Di Luca Bacchi L'energia del posto, scelto appositamente dal conte Cesare Mattei come sede del suo castello in cui preparava i rimedi elettro-omeopatici venduti in tutto il mondo, è nota e percepibile da chiunque sia sensitivo. In questo contesto abito e vivo.
Le montagne alle mie spalle, Montovolo (Monte Palense) , Vigo, Monte Vigese, sono enormi antenne che ricevono l'energia universale e la scaricano su questa meravigliosa terra e in fondo alla valle, i fiumi Limentra e Reno, consentono a questa energia di scorrere in continuazione e andare nel mondo. E' questa una condizione perfetta e naturale di ricezione e condivisione di energia universale, in un luogo incontaminato e sacro da millenni. In questo contesto, l'aria pura, l'energia, l'acqua miracolosa delle sorgenti, la guarigione in qualsiasi senso la si voglia intendere, è facilitata. Questa terra mi chiama da diversi anni e prima di trasferirmi qui ad abitare, l'ho frequentata camminandoci dentro per anni, bevendo le sue acque e immergendomi nella sua atmosfera magica e misteriosa. Ora inizia il mio servizio, preparato da anni con corsi e approfondimenti di meditazione, yoga, reiki, pranoterapia e massaggio, uniti al mio personale cammino di ritorno a Dio che mi ha portato a viaggiare, spinto da una chiamata, nei luoghi di potere di tutto il mondo, Sardegna, Venezuela, Birmania, India, Egitto, Tanzania, Marocco, Jano, Orsigna, Foreste Casentinesi, Camaldoli, Monasteri ed eremi. Condivido ciò che ho acquisito in 15 anni di ricerca personale e mi metto ora a disposizione del mio prossimo utilizzando come chiave di accesso il Reiki e la pranoterapia. Per info whatsapp 3274542476 - Mi trovate a Campolo, nel comune di Grizzana Morandi (BO)
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Di Luca Bacchi Alcuni anni fa mi capitò un fatto incredibile:
Una mia conoscente mi aprì il suo cuore raccontandomi una questione personale che la tormentava intimamente da diverso tempo. Con profondo rispetto e gratitudine per la fiducia accordatami, mi misi in ascolto, cercando di rimanere aperto e ricettivo al suo vissuto, senza giudicare, ma offrendole un canale di “sfogo” e di “liberazione”. Aveva bisogno di aprire il suo cuore ed esprimere (exprimere=premere fuori) il suo dolore. Mi raccontò che da molto tempo lei ed il suo compagno stavano provando ad avere un figlio invano; erano ricorsi anche alla medicina per stimolare la gravidanza, senza alcun risultato. Questo la faceva sentire sbagliata, una donna fallita, una nullità. Io non le dissi molto, cercai semplicemente di creare le condizioni affinché potesse raccontare tutto il dolore che aveva dentro fino all’ultima goccia, cercai di accompagnarla in questo atto liberatorio che consisteva essenzialmente nell’apertura del cuore, nel suo mostrarsi fragile, umana, femmina, e di farlo senza paura, mettendo da parte le maschere, essendo semplicemente se stessa. Io in quel momento fui semplicemente testimone dell’apertura del suo cuore, ovvero della sua apertura finalmente fiduciosa alla vita. Un apertura di cuore che si rivelò salvifica perché 9 mesi dopo diventò madre. Non è possibile spiegare razionalmente ciò che successe quel giorno ma ci proverò: io sento che quella sera le chiusure della sua personalità che probabilmente ingabbiavano la sua anima si spalancarono. Aprendomi il suo cuore con coraggio, vinse la sua paura nei confronti della vita e la vita nuova entrò in lei. Questo fu l’atto psicomagico che la diede poi la possibilità di diventare madre. Ricordo un altro episodio legato alla nascita della vita: una notte sognai un mio caro amico che nel sogno mi veniva a comunicare che sarebbe diventato padre. La mattina successiva lo chiamai e lui incredulo, mi confermò che la sua compagna era incinta. Un’ altro episodio fu questo: un giorno nella sala caffè dell’azienda in cui lavoravo incontrai una mia collega che come me stava prendendo il caffè, ci salutammo e io vidi intorno a lei un’ aura luminosa, bianca brillante che rendeva la sua presenza come un sole all’interno della stanza. Ebbi la sensazione che in lei si fosse accesa una nuova luce come se le anime, all’interno del suo corpo, fossero due, e non una. Pochi giorni dopo seppi che aveva appena scoperto di essere incinta. Ora abito in una zona molto particolare. Questa zona dell’appenino nei pressi della Rocchetta Mattei è considerata da sempre una zona che facilita la guarigione di qualsiasi tipo, sia fisica che spirituale, perché la natura qui, ha il potere di riportare le nostre vibrazioni alla vibrazione “madre” che purtroppo solitamente perdiamo. Il conte Mattei costruì la sua Rocchetta in questo luogo proprio per il suo potere curativo infatti, per la guarigione dei suoi assistiti era fortemente consigliato il soggiorno prolungato in questi luoghi e così fece costruire intorno al castello tanti alloggi per gli ospiti. Oltre all’aria, e all’energia delle montagne sacre che qui scaricano a terra come vere e proprie antenne l’energia nell’universo, vi sono i due fiumi che scorrendo alla base di esse, consentono un rinnovo continuo dell'energia. Qui l’energia di guarigione non ristagna ma è sempre nuova proprio grazie al torrente Limentra e al fiume Reno qui sotto che ne consentono il fluire. Le sorgenti poi, di acqua pura da bere, che sgorgano dal monte Palense, completano la purificazione interiore. Soggiornare qui, camminare per boschi, bere acqua di fonte, è una occasione di guarigione fisica e di rinascita spirituale. Di Luca Bacchi La via Francesca della Sambuca è un bellissimo cammino che collega Bologna a Pistoia attraverso l'appennino tosco-emiliano. Un cammino di 100km di lunghezza con un dislivello positivo di 3100mt ben segnalato e ben curato dai volontari di diverse associazioni. Questa è la pagina ufficiale del cammino in cui sono reperibili gratuitamente la guida in formato pdf, le tracce GPX e tanto materiale utile per chi desidera mettersi in cammino. WWW.VIAFRANCESCADELLASAMBUCA.IT Il mio cammino è iniziato venerdì 16 giugno 2023 alle ore 06:00. Non sono partito da Bologna ma direttamente da casa mia, da Sasso Marconi e mi sono immesso nel sentiero da qui. Ho scelto il mese di giugno per via delle temperature moderate e della maggiore presenza di acqua. Nella mia esperienza personale di camminatore sono giunto alla conclusione che giugno sia il mese migliore per i lunghi cammini in appennino perchè le sorgenti sono straripanti e i ruscelli non sono secchi per cui ci si può rinfrescare e rifornire di acqua in molti punti. Inoltre le giornate sono più lunghe e le temperature massime sono ancora accettabili. In ottobre invece, viene buio prima e alcune sorgenti e alcuni ruscelli potrebbero essere secchi. Ho scelto di dormire in autosufficienza con la mia amaca. Un amaca leggera con zanzariera e telo impermeabile fissata a due alberi lungo il sentiero. La notte tra venerdì e sabato, c'è stato un temporale bellissimo. Ero già a "letto" da alcune ore quando un rombo mi ha svegliato e mi sono accorto che il tempo stava cambiando. Prima ho sperato che la perturbazione passasse altrove ma poi mi sono dovuto alzare per montare il telo impermeabile. Dopo poco si è alzato il vento, tuoni, lampi, e l'amaca che dondolava... per fortuna la pioggia è stata leggera nonostante abbia tuonato tutta la notte. Ho scelto di fare la variante per Montovolo (Monte Palense), si tratta di una deviazione che allunga il cammino di 15 km ma che consente di salire una delle montagne più affascinanti della zona. Consiglio vivamente questa deviazione sia per la bellezza e integrità di questi boschi che per i borghi medievali che si incontrano lungo il cammino come La Scola e Campolo, che per le fonti miracolose come la Fonte Sterpina. Questi boschi sono anche oasi del WWF; 80 ettari di area protetta. (OASI DI MONTOVOLO). Vicino al santuario è attiva tutta l'estate una foresteria gestita da volontari dove è possibile dormire prenotando (Cell. 335373492). A Montovolo passa anche un'altro bellissimo cammino del nostro appennino, si chiama Via Mater Dei e collega tra di loro tutti i Santuari Mariani della zona. (www.viamaterdei.it) Ho impiegato 2 giorni per arrivare a Pistoia. Considerando che son partito da Sasso Marconi ma ho aggiunto la variante Montovolo, ho percorso circa 45 km al giorno. Ovviamente, per chi ha un passo "normale" è consigliabile programmare il cammino in 4 o 5 giorni, dormendo nei B&B o negli ostelli. La prima parte del cammino, fino a Riola, segue il fiume Reno. Nonostante la vicinanza alla strada statale Porrettana, si cammina praticamente sempre in mezzo al verde. La parte finale invece, l'ultimissimo pezzo della discesa che porta a Pistoia, è su asfalto. Lungo questo cammino si incontrano anche le tracce di personaggi molto interessanti: artisti, cantanti, scultori, scienziati, poeti, fate, gnomi e spiriti dei boschi. Questo cammino è stupendo. Ho assaporato la bellezza dell'armonia tra uomo e natura che ancora in questi luoghi dell' appennino è reale. Camminando da città a città, ci si rende conto di cosa ci sia nel mezzo: natura, silenzi, spazio, magia, saggezza. Questa armonia che spesso nelle città è perduta, qui invece è tangibile. Armonia e umiltà: non c'è l'una senza l'altra. Nei piccoli passi di questo cammino ho percepito la grande forza della vita. Qui sotto trovate tutti i principali link che ho citato e altri molto interessanti
I centri oracolari erano luoghi sacri. La loro antichissima origine risale alla civiltà sumerica ed egiziana. I custodi di questi centri erano sacerdoti che davano ai pellegrini responsi (oracoli) che si credeva fossero inviati dal dio cui il centro era dedicato. I più noti centri oracolari sono quelli dell'antica Grecia ed il più conosciuto è quello di Delfi. Ogni centro oracolare aveva come simbolo principale una pietra, di forma ovale, (UOVO) o quasi sferica o conica, definita ombelico (omphalos). Da cui la definizione di questi centri come "ombelichi del mondo".
(TRATTO DA : I MISTERI DI MONTOVOLO di GRAZIANO BACCOLINI edizioni SIMATA)
Da questa prima lettura si intuisce quale sia la reale origine del nome "Montovolo". Per alcuni infatti tale nome deriverebbe dalla forma vagamente ovale del massiccio montuoso, ma in realtà, ora intuiamo che il nome Montovolo ci rivela senza ombra di dubbio che quello è da sempre un centro oracolare, un' ombelico del mondo.
Nel mondo greco il principale centro oracolare era DELFI dedicato al Dio Apollo rappresentato sul posto da una pietra ovale. A Tebe, in Egitto, una pietra ovale rappresentava il Dio Ammon. Anche Hebron , Gersalemme, Cuzco, sono alcuni degli "ombelichi" o "centri oracolari" più noti.
Un segno distintivo dei centri oracolari era l'incisione di due volatili posti uno di fronte all'altro, che rappresentano il mezzo di comunicazione con cui i centri oracolari "conversavano" tra di loro, ovvero, i piccioni/colombi viaggiatori. (per ogni colombo che arriva, un' altro riparte)
Ogni centro oracolare aveva un suo codice arboreo. Un "simbolo arboreo" che lo identificava inequivocabilmente, come una firma. Veniva probabilmente apposto nei messaggi affidati ai piccioni viaggiatori e tale simbolo lo si ritrova inciso/scolpito sul luogo di appartenenza.
Ecco le prove fotografiche che confermano che Montovolo è sempre stato un "ombelico del mondo", un "centro oracolare", un "omphalos": 1- Lunotto del portale della chiesa di Montovolo. 2- Piccioni scolpiti sul capitello della cripta. 3- I GIGLI erano il codice arboreo di Montovolo
Ulteriori approfondimenti: https://members.xoom.virgilio.it/Farf/index.html
TREKKING: Camogli - S.Rocco - Gaixella - Pietre strette - S.Fruttuoso
PARTENZA: dal parcheggio auto nei pressi della caserma dei carabinieri di Camogli, Via Nicolò Cuneo 30 - Posizione
PARCHEGGI GRATUITI: a Camogli in via San Rocco, in Piazza Matteotti, in via Fratelli Rosselli o in Corso Mazzini. In alternativa sulla strada tra Recco e Camogli. I parcheggi a pagamento costano 2euro/h - Proloco Camogli RITORNO: in battello da S.Fruttuoso a Camogli (10 euro/7euro) Golfo Paradiso Battelli Orari: 9:30-10:30-11:30-12:30-14:00*-15:00-16:00-17:00 DURATA (stimata) DEL TREKKING: 2H 20min LUNGHEZZA: 5,3Km DISLIVELLO POSITIVO: 500Mt ULTERIORI INFORMAZIONI: Portofinotrek
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Di Luca Bacchi Sono appena stato in Orsigna, la valle nell'appennino pistoiese in cui aveva casa Tiziano Terzani, il famoso giornalista, scrittore, inviato di guerra. Vengo in Orsigna da più di 10 anni ispirato dai libri di Terzani, ho soggiornato in questa valle tante volte, ospite in splendide case di sasso oppure ospite del bosco con la tenda. Ho sempre trovato un grande beneficio quando sono venuto qui, sia per il corpo ma soprattutto per la mia anima che qui si sente sempre ad un passo da Dio. Nell'immensità di questi boschi, nelle salite sulle cime, nei torrenti, nelle case in sasso ho sempre percepito la presenza di Dio e tutto di me ne ha tratto un grande beneficio. Credo che questo sia un luogo curativo, di guarigione, quindi sacro. Curativo perché soggiornarvi fa bene. I silenzi delle notti in tenda, i piccoli rumori dei selvatici animali che nel cuore della notte si sentono tutti, la fatica delle salite, gli occhi di un cervo, la gioia di un alba, il freddo del vento pungente sulle cime, la nebbia che arriva improvvisa, sono medicine per tutte gli esseri di città, sradicati dalla natura ormai da molte generazioni. Qui in Orsigna si guarisce perché si ritrova la reale proporzione di chi siamo veramente nei confronti della natura. Ritroviamo un senso e una collocazione corretta finalmente, e i nostri ricordi atavici, ancestrali sepolti nella nostra carne si risvegliano irrorando nelle nostre vene, nuova vita, nuova forza, che è l'inizio della guarigione. Sono sempre arrivato qui con molti dubbi, sono sempre ripartito da qui con la pace nel cuore. Non oggi purtroppo. Oggi ho visto Pian Dell'Osteria devastato, irriconoscibile, rasato a zero. Pian dell'Osteria per me era il punto di partenza e di arrivo di ogni mio cammino in Orsigna. Un grande abbraccio di alberi con al centro un piano, un fuoco, un rifugio. Oggi questo nido non c'è più. Tutti gli alberi sono stati abbattuti. Sento un lutto molto forte e profondo, più che umano. La grande Madre è stata colpita duramente e tutti i suoi figli sono spaesati perché in lei si rifugiavano e in lei trovavano cura, amore, guarigione. Il bosco è ancora grande si, ci sono tanti alberi ovunque in Orsigna e la natura è sempre dominante ma questo taglio non è un semplice taglio. E' un'offesa al sacro. Pian dell'Osteria, ripeto, è il campo di partenza e di arrivo, è il luogo in cui chi arriva dalla città si cambia di abito, si ambienta, ed entra nel ventre della Madre. Era questa la porta di accesso e di uscita della grande montagna Sacra e dei suoi boschi. Questa porta sacra è stata violata. La soglia, la porta, tra il mondo ed il regno dei cieli è stata distrutta. I punti di incontro tra dimensioni differenti sono Sacri, sono come il nostro cuore, che è il canale attraverso cui possiamo sentire la voce di Dio. Nessun rispetto per questo? Nessuna attenzione? Nessun timore? Prima di questa Pasqua, Pian dell'Osteria era cosi:
Di Luca Bacchi I dintorni di Suviana sono un buon posto dove vivere. La natura è potente, ci sono molti sentieri, tante case in sasso, pace, ma soprattutto acqua. E' vero che il lago di Suviana è artificiale e sulle sue riva c'è la centrale idroelettrica del'Enel ma l'ambiente che il lago ha creato è mozzafiato, sfido chiunque a dire il contrario. La creazione di dighe di questa dimensione è sicuramente uno stravolgimento dell'habitat originario e sono quindi opere che vanno fatte con estrema attenzione e solo in caso di reale necessità, come ad esempio, in caso di carenza idrica come ai giorni nostri, la diga di Suviana si sta rivelando un opera fondamentale. Detto questo. In un ottica di aumento delle temperature, è bene pensare che non è una cattiva idea trasferirsi a vivere vicino ad un lago di montagna. Per i turisti, è possibile sostare in campeggio sulle rive del lago e fare lunghi o corti trekking sui sentieri circostanti. In estate è possibile mangiare nei ristoranti vista lago, prendere il sole, nuotare e noleggiare la canoa. Sui monti circostanti sono presenti dei borghi in sasso bellissimi, storici, con vista mozzafiato sul lago. Tanti sono i luoghi in cui l'uomo ha riconosciuto la sacralità della natura come ad esempio le sorgenti di acqua buona dove venire a riempire taniche da portarsi a casa per depurarsi dalla pessima e solita acqua del rubinetto. L'invito che faccio è quello di venire a curiosare. Presto pubblicherò alcune tracce GPS di cammini che ho fatto in questo zona. Nel frattempo alcune foto scattate in estate e in primavera. Approfondimenti:
Senza un lavoro andrò avanti grazie alla provvidenza. Piccoli lavoretti saltuari, sempre diversi, un pò di artigianato, il mio orto e l'aiuto di qualche buon' anima; avrò tutto il necessario per vivere degnamente io e la mia famiglia.
Troverò una casetta in sasso sull'appennino, con un pò di terra intorno, il bosco e una sorgente di acqua nei pressi. Mi scalderò con la legna del bosco, laverò i miei panni a mano e cucinerò con la stufa a legna. Mi sposterò prevalentemente a piedi o con i mezzi pubblici e userò la mia auto solo per le emergenze.
Di Luca Bacchi
Oh quanto è corto il dire e come fioco al mio concetto! e questo, a quel ch’i’ vidi, è tanto, che non basta a dicer ’poco’. O luce etterna che sola in te sidi, sola t’intendi, e da te intelletta e intendente te ami e arridi! Quella circulazion che sì concetta pareva in te come lume reflesso, da li occhi miei alquanto circunspetta, dentro da sé, del suo colore stesso, mi parve pinta de la nostra effige: per che ’l mio viso in lei tutto era messo." (Divina commedia, Paradiso, Canto XXXIII, 121-132)
La via Degli Dei è un cammino lungo e difficile alla scoperta della natura, dell'Appennino, ma soprattutto di noi stessi e della verità che abbiamo nel cuore, così come il cammino di Dante Alighieri nella sua Divina Commedia attraverso l'inferno, il purgatorio ed il Paradiso. Come recita il canto XXXIII, infatti, Dante, dopo tanto vagare, giunto al traguardo, guarda Dio e ciò che vede è la sua immagine riflessa.
NOTE: Abito vicino a Sasso Marconi, (prima tappa della Via Degli Dei) e così ho deciso che per questa mia quinta Via degli Dei sarei partito direttamente da casa. Alle ore 06:00 di venerdì 21 ottobre 2022 ho mosso il primo passo e dopo 6km mi sono inserito nel sentiero nei pressi della stazione di Sasso Marconi.
GIORNO 1
GIORNO 2
GIORNO 3
Di Luca Bacchi Cantare nei luoghi che hanno "sofferto" per guarirli, innalzando la frequenza attraverso il canto. Stimolare il movimento delle energie pesanti e stagnanti. Portare armonia nella distruzione. Sbloccare tappi energetici che impediscono la rinascita dei luoghi alle loro nuove vite. Mostrare una via trasformativa verso l'evoluzione, la bellezza, il cambiamento a quelle entità che ristagnano rassegnate, impaurite o arrabbiate.
Di Luca Bacchi LE TRE PIRAMIDI DELL'APPENNINO Io, una similitudine la vedo. Sarò pazzo ma almeno così mi spiego perché Mattei ha costruito la Rocchetta proprio ai piedi di Montovolo :-) Sono appena tornato dalla Sardegna, altro luogo che trasuda di "energia". In Sardegna la cultura nuragica utilizzava i menhir per innalzare l'energia dei luoghi. I menhir sono vere e proprie antenne che captano l'energia proveniente dall'alto e la scaricano a terra. In natura esistono luoghi molto energetici per via di particolari conformazioni del territorio. Spesso si trovano nei pressi di particolari montagne o di particolari rocce che svolgono naturalmente la stessa funzione dei menhir. Sono tanti i fattori che partecipano all'innalzamento energetico di un luogo, in questo caso, la forma delle montagne nei pressi della Rocchetta Mattei, induce inizialmente a focalizzarmi sulla conformazione del territorio. Questo è un luogo di culto da sempre. Prima del cristianesimo era infatti un luogo di culto pagano e sappiamo quanto fossero attenti i popoli antichi nello scegliere la posizione più idonea per la costruzione di un luogo sacro. Spesso infatti i luoghi sacri erano luoghi in cui si curavano le persone e la guarigione era fortemente legate alla natura, alle stelle, alla stagionalità e all'energia del posto. Chi voleva guarire, oltre a prendere i rimedi, si trasferiva per giorni/mesi in un luogo preposto alla guarigione. Tale luogo era esso stesso la cura, non tanto ciò che si faceva in quel luogo ma il semplice soggiornarvi per diversi giorni contribuiva decisamente alla guarigione. Guarigioni fisiche, emotive, spirituali; rinascite, morti e resurrezioni a nuova vita, rituali legati alla natura che ogni anno muore e poi si rinnova; la ciclicità della luna che dava il ritmo dei giorni, delle settimane; la ciclicità del sole che al suo sorgere indicava la vicinanza ai quattro grandi momenti chiave dell'anno, i due solstizi e i due equinozi, fondamentali per la pianificazione dei lavori agricoli; rituali di unione tra energia maschile e femminile ecc, ecc. I luoghi sacri erano il centro di tutto e venivano scelti con grande cura. Dovevano essere luoghi ad alta energia e gli antichi sapevano come riconoscerne la presenza. Mattei ha scelto di costruire la Rocchetta proprio qui per via dell'energia del posto confermata dagli insediamenti cristiani e prima ancora pagani. Mattei infatti caricava i suoi rimedi omeopatici con l'energia del luogo. Questo connubio consentiva la produzione di rimedi molto efficaci. Tutto questo territorio è energeticamente incredibile. Fiumi, montagne, rocce, sono antenne e catalizzatori naturali di energia. La lettura simbolica del paesaggio è essenziale per scovare i luoghi di potere. Le tre cime della foto precedente ricordano infatti le TRE PIRAMIDI DI GIZA. Simboli maschili di salita verso il cielo. Ma in questo territorio sono presenti altri riferimenti simbolici femminili, molto potenti come quello che vedete nella foto qui sotto.
maschile). In questi rari momenti sacri, i pellegrini presenti, ricevono guarigioni speciali.
Credo che l'originalità della Rocchetta e del Conte Mattei siano fortemente associate al luogo e alla sua energia particolare e curativa. Per chi è scettico, il mio invito è quello di fare come facevano gli antichi.... andare in questi luoghi e restarci per alcuni giorni, staccando dalla vita quotidiana e concedendosi giorni lenti, di ascolto, di silenzio, di meditazione. E' fondamentale per il benessere scegliere con cura il luogo in cui vivere. L'esposizione costante e quotidiana a energie basse e disarmoniche ci debilita inesorabilmente.
Di Luca Bacchi
Ho un ricordo nitido di mio nonno paterno Ugo, era nell'orto, con la canottiera e il suo cappello di paglia. Aveva dei pantaloni da lavoro tenuti stretti in vita non da una cintura ma da una corda. Camminava lungo il sentiero con il suo forcone sulla spalla carico di fieno. Con una sola inforcata aveva sollevato una quantità di fieno enorme e la stava portando ai conigli. Ugo me lo ricordo così.
Quando ho letto il libro di Giancarlo Cappello sulla "coltivazione elementare" ho sentito subito un richiamo verso il suo modo di fare l'orto, un richiamo viscerale, profondo, che evidentemente risuona con le mie radici. Così quest'anno insieme ai miei vicini della "casa sulla roccia" abbiamo iniziato una coltivazione elementare. Siamo molto soddisfatti perché non usiamo concimi, non usiamo pesticidi, risparmiamo un sacco di acqua e i risultati sono buoni, anche a livello estetico, la pacciamatura di fieno crea un bellissimo contrasto di colori.
Di Luca Bacchi
Salita notturna in solitaria dalla valle dell'Orsigna fino alla cima di monte Gennaio (1810mt) per essere presenti al sorgere del sole. Preghiera e meditazione all'alba.
Attraversare il bosco di notte è come addentrarsi nella vastità del "non conscio". La luce è conoscenza, perché rende "conoscibili" tutte le cose, il buio è il "mistero", il non conosciuto". Vivere l'esperienza del bosco di notte in solitaria mette in evidenza quanto il "mistero" susciti in noi paura. Tutto ciò che non è chiaro alla nostra coscienza, istintivamente ci fa paura. Nell'oscurità del non-conosciuto anche un piccolo spezzarsi di rami può terrorizzarci e scatenare in noi una reazione sproporzionata, anche là dove un reale pericolo di fatto non c'era. Così avviene per tutto ciò che non illuminiamo con la nostra coscienza. La paura si può superare solo con la conoscenza, illuminando la sua causa, portando luce su di essa, osservandola e conoscendola. Questo è il grande insegnamento del bosco di notte. Questa è la sfida metaforica tra l' istinto reattivo e la presenza consapevolezza. Un' esercizio di presenza e di osservazione dei nostri moti interiori, di quanto siano essi "animaleschi" e "reattivi" e di come invece sia possibile prenderne le distanze, osservarli, e non lasciarsi travolgere da essi ma "gestirli" con coscienza.
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La terra chiama
ma chiama solo i suoi figli. E' il tempo di ritornare a casa, ognuno sarà chiamato dalla propria terra. Troppo lontani dalle radici, o si muore o si torna. Così siamo al bivio, la grande separazione è in atto. O si ritorna sui propri passi, abbandonando ciò che si ha tra le mani, o si sparisce. Ritiro di purificazione e digiuno al fiume - giugno 2022 - Di Luca Bacchi Il digiuno e la solitudine in natura, facilitano lo svuotamento di tutte le cose del mondo.
La prima fase è euforica, poi subentra la noia, poi il dialogo mentale si fa assordante ed è facile ritrovarsi a parlare da soli. Il vortice dei pensieri cerca di riempire le ore che però, di fatto, sono e rimangono vuote. Nulla da fare, nulla da dire, nulla da progettare. Stare e basta, questo è il cammino. La mente vuole riempire quell'"assenza di fare", con contenuti mentali che poi possono innescare emozioni e distoglierci dal qui e ora. Ma infine dovrà cedere alla realtà dei fatti. Cioè, che qui e adesso, non c'è nulla di cui preoccuparsi, nemmeno del cibo. Così... si entra nella fase del silenzio interiore. Esistenza pura, priva di ogni "definizione". De-finire è l'atto di nominare le cose, di estrarle dall'indefinito dandogli un nome. Ogni de-finizione crea una separazione nel tutto. Così la via per l'unione diventa l'assenza della parola, l'assenza di ogni definizione, esistere e basta! In questa "esperienza" di "non essere qualcosa" ma di "essere", il vuoto creato dalla rinuncia delle cose del mondo, siano esse fisiche, emotive o mentali, inizia a riempirsi di altro. La fonte che ora riempie questo vuoto non è "nel mondo" ma è dentro di noi. Accade che sentiamo per la prima volta lo sgorgare di un piccolo torrente caldo dentro al nostro cuore, che bagna colmandolo tutto il nostro essere e oltre, anche il mondo là fuori, che ora appare come illuminato non più da un sole esterno ma da un sole interno. Non è più il mondo là fuori a dirci cosa fare e come essere, ma è quella sorgente luminosa come un sole liquido che scalda e bagna il nostro mondo, a creare i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni.
Di Luca Bacchi
Da Jano a Monte Adone, e poi Monte Venere, ecco alcuni dei monti che rendono questa zona "divina". La zona in cui vivo a sud di Sasso Marconi trasuda potentemente di storia, sia umana che celeste.
Jano è Giano Bifronte, Dio romano a due volti guardiano delle soglie. Adone che significa "Signore" in ebraico "Adonai" è il Dio della morte e della rinascita. Venere è la dea della bellezza e dell'eros. Camminare su questi sentieri è un viaggio che mi insegna ad assaporare l'invisibile, a imparare a raccogliere oltre a ciò che vedo anche e soprattutto ciò che sento. Guardando e attraversando queste montagne sacre la loro anima si fa sentire se siamo in ascolto. Ognuna di esse esprime perfettamente il nome che porta nella sua forma, nei suoi colori nei suoi profumi e nelle voci che si accendono nel cuore di colui che, passando a piedi, senza parlare, rimane in ascolto. Jano è un luogo di osservazione. Da qui si osserva il punto di massima energia della zona, ovvero il punto in cui i due grandi fiumi Reno e Setta si uniscono, unendo non solo le loro acque ma anche le storie delle due valli. Siamo sulla soglia. A valle del grande sasso di Sasso Marconi, dove le due valli si incontrano, si respira aria di città. Prima di quel punto invece siamo ancora in un altro mondo, siamo nel regno degli dei della Natura. Giano Bifronte è posto proprio qui, in una posizione di "vedetta" su questo grande portale fisico ed energetico. Adone è la montagna che si distingue rispetto a tutte le altre, svetta con la sua cima rocciosa e appuntita. La sua presenza si percepisce ovunque, è facile sentirsi osservati dal grande Adone quando si percorrono questi sentieri. Lui ti osserva dall'alto e ti chiama. Ti ricorda che non sei solo, MAI, anche se non hai compagni di viaggio. La forza magnetica di Adone in molti la percepiscono, come una voce che ti stimola a sfidarlo, ad andargli incontro, a superare te stesso per accedere ad una nuova dimensione di te. Tutte le metamorfosi, richiedono una morte e una rinascita e dal punto più alto di Monte Adone, se guardi in basso, ti rendi conto perfettamente di quanto la morte sia vicina, ad un solo passa di distanza. Così la vita prende un luce nuova. Venere è morbida, montagna fertile, ricca, rigogliosa; salire da Monzuno verso la cima di Monte Venere è un cammino morbido e accogliente. La grande madre avvolge i viandanti con la sua vegetazione armoniosa. I ragazzi di Meraki (ecovillaggio) sono stati chiamati da Venere per creare sulle sue pendici un luogo di accoglienza, condivisione, amore e bellezza perfettamente in simbiosi con l'energia della grane dea. I luoghi fanno le persone. "allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere della terra" (Genesi 2,7) I luoghi chiamano coloro che vibrano alla loro frequenza. Ci sono energie invisibili che ci prendono e ci portano dove è bene che stiamo. Io stesso sono stato portato qui a Jano, non per scelta ma per risonanza. Così è per tutti coloro che hanno lasciato ancora le porte aperte. Chi è chiuso nel suo guscio indistruttibile, per paura, per scelta, per illusione, non può vivere l'esperienza di sentirsi chiamato dalla terra, di percepirsi vibrante della stessa vibrazione di un luogo. Esperienza mistica che richiede di spaccare il guscio in cui ci siamo rintanati. Esperienza che insegna quanto sia vero che non c'è reale separazione tra noi e ciò che ci circonda. Ogni guscio che abbiamo costruito ha un suo perché e un motivo di esistere ma è importante percepire che ciò che ci protegge, allo stesso tempo ci blocca. Sono i paradossi della vita ai quali è "illogico" abituarsi ma anche la "logica" è un guscio che ci protegge ma che allo stesso tempo ci blocca. Oggi ho corso in salita verso Monte Adone, la mia montagna sacra, sotto la quale è nato mio padre. Ho vibrato con lui, l'ho sentito che mi guardava, ho sentito la sua voce chiamarmi su in cima e invitarmi a guardare giù. Adone, ancora una volta mi hai ridato la vita, mostrandomi che l'abisso è ad un passo e che sono vivo e sono giunto in cima e quell'abisso posso guardarlo!
La traccia GPS di oggi - SCARICA FILE
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Di Luca Bacchi SABATO 28 MAGGIO - JANO - SASSO MARCONI Laboratorio Esperienziale dedicato alla Costruzione del Tamburo Sciamanico. Il suo suono/ vibrazione, ci riconnette al momento magico della nostra discesa in questo mondo. I Ritmi che ne scaturiscono hanno diretto e plasmato i nostri organi, tessuti, muscoli ed ossa. La via del tamburo sciamanico è la via del cuore.
Il laboratorio si svolgerà in natura, e tratterà una parte teorica e una parte pratica di costruzione.
Ci guiderà Francesco, artigiano e maestro, musicista, percussionista, uomo di grande esperienza che da anni porta in giro per l'Italia la medicina del tamburo sciamanico. (pagina Facebook di Francesco)
La serata si conclude con un cerchio di tamburi intorno al fuoco. Per info Luca 3274542476 di LaCasaSullaRoccia Il tamburo sciamanico è un potente strumento di guarigione che consente di liberare la nostra natura originaria, primordiale e riconnetterci con le nostre radici. Strumento di potere personale essenziale per chi percorre la via del cuore. Il tamburo infatti amplifica il battito del nostro cuore espandendo anche la nostra manifestazione personale.
Di Akuim Questo è il canale Telegram di Nicola Rangeloni. Nicola si trova in Donbass e manda quotidianamente video, foto e servizi su ciò che sta succedendo in Ucraina. E' importante informarsi sulla situazione in Ucraina EVITANDO i telegiornali e le televisioni nazionali italiane perché diffondono informazioni false, manipolate e inattendibili. Nicola Rangeloni è sul posto e documenta senza filtri esattamente ciò che accade; iscrivetevi al suo canale Telegram. Lo stato italiano (CHE NON MI RAPPRESENTA) sta usando i soldi dei cittadini italiani per fornire armi all'esercito ucraino, armi che vengono usate anche su civili come si vede chiaramente da questa foto.
Questa immagine è di Nicola Rangeloni. In questa esplosione, sono morte almeno 23 persone, altrettanti sono i feriti gravi. Si tratta principalmente di pensionati in coda al bancomat per ritirare la pensione e di persone a bordo delle auto e degli autobus che transitavano lungo una delle vie principali della città, in pieno giorno. Di Akuim "La cosa più incredibile per me, è viaggiare in Italia per mostrare i miei video e le mie foto e vedere le facce esterrefatte degli spettatori, ai quali sembra che quelle immagini vengano da altri tempi perché non si immaginano neanche che nell'Europa del ventunesimo secolo sia in atto una guerra che si combatte con armi a volte anche pesanti; ci sono bombardamenti, ci sono vittime civili, vittime militari..." Qui sotto potete scaricare il servizio del TG3 del 2019 in formato video mp4
Di Akuim Da 8 anni si combatte nel Donbass. RT è un canale di informazione internazionale che è stato censurato e non è più possibile vedere per chi abita in Europa. Questo servizio semplicemente racconta di una guerra che dura da 8 anni e come tutte le guerre fa morti e distrugge tutto ciò che tocca. Per rispetto delle vittime di questa guerra è necessario che di questa guerra si parli. Qui sotto trovate il link dove scaricare il servizio di RT integrale tradotto in italiano.
Di Luca Bacchi Di seguito alcune frasi tratte dal libro di Rod Dreher, L'Opzione Benedetto, con alcune piccole variazioni personali che non ne modificano il messaggio originale Riorientare il modo in cui concepiamo il lavoro in maniera più teocentrica, ci aiuterà a prendere la decisione giusta quando saremo messi alla prova sul posto di lavoro e ci darà più forza quando saremo costretti a trovarci una nuova professione.
Attualmente il lavoro viene visto, troppo spesso, come un peso. Se affrontiamo il lavoro come un peso "c'è qualcosa che non torna nel nostro cuore". Il lavoro non dovrebbe essere qualcosa che facciamo per ricevere qualcos'altro in cambio, ma piuttosto un' attività che svolgiamo perché ci fa stare bene, che è costitutiva della nostra felicità e perché in essa e attraverso di essa mostriamo amore anche per gli altri. Il lavoro dovrebbe essere un modo organizzato di esprimere il nostro amore per gli altri esseri umani e per quegli elementi della natura sui quali ci è stato concesso il dominio. In ultima analisi, il lavoro è l'attività che consente all'uomo di esercitare la sua funzione di ordinare il mondo secondo una volontà e un'armonia superiori, divine. L'uomo così riprende il suo giusto posto e ispirato da Dio, svolge il servizio per cui è portato e chiamato. Per ricevere questa ispirazione, il primo passo è la preghiera, dalla quale scaturisce l' azione quotidiana". |
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Marzo 2024
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