Di Luca Bacchi Gli imprevisti servono a farmi ricordare che esisto.
Quando vivrò nel costante ricordo di me, nulla sarà imprevisto.
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Di Luca Bacchi Gli stimoli che muovono le mie azioni da dove arrivano? Da dentro di me o da fuori di me? A quali voci do maggior credito? A quelle che vengono dal mondo là fuori o a quelle che vengono da dentro al mio cuore? In termini cristiani: io do più importanza alle cose del mondo o al regno dei cieli (regno di Dio)? Il regno dei cieli è dentro di noi, è la voce che sussurra al nostro cuore; è lo Spirito che da dentro al nostro cuore bussa e ci chiede di aprire. Il mondo invece sono tutti condizionamenti che ci giungono dall'esterno. Quando il mondo mi dice di fare una cosa, io eseguo senza batter ciglio oppure mi metto in ascolto di ciò il mio cuore mi sussurra? Le mie azioni sono mosse dalle esigenze del mio cuore o dalle esigenze di chi mi circonda? Giudizio universale: Uomo: <<Mio Dio, prima di giudicarmi, sappi che ho eseguito alla lettera tutti i comandamenti, ho fatto tutto ciò che mi hanno detto di fare i maestri quindi mi merito il paradiso, ho obbedito in tutto!>> Dio: <<Ma tu.... hai obbedito alla legge del desiderio che abita in te?>> Uomo:<<No.... io ho represso i miei desideri!>> Dio: <<allora sei nel peccato...>> Questa parabola di Jacques Lacan, ovviamente non parla dei desideri della carne o dei desideri superficiali, ma parla del desiderio del nostro cuore. Esprime perfettamente il messaggio del Cristo che purtroppo la storia ha storpiato totalmente. Dio vuole che l'uomo faccia la Sua volontà, e la volontà di Dio non è quella che raccontano gli uomini, ma è quella che sussurra lo spirito dentro al cuore. Dio è li che ci parla. Se vogliamo ascoltare Dio, la sua parola la sentiremo nel cuore, non nel mondo là fuori. Luca 17, 20-21 "Ora, interrogato dai farisei su quando verrebbe il regno di Dio, rispose loro e disse: «Il regno di Dio non viene in maniera che si possa osservare; né si dirà: "Eccolo qui" o: "Eccolo là"; poiché, ecco, il regno di Dio è dentro di voi». Per ascoltare il regno dei cieli e fare la volontà del Padre è necessario fare silenzio, pulirsi dalle mille cose del mondo che abbiamo appiccicate addosso, indietreggiare da esse, svuotare la mente e posizionarsi sul cuore, prima di ogni cosa, prima di ogni ente, prima di tutta la creazione. Vipassana. Li.... sulla soglia, la voce di Dio parlerà nel nostro cuore e chiederà di essere ascoltata e portata in manifestazione con pensieri, parole ed azioni allineati ad essa. Nel video seguente Mauro Scardovelli e Massimo Recalcati esprimono meravigliosamente questi concetti La meditazione seguente ci conduce sulla soglia del nostro cuore, tra il regno dei Cieli ed il Mondo. Una volta giunti su quella porta rimaniamo in ascolto dello Spirito che ci parla. Di Luca Bacchi Dio mi protegge,
mi difende dall'aggressore. Chi mi attacca ingiustamente sarà abbattuto, perché il Signore è mio scudo. I mentitori e i bestemmiatori saranno annientati, perché Dio è con me. Canterò ancora la tua forza o Dio, canterò la tua fedeltà all'aurora. Di Luca Bacchi "O anime, che seguite il cammino stretto, io vi dico:
un giorno, il mondo, vi vedrà camminare per ampie e fiorite praterie mentre lui, il mondo ed i suoi seguaci, cammineranno sopra al fuoco che essi stessi hanno appiccato" (Josefa Menendez) Di Luca Bacchi Tutti facciamo il bene,
ma spesso lo facciamo male. Come dice San Paolo, (Romani 7,14-25) questa è la condizione mia: non fare il bene che voglio, ma il male che non voglio. Sono parole che ci mettono in faccia tutti i nostri limiti e come sia difficile in realtà concretizzare nella materia le nostre aspirazioni più elevate. Siamo tutti uomini, siamo tutti limitati e questa consapevolezza ci rende umili, e ci conduce alla compassione verso gli altri esseri umani. Questo non comporta rassegnazione, ma, consapevoli della verità di noi stessi, siamo spinti a cercare una grazia che "sovrasti" la nostra condizione imperfetta. Un amore così grande che accetti, accolga e perdoni anche i difetti peggiori; l'amore di un genitore verso il proprio figlio. Esiste una grazia trasversale che abbraccia tutto, esiste! La si scopre nel momento in cui ci si guarda allo specchio e si diviene finalmente consapevoli della nostra distanza da essa. Di Luca Bacchi La libertà è uno stato interiore di non attaccamento.
L'uomo libero non è dipendente dalle cose del mondo, dipende solo a Dio Questo stato interiore si manifesta esternamente sotto forma di fiducia totale e accettazione di tutto ciò che la vita gli offre. Non avere alcun legame con le cose del mondo significa amarle totalmente, l'amore è il dono della libertà Così chi è libero, ama, e chi ama non si attacca a nulla, nemmeno alla propria vita, ma la affida a Dio con fiducia e gioia. "Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà e chi la perderà, la manterrà viva." (LC 17,33) L'essenza della vita sono le nuove esperienze; non esistono due attimi uguali. Aprirsi al nuovo, lasciando andare il vecchio consente la rinascita. Chi non sa fare a meno del superfluo, quando il superfluo verrà spazzato via, verra spazzato via lui stesso. Cercare il regno dei cieli significa proprio questo: non attaccarsi alle cose del mondo che sono per loro natura passeggere, ma legarsi a ciò che non passa e che non passerà mai, l'Assoluto, che è l'essenza originaria di ogni essere umano. Quell'assoluto è dentro di noi, si può cercare, si può trovare, si può frequentare, si può conoscere, ci si può aggrappare e in Esso si può vivere. Salmo 138 Al maestro del coro. Di Davide. Salmo.
Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano. Stupenda per me la tua saggezza, troppo alta, e io non la comprendo. Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell'aurora per abitare all'estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra. Se dico: «Almeno l'oscurità mi copra e intorno a me sia la notte»; nemmeno le tenebre per te sono oscure, e la notte è chiara come il giorno; per te le tenebre sono come luce. Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, intessuto nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi e tutto era scritto nel tuo libro; i miei giorni erano fissati, quando ancora non ne esisteva uno. Quanto profondi per me i tuoi pensieri, quanto grande il loro numero, o Dio; se li conto sono più della sabbia, se li credo finiti, con te sono ancora. Di Luca Bacchi Il mondo mi viene incontro fondamentalmente in due modi.
O lasciandomi libero, O cercando di controllarmi. Dio mi dice: "tu sei libero" , "io ti amo così come sei". satana mi dice: "Tu lavori per me" , "io dispongo di te". Davanti a queste continue proposte di ingaggio che la vita mi offre, nel bene o nel male, io da che parte sto? Ciò che determina la mia collocazione, sono le mie azioni. Ovvero: -se io lascio libero il mio prossimo e lo amo per ciò che è, indipendentemente da ciò che lui ha fatto a me, allora sarò con Dio. -se io controllo il mio prossimo e gli dico cosa deve fare e lo comando dandogli ordini, indipendentemente da ciò che lui ha fatto a me, allora sarò con satana. In sintesi: il mondo nelle sue infinite forme e sembianze può impormi regole, obbligarmi a fare ciò che desidera, giudicarmi sbagliato, controllare la mia vita, imprigionarmi, limitare le mie libertà, offendermi, punirmi e ricattarmi se non seguo le sue volontà, ma io non reagirò mai alla sua stessa maniera. Io, indipendentemente da ciò che mi farà il mondo, sarò sempre coerente con ciò che ritengo giusto, ovvero, con la libertà essenziale di ogni individuo. Tu mi imprigionerai ma io non imprigionerà mai te, Tu metterai dei limiti alla mia libertà ma io non lo farò mai a te, Tu mi ricatterai ma io non ti ricatterò mai, Tu mi farai del male, ma io non ti farò mai del male Tu mi umilierai mai io non ti umilierò mai. Non possiamo perdere! Di Luca Bacchi Non vivere nel domani,
non preoccuparti del domani, perderai il tuo presente. Rimani qui, non scappare altrove, vivi il presente totalmente, con tutto te stesso. Vivi il presente al meglio delle tue possibilità, e qual'è la cosa migliore che un' uomo possa fare? Amare. Ama ora, non pensare a come amerai domani, pensa a come puoi amare adesso. La persona che ora è davanti a te, l'ambiente in cui ti trovi, Ama, prenditene cura. Qui, ora, quali sono le occasioni di amare che Dio ti sta offrendo? Non fartele scappare. Di Luca Bacchi Raccolta di citazioni (in corsivo) e pensieri personali sulla tematica della libertà - "Chi cambia il mondo? Colui che può farne a meno"
- "La libertà si trova oltre la paura. Gettarsi oltre la paura è l'atto di morire a se stessi, di slegarsi da tutto ciò che è passeggero, compresa la nostra vita, in favore di ciò che non passerà mai". - "Colui che non possiede nulla, non è posseduto da nulla e in verità possiede tutto". - "libertà estrema, un'estremista, un viaggiatore esteta che ha per casa la strada" - "Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo". - "così ora dopo due anni di cammino arriva l'ultima avventura, l'apogeo della battaglia per uccidere il falso essere interiore, suggella vittoriosamente la rivoluzione spirituale". - "Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la salverà". - "Colui che rinuncia al mondo, cambia il mondo". - "Nel disfarsi di ogni attaccamento emerge la vera libertà. Più siamo prossimi all'essenziale più si manifesta la natura divina ed eterna dell'essere umano. Colui che ha rinunciato al mondo fino a rinunciare anche a se stesso, ha aperto le porte ad un mondo nuovo". Di Luca Bacchi Questa lampada, può essere definita una lampada rituale. Essa diffonde il colore ed il simbolo di MULADHARA, il primo chakra, e prepara l'ambiente alla cerimonia.
Lo strumento legato al primo chakra è proprio il tamburo perché il battito del cuore di nostra madre è stato la prima vibrazione che abbiamo sentito. Il tamburo in foto è il mio tamburo sciamanico, creato per me da Espavo Tatanka Galaxya, veri maestri nell'arte sciamanica. Per qualsiasi informazione sulle lampade, ordini, acquisti potete contattarmi a questo numero: Luca 3274542476 Di Luca Bacchi "Lunghi e interminabili colloqui in cui ho imparato l'ascolto, ho imparato il rispetto anche là dove non potevo condividere le idee e poi, più avanti, pur quando non potevo condividere la prassi e le azioni, sempre c'è stato ascolto e un ascolto che mi ha cambiato." (Giuseppe Dossetti) L'ascolto è un' apertura. Ascoltare ciò che non sopportiamo è l'atto di apertura estrema a tutto, anche ai mostri che vediamo fuori ma abbiamo dentro. Nell'atto faticoso di ascoltare e osservare ciò che non sopportiamo andiamo ad allargare l'apertura del nostro cuore. Quello è lo scopo di ogni essere umano: aprire sempre di più il cuore, aprendolo a tutto, fino a spalancarlo totalmente verso ogni forma esistente. Li dove c'è atrito abbiamo la certezza di una chiusura di cuore, ed è proprio li che con fatica dobbiamo stare, senza seviziare noi stessi, ma in base alle nostre possibilità, a piccoli passi, con i giusti tempi, apriremo sempre di più quella porta. Dossetti è stato un politico e un monaco. Ha portato la sua spiritualità radicale e "guerriera" nel mondo, attraverso una vita politica e sociale molto attiva. Ha contribuito in maniera fondamentale alla creazione della nostra Costituzione e al rinnovamento della chiesa cattolica durante il Concilio vaticano II. Questo libro è molto interessante per coloro che si chiedono come sia possibile concretizzare nella materia la propria dimensione spirituale. Dossetti ha voluto essere sepolto a Marzabotto(BO) nel cimitero di Casaglia insieme ai martiri dell'eccidio, vicino alla sede della comunità monastica da lui fondata. Di Luca Bacchi Cosa significa vivere nella fiducia?
Significa vivere totalmente il momento presente perchè il passato ed il futuro non ci interessano. Significa vivere solo il presente, istante dopo istante dopo istante, perchè il domani mi darà esattamente ciò di cui ho bisogno, quindi non me ne preoccupo. Questo atteggiamento è l’atteggiamento di chi vive nella fede e lascia fiducioso il controllo della propria vita a qualcuno di più grande, a Dio. Questo significa abbandonarsi alla volontà del Padre, ovvero affidarsi a quella corrente immensa che sovrasta la nostra vita. Trascurando le preoccupazioni future accade inevitabilmente che siamo totalmente focalizzati sul momento presente e viviamo la vita con grande intensità, gustandone ogni istante. Questo significava vivere in pienezza, essere presenti e vigili con corpo e mente (Yoga) a ciò che sta accadendo adesso. Se la mente scappa nel futuro ecco invece la separazione, ecco che mi spezzo in due parti, io sono qui e la mia mente è altrove e succede che l’intensità della mia esperienza si dimezza e probabilmente una volta giunto a sera, non ricorderò nemmeno ciò che ho fatto durate la giornata. Un giorno perso perso insomma, un' altro giorno perso…. La Vita no vale forse più di ogni altra cosa? Perché rinunciare alla vita, al vivere, in cambio di ansie, preoccupazioni, invenzioni mentali, ipotesi, probabilità tutte ancora da verificare/verificarsi? La Vita è il dono più grande che abbiamo e dobbiamo imparare a starci dentro totalmente, senza scappare altrove. Per fare questo serve la fede che ci fa dire: "il futuro mi darà ciò di cui ho bisogno e quindi non me ne preoccupo, vivo il presente ascoltandolo, ascoltando me stesso, ciò che sento, ciò che vedo, ciò che provo qui e ora e così, l’indicazione su quale dovrà essere il mio prossimo passo, arriverà da sè, spontanea, naturale…." Un passettino alla volta, spontaneo, e farò tanta strada…. Poi tra qualche anno mi concederò il lusso di guardarmi indietro e mi accorgerò che avevo proprio ragione…. Tutto è nelle mani di Dio e abbandonarmi a lui in totale fiducia rinunciando al mio Ego, al mio controllo, è stata la mia salvezza. Di Luca Bacchi Gandhi, soprannominato Mahatma (Grande Anima) è uno dei pochi uomini al mondo ad aver vinto una guerra senza aver fatto la guerra. Alle offese non ha risposto con altre offese, alla violenza non ha risposto con la violenza, all' ingiustizia non ha risposto con l'ingiustizia, ma ha risposto con l'amore, rimanendo sempre coerente con i suoi valori, amore incondizionato e non-violenza. La sua scelta di non-violenza era così radicata e profonda che pur di rimanere coerente con se stesso era disposto anche a morire. "Potranno torturare le mie carni, rompere le mie ossa, anche uccidermi, allora avranno il mio cadavere.... ma non la mia obbedienza, ma non la mia dignità". Evitando di rispondere con violenza alla violenza, il dolore subìto dal suo popolo risaltò maggiormente e tutte le ingiustizie subite divennero così evidenti a tutto il mondo che l'opinione pubblica internazionale si schierò dalla sua parte. Il parallelismo con il messaggio evangelico "porgi l'atra guancia" è evidente. (Matteo 5, 38-39) <<Voi avete udito che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico: Non resistere al malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra>>. L'azione altrui non lo condizionava minimamente. La sua anima era "stabile come una montagna" e anzi... alla fine fu lui a condizionare gli altri. Gandhi ci invita a riflettere su cosa ognuno di noi sta "mettendo" nel mondo. Se alla violenza rispondiamo con violenza, stiamo riempendo il mondo di violenza; se al contrario rispondiamo alla violenza con amore, sarà l'amore il nostro contributo all'umanità e avremo interrotto la catena della violenza. La lotta non violenta nasce da una intuizione di Henry David Thoreau, e al suo breve saggio "Disobbedienza Civile", saggio che colpì molto Gandhi. La Disobbedienza civile e la risposta non-violenta a tutte le ingiustizie, è un tema molto attuale. Ci invita a trovare soluzioni alternative al solito "occhio per occhio dente per dente", ci invita a scegliere nuove azioni consapevoli piuttosto che attuare reazioni istintive. La violenza innesca altra violenza solo in quei soggetti che non hanno ancora sviluppato autocontrollo e visione. E' il momento di essere coraggiosi e agire in maniera originale e consapevole a ciò che ci viene incontro, evitando di riprodurre i soliti automatismi ma creando qualcosa di nuovo. Gandhi lo ha fatto e ha cambiato le sorti di un intero popolo. LAMPADA PRODOTTA ARTIGIANALMENTE DISPONIBILE PER LA VENDITA ANCHE SU ORDINAZIONE - Per info T. 3274542476
Di Luca Bacchi ANAHATA - Artigianato NELLA BAITA - (accedi alla VETRINA)
Quarto chakra - Anahata - chakra del cuore - colore verde Il nome in sanscrito significa "non colpito". Il suo elemento è l'aria, la sua funzione è l'amore, il suo verbo è "Io Sono, Io Amo". Solo quando "Io sono" posso aprirmi all'amore e dire "Io amo" Non colpito: il mondo esteriore non impatta su di me ma fluisce. Allo stesso mondo il mio mondo interiore non impatta sul mondo esteriore, ma fluisce. Esistere, riconoscere la propria identità e aprirsi alla relazione con l'altro, senza paura, senza aggressività, ma nella fiducia. Lasciarsi irradiare da questo simbolo e dal suo colore verde aiuta a ritrovare l'armonia tra il dentro ed il fuori, tra l'alto ed il basso. Come accade nella natura, quando siamo circondati dal verde delle foglie e dell'erba, sentiamo di essere parte di tutto ciò che ci circonda e non un'entità separata. Di Luca Bacchi Capisco benissimo la rabbia del figlio maggiore. Ecco perché dico questo: Il padre si rivolge al maggiore dicendo: "quello che mio è tuo", ma di fatto ha deciso autonomamente di uccidere il "loro" vitello grasso. Se il vitello fosse stato di entrambi, la decisione di ucciderlo andava presa di comune accordo. Invece no, il padre si contraddice, affermando una cosa a parole e smentendola nei fatti. Dai fatti si evince che il vitello grasso è di proprietà del padre il quale può decidere liberamente cosa farne, senza interpellare il figlio maggiore. Si evidenzia e si rafforza quindi una gerarchia, il padre è rimasto padre e proprietario di tutto, mentre il figlio primogenito è rimasto figlio e non possiede nulla, se non per concessione del padre. C'è scritto che la proprietà del padre è stata divisa in parti uguali, "divise tra loro le sue sostanze" ma di fatto solo il figlio minore ne è divenuto proprietario. Il figlio maggiore invece, rimanendo nel campo di azione del padre, non ha ricevuto la metà delle sostanze del padre; la sua metà è ancora del padre. La frase diretta al figlio primogenito "ciò che è mio è tuo" non corrisponde alla realtà dei fatti, e questa ambiguità secondo me contribuisce alla rabbia del figlio. Il primogenito si è indignato perché il padre non lo ha coinvolto nella decisione. Si è così accorto in maniera dirompente di non possedere nulla perché tutto è ancora del padre. Probabilmente si sarà sentito una nullità, di non contare nulla, di non aver fatto nulla nella sua vita e di non avere realmente nulla di suo. Ecco dove nasce la sua rabbia.... Accorgersi di non aver costituito una propria identità separata dal padre. Quindi, in ultima analisi, questa rabbia può essere vista come una rabbia verso se stesso per non essere mai stato libero. In ultimissima analisi, la sua è una mancanza di libertà interiore. E' ancora legato al padre come da un cordone ombelicale; la sua relazione con il padre non è una scelta ma è una situazione subita. Si è accorto di essere ancora bambino e di non aver mai avuto la forza di creare una sua identità separata. Mentre il secondo genito ha scelto il Padre, ritornando, lui invece non ha mai fatto questa scelta. Si è accorto in quell'istante che la sua relazione col padre è diventata un peso, un impedimento alla propria evoluzione ed individuazione, alla creazione della propria identità. Questo credo che sia il destino di tutti i primi nati: Essere legati fortemente e tenacemente alla propria famiglia di origine. Un sorta di responsabilità e dovere , un peso sulle spalle di nascita. PS. Tutta questa mia riflessione non toglie la bellezza del ritorno di quel figlio che si era perduto Lettura: LC 15,11-32
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane disse al padre: Padre, dammi la parte del patrimonio che mi spetta. E il padre divise tra loro le sostanze. Dopo non molti giorni, il figlio più giovane, raccolte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò le sue sostanze vivendo da dissoluto. Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò e si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci; ma nessuno gliene dava. Allora rientrò in se stesso e disse: Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: E' tornato tuo fratello e il padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo. Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». Di Luca Bacchi La forza dei partigiani
non veniva dall'odio verso i nazi-facisti, ma dall'amore per la libertà. L'odio non dà nessuna forza, è l'amore che rende invincibili. Di Luca Bacchi Prendo il treno per andare in centro, è un treno che posso prendere anche senza marchio verde. Parcheggio l'auto nei pressi della stazione, faccio il biglietto per l'andata e per il ritorno e mi viene incontro un poliziotto che mi chiede i documenti. Fa le sue verifiche e si assicura che io e le altre persone presenti nella zona della stazione indossiamo la mascherina. Salgo sul treno con la mascherina e mi metto a leggere un libro distratto dalla voce robot che ripete in continuazione di indossare la mascherina sulla bocca e sul naso "pena l'intervento delle forze dell'ordine e l'interruzione della corsa nella prima stazione". Alla stazione di arrivo ci sono due camionette della polizia parcheggiate all' ingresso e decine di agenti sparsi per tutta la stazione. Alcune aree della stazione sono transennate. I percorsi pedonali sono delimitati e segnalati in terra con delle frecce e delle linee colorate: "qui puoi", "qui non puoi". Passeggio per il centro e vado a vedere il Santuario di Santa Maria della Vita in via Clavature, entro e mi metto a sedere rispettando la segnaletica che mi indica dove sedermi: "qui puoi" , "qui non puoi". Cammino per il centro con la mascherina abbassata; respiro... Le persone intorno a me sembrano serene, alcune hanno la mascherina, altre no. Un' uomo sui 50 si lamenta del recente DPCM che rende obbligatorio il marchio verde anche per i treni a lunga percorrenza, ma a parte lui tutti sembrano tranquilli. Mi siedo su una panchina e leggo sul cellulare che lo stato ha riservato tantissimi soldi pubblici per assumere nuovi poliziotti e nuovi docenti che dovranno sostituire tempestivamente i poliziotti e i docenti non vaxxinati. Il sole splende caldo e siamo a fine estate, l' aria della mattina è un pò fresca. Passo in libreria, alla Feltrinelli, quella sotto le due torri, in cui è consentito l'accesso ad un numero massimo di 90 persone. Chiedo quali libri di Giuseppe Dossetti sono disponibili; la ragazza guarda sul computer e mi risponde : nessuno! Capisco che la vita religiosa di Dossetti non interessi praticamente a nessuno ma almeno la vita politica... Quella almeno dai.... No...? E' stato un padre fondatore bella Costituzione, oltretutto candidato sindaco a Bologna, non pensavo che non ci fosse spazio per lui nella più grande libreria di Bologna. Vabbè.... In compenso, in alto, in un angolo nascosto e inaccessibile ai più bassi di 1mt80cm di altezza, trovo la Costituzione italiana e la Dichiarazione universale dei diritti umani. Sono due testi che parlano di un epoca antica, nella quale alcuni esseri umani, memori di terribili atrocità passate, cercarono di portare i valori spirituali e universali nel mondo materiale. Che impresa titanica.... credo che si tratti di un romanzo di fantascienza... molto lontano dalla realtà che ho visto girando per il centro città. |
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Gennaio 2025
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