Di Luca Bacchi Nel 2023, a metà novembre finalmente ho realizzato il mio sogno di andare in India. Ho avuto modo di rimanere quasi un mese e così ho potuto vedere e assorbire tanto di questa parte del mondo, così vasta e variegata. Le mie tappe principali sono state Nuova Dehli, Rishikesh, Agra e Varanasi ma ogni singolo giorno si può dire che sia stata una tappa. Ho potuto viaggiare come piace a me, ovvero da solo e con lo zaino in spalla, utilizzando i mezzi pubblici e scegliendo giorno per giorno dove andare e quanto restare in un posto. Di volta in volta prendevo una stanza e poi se desideravo proseguire il mio soggiorno mi fermavo un pò di più nella massima libertà. Scegliendo alberghi economici comunque dotati di servizi sono riuscito a spendere poco, adattandomi si ma sempre con piacere. Per spostamenti sotto i 5-6 km ho sempre camminato. Per gli spostamenti più grandi a Delhi prendevo la metro o il tuc tuc mentre per le tratte molto lunghe il treno oppure i pullman notturni dotati di letto. Ci sono varie tipologie di treni e di pullman con vari prezzi e vari livelli di comfort e pulizia. Io ho viaggiato diciamo sempre nella "via di mezzo" e mi sono adattato benissimo. L'impatto con Nuova Delhi è stato molto forte, città incredibilmente caotica ma grazie alla metropolitana spostarsi non è poi così complicato. Certamente dove non arriva la metro inizia il bello perché ci si deve necessariamente immergere in quel caos, che per chi non è abituato, può essere eccessivo. Io conosco questo caos perché avevo già visitato città altrettanto caotiche come Casablanca, il Cairo, Bangkok, Caracas e quindi sapevo più o meno cosa aspettarmi, a devo ammettere che l'India le supera tutte perché c'è da considerare anche, in certe zone, un livello di sporcizia e di scarso igiene inimmaginabili. Sono rimasto a Nuova Delhi tanti giorni e l'ho visitata in lungo e in largo. Inizialmente volevo fuggire il prima possibile dalla città ma poi con il tempo sono riuscito ad ambientarmi e ho potuto apprezzarla. La tappa successiva, è stata Rishikesh, a nord, verso le sorgenti del Gange, luogo tanto amato dai praticanti di yoga in cui i Beatles andarono negli anni 60 e dai cui Raimon Panikkar ed Henri le saux partirono per il loro pellegrinaggio alle sorgenti del Gange. Questi ultimi sono entrambi monaci cristiani e induisti e hanno dato un grandissimo apporto al dialogo interreligioso tra induismo e cristianesimo. Personalmente stavo leggendo il libro di Henri le saux, "alle sorgenti del Gange" che descrive proprio il pellegrinaggio fatto con Panikkar. Rishikesh è bellissima, immersa nella natura e attraversata dal fiume Gange non ancora inquinato perché siamo a monte, dove iniziano le grandi montagne. Qui il fiume è già grande ma ancora piccolo rispetto ad esempio a Varanasi dove l'ho ritrovato alcuni giorni dopo. Sono così giunto a Rishikesh di notte, il pullman mi ha fatto scendere in mezzo al nulla alle 4 di mattina esattamente a 6 km da Rishikesh, così piano piano prima co il tuc tuc e poi a piedi ho raggiuto l'alberghetto. Il soggiorno in questo posto è stato molto forte spiritualmente perché l'atmosfera sacra è ovunque, in mezzo alla strada si sentono sempre le persone recitare i mantra e le preghiere, l'odore di incenso è forte ovunque, ci sono poche macchine e tante zone pedonali e il fiume sacro è il grande protagonista. Ogni giorno al tramonto si celebrano le Ganga Aatri, alcune più spettacolari altri più intime, ma tutto il fiume diventa oggetto di venerazione e di lode. Qui ho incontrato una ragazza italiana con cui ho potuto finalmente sgranchire il mio italiano e poi tanti viaggiatori provenienti da tutto il mondo per praticare yoga, diventare istruttori, meditare o soggiornare in un ashram. Altra cosa per me molto importante, che sono riuscito a realizzare, è stato il bagno nel Gange a monte di Rishikesh prima della città. Momento magico. Dopo Rishikesh, mi sono spostato con un pullman notturno ad Agra. Sono venuto ad Agra principalmente per vedere il Taj Mahal. Effettivamente un monumento unico e meraviglioso. Semplice, immacolato, perfetto, immenso. La grandezza della purezza! Un'opera grandissima ma costruita con una precisione e attenzione maniacale, perfettamente armonica e simmetrica costituita da forme geometriche essenziali e precise. Sembra sceso dal cielo. I suoi minareti aperti al cielo ricevono e scaricano a terra l'energia dell'universo e la concentrano nel suo centro, dove era collocata la tomba dell'amata dell'imperatore. Non è facile descrivere ciò che ho provato nel vedere questa meraviglia. Agra vive un grande contrasto tra la purezza del Taj Mahal e la condizione di enorme degrado della città tutta intorno. Fogne a cielo aperto, baraccopoli, miseria estrema, sporcizia, malattia un pò ovunque. E' stata sicuramente la città che mi ha colpito emotivamente con maggiore forza sia nel bene che nel male. Qui ho visto la vera miseria indiana, appena fuori dall'area del Taj Mahal, il degrado che prima di allora avevo solo letto nei libri. Da Agra ho preso il treno notturno per Varanasi. La stazione di Agra non era molto affollata come poteva essere quella di Dehli, così non ho avuto particolari problemi a capire quale fosse il mio treno. Il biglietto lo avevo fatto prenotare in albergo e quindi sono partito senza intoppi. Un treno normale con una cuccetta in cui ho dormito, ovviamente le porte del treno erano aperte come da tradizione indiana ma tutto sommato è stato un viaggio tranquillo e ho dormito bene. Finalmente Varanasi! La città sacra per eccellenza di cui tanto avevo sentito parlare! Varanasi è una grande città ed è quindi molto caotica quasi come Nuova Dehli però qui almeno c'è il grande fiume Gange che riconnette con Madre Natura e quindi con il Sacro. Ho compreso sulla mia pelle la sacralità di questo fiume perché sistematicamente emergeva in me l'esigenza di vederlo, di affacciarmi sui suoi ghat, di camminare lungo le sue sponde come se fosse effettivamente un essere vivente con cui avevo instaurato un legame. Il grande fiume, qui mi ha ripetutamente insegnato che la grazia sgorga da dentro al nostro cuore indipendentemente da ciò che abbiamo intorno. Il fiume qui a Varanasi è l'immagine di questo spazio sacro che c'è dentro ognuno di noi. Per quello che riguarda i cibo, qui a Varanasi ma ovunque in India, conviene mangiare cibo cotto e bere solo ciò che è in bottiglia. Il cibo per strada è invitante e prima o poi ogni turista si lascia attirare ma personalmente non consiglio di mangiare sempre per strada perché le condizioni igieniche non sono come le nostre e quindi il nostro sistema immunitario non essendo abituato come il loro, potrebbe non reggere. Evitate certe fritture fatte con oli impresentabili e magari accontentatevi di un bel piatto di riso con verdure cotte e chapati. Scrivere un diario di viaggio esauriente richiederebbe troppo tempo e al momento non è mia intenzione. Mentre ero in India ho girato alcuni video per condividere la mia esperienza in tempo reale e li trovate su Youtube e qui sotto. Sono 11 video, uno in seguito all'altro. Per concludere in estrema sintesi posso dire che questo viaggio in India ha rinforzato la mia componente spirituale. Nonostante l'aspetto umano limitato e mortale sia così presente in India, scendendo dentro all'umanità fino in fondo si spalancano le porte del Sacro. Così come in una mucca di 500Kg ferma immobile al centro di una strada attraversata da miriadi di macchine, moto e persone sia possibile cogliere la stabilità di chi è radicato nel suo centro spirituale anche io in quel caos infinito che è l'India ho rinforzato il mio centro, un centro che è in ognuno di noi e ad un passo da Dio.
0 Comments
Leave a Reply. |
Categorie
Tutti
ArchiVIO
Settembre 2024
|