo Colombo; 30 luglio Viareggio, Spiaggia del Muraglione; 3 agosto Lido di Fermo, Lungomare Fermano; 7 agosto Praia a Mare, Cosenza, Lungomare Area Dino Beach; 10 agosto Roccella Ionica, Reggio Calabria, Area Natura Village Lungomare Lato Nord; 17 agosto Vasto, Chieti, Lungomare Duca degli Abruzzi; 3 agosto Lido di Fermo, Lungomare Fermano; 24 agosto Plan de Corones, Dolomiti. 28 agosto Lignano Sabbiadoro, Spiaggia Bell’Italia 31 agosto Viareggio, Spiaggia Muraglione Sabato pomeriggio di un maggio piovoso, ho consultato il sito del santuario della Madonna di Boccadirio (www.santuarioboccadirio.it) ; il santuario è aperto e ci sarà anche la messa alle 16:00. Decido di andare, voglio scoprire il mio territorio, i luoghi sacri e la loro storia. Prima di oggi questo posto per me esisteva solo nei racconti dei miei genitori che ogni tanto nominavano il santuario della Madonna di Boccadirio come un luogo importante. Chissà... forse mi ci hanno anche portato da piccolo ma non ricordo nulla. Di certo il giardino centrale con il porticato mi è parso un luogo famigliare. Il santuario si raggiunge percorrendo autostrada A1 direttissima uscita Badia oppure percorrendo l’autostrada A1 panoramica uscita Roncobilaccio. E’ dentro al comune di Castiglione dei Pepoli in località Baragazza. In questo posto nel 1480 la Madonna apparve a due giovani pastorelli Donato e Cornelia che usciti dal paese di Baragazza con il bestiame per farlo pascolare, giunti al Rio videro la Madonna vestita di bianco dall’altra parte del corso d’acqua. Ricevettero indicazioni di prendere i voti e di far costruire li un luogo di culto. Dietro all’altare è posta l’immagine miracolosa, un bassorilievo in ceramica, raffigurante la Madonna col bambino, conforme all’apparizione, che Cornelia (trasferitasi in un convento a Prato e diventata poi Suor Brigida) fece costruire e mandare a Boccadirio.
![]() Il santuario è una delle tappe del sentiero VIA MATER DEI che collega tra di loro i santuari Mariani dell'Appennino bolognese. Un trekking a tappe di 135 Km, ben segnalato con tanti punti interessanti sacri, naturalistici e storici oltre ovviamente ad una adeguata rete di accoglienza fatta di ristoranti, B&B e alberghi pronti per accogliere il viaggiatore. Il cammino tocca i comuni di: Bologna, Pianoro, Loiano Monghidoro, San Benedetto Val di Sambro, Castiglione del Pepoli, Grizzana Morandi, Firenzuola. Da non perdere www.viamaterdei.it Il sito internet del santuario ha tutte le informazioni utili per chi volesse visitare il posto. Orari di apertura, orari delle messe, numeri di telefono della locanda per prenotare pasti o pernottamenti oltre ovviamente alla storia e alle vicende della comunità locale. www.santuarioboccadirio.it Promozione turistica del territorio
Alcune meraviglie dell'Appennino Bolognese lungo il fiume Reno La statua di Ontani - La chiesa di Alvar Aalto - Il castello di Cesare Mattei - Il Borgo La Scola - Montovolo PRIMA TAPPA Vergato (BO) - La statua di Ontani A maggio 2019 il maestro Ontani ha ceduto la sua opera al comune di Vergato. Questo opera è stata installata davanti alla stazione dei treni del paese e subito ha richiamato l’attenzione della stampa nazionale per via di alcuni suoi attributi definiti “troppo espliciti” e "di presunta ispirazione demoniaca”. Sulla natura della polemica è possibile reperire tantissimo materiale facendo una semplice ricerca su Google. L’autore, originario di Vergato, dichiara di aver voluto rappresentare simbolicamente alcuni elementi del territorio: il fiume Reno è il fauno dal pene eretto, il torrente Vergatello è il cupido alato, l’Appennino è il tritone e Montovolo è l’uovo. Vale la pena di fare una breve sosta a Vergato per visitare il bellissimo centro storico e per osservare la statua di Ontani, la quale, essendo opera d’arte vera, susciterà anche in voi inevitabilmente scalpore, riflessioni, polemiche e critiche di vario genere. Non vi lascerà di certo indifferenti. SECONDA TAPPA Riola di Vergato (BO) - la Chiesa di Santa Maria Assunta progettata da Alvar Aalto A 15 minuti di auto da Vergato si arriva a Riola, superato il ponte sul fiume Reno, girato a destra si accede al grande parcheggio dove è possibile lasciare l’auto. A pochi metri è situata l’incredibile chiesa di Santa Maria Assunta. L’architetto che l’ha progettata è di fama mondiale e questa è la sua unica opera italiana realizzata e attualmente visitabile. L’architetto ha progettato anche tutti gli arredi e gli accessori come maniglie, sgabelli, porte, vasi da fiori, tavoli, panche, sedie, lampade. Egli fu molto colpito dalla bellezza e dall’energia del luogo e orientò l’opera in maniera da ottenere un' illuminazione naturale ottimale abolendo le finestre tradizionali. I simboli Cristiani, con questa grandiosa opera, diventano parte integrante del territorio come a voler ribadire la propria presenza ed il proprio primato. Questa terra evidentemente ha un energia molto particolare e lo dimostrano i numerosi e variegati luoghi di culto e di “magia” presenti sul territorio. Dalla Rocchetta Mattei, in cui il conte Mattei caricava “energeticamente” i suoi rimedi omeopatici, alla cima di Montovolo, in passato luogo di culto pagano poi divenuto Cristiano. TERZA TAPPA Riola di Vergato (BO) - Rocchetta Mattei A 200mt dalla chiesa di Alvar Aalto troviamo la Rocchetta del Conte Mattei. Un piccolo castello dalle sembianze inusuali per questo territorio. Qui il conte Mattei praticava l’elettromeopatia, una terapia medica inventata da lui stesso intorno al 1850 e ospitava pazienti da tutte le parti del mondo. La sua fama era giunta ovunque, i depositi dei suoi preparati riconosciuti e autorizzati dal conte erano 107, presenti anche in India, Russia, Giappone, Argentina, Stati Uniti e Cina. Se consideriamo le difficoltà comunicative dell’epoca, questa diffusione ha dell’incredibile. Intorno al castello il conte aveva fatto costruire degli alloggi per ospitare i numerosissimi pazienti. Il segreto con cui Mattei preparava i suoi rimedi miracolosi è attualmente sconosciuto ma pare che utilizzasse le energie dell'universo captate con speciali antenne. QUARTA TAPPA Borgo La Scola Il borgo è raggiungibile comodamente in auto oppure con un bel Trekking a piedi lungo il sentiero “degli sterpi” che collega Riola alla cima di Montovolo. Si tratta di un borgo magico di antichissime origini, pare che già nel 1200 fosse abitato. Questo borgo è attualmente amato, curato, custodito come un gioiello e mantenuto splendidamente in vita dall’associazione SCULCA. Da maggio a ottobre le iniziative dell’associazione sono tante ed il programma è molto ricco e vario, dagli spettacoli teatrali, ai concerti, alle mostre d’arte e alle feste per i bambini. QUINTA TAPPA Cima Montovolo (mt 962) - Santuario della beata Vergine della Consolazione Luogo di culto pagano fino al 1200, poi divenuto importantissimo luogo di culto Cristiano, la cima di Montovolo è inequivocabilmente centro di potere e di grande energia. E’ considerato il Sinai bolognese. La chiesa è raggiungibile sia in auto che a piedi salendo lungo il sentiero degli sterpi che parte da Riola in 4 ore di cammino. Oltre al santuario sono presenti una foresteria nella quale è possibile pernottare e l’ oratorio di Santa Caterina di Alessandria, costruito nel 1200, che conserva ancora degli affreschi del 1400. Poco sopra, dal punto più alto del monte denominato “i balzi di Santa Caterina” in direzione nord, è possibile godere di una vista incredibile sulle valli adiacenti e nelle giornate più limpide pare che si possa vedere anche la basilica di San Luca a Bologna.
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Gennaio 2021
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