Sono partito da una domanda, assolutamente inconsapevole di dove sarei arrivato:
"Perché mi stanno spuntando dei nei sul collo?" I nei, gli angiomi e le macchie della pelle che significato hanno? Se riteniamo che ogni malattia/sintomo sia un evento sensato portatore di un messaggio; se riteniamo che sia espressione di un disagio dell' "anima" troppo a lungo soffocato, ignorato e non compreso, allora anche i nei e le macchie della pelle hanno un valore simbolico e ci danno una opportunità di comprensione di noi stessi. La mia ricerca parte dal manuale scritto di Rudiger Dahlke dal titolo "Malattia come simbolo" edizioni Mediterranee, un manuale illuminante che apre una nuova visione sul mondo della salute in generale. L'autore elenca le varie parti del corpo e descrive la loro funzione/compito, poi in una seconda fase del libro elenca tutte le malattie, i rispettivi sintomi, la loro espressione a livello fisico e i relativi "messaggi" che ogni malattia porta con se e le indicazioni di riscatto ed elaborazione. Questo libro deve essere utilizzato con grande attenzione e soprattutto grande sincerità con se stessi ed è necessario essere coinvolti in prima persona, ovvero essere noi stessi i soggetti del'analisi. Leggendo ciò che è scritto nella seconda parte riguardo alla malattia/sintomo che ci interessa, dobbiamo prestare attenzione a quali parole o messaggi ci "risuonano", alterano il nostro equilibrio, accentuano la nostra inquietudine sia in positivo che in negativo, evocano ricordi, emozioni, ansia, desiderio di andare oltre. In pratica tutto ciò che non ci risulta indifferente....Ecco.... queste sono proprio le questioni che ci riguardano maggiormente su cui siamo invitati a lavorare. Ed è meglio segnarcele in un foglio. In questo caso, ho analizzato il sintomo/malattia "neo" , "macchie della pelle" , "angiomi". Ecco cosa ho dice il manuale: Pelle Interpretazione/significato simbolico: barriera(verso l'esterno), fortificazione di frontiera; procura contatto e affettuosità; respirazione (cutanea). Compito/tema: schermo protettivo, formare uno strato isolante, il che può diventare un carcere per l'anima e per le emozioni: dispensare calore umano e dedizione; tocco; percezione: tatto, comunicare; espressione: specchio del mondo spirituale interiore(colore della pelle ecc.); rivelatore di processi e reazioni psichiche:"pelle delicata", "pelle dura", "rischiarare la pelle", "essere di indole delicata", arrossire dalla vergogna, superficie di proiezione degli organi interni/zone di riflesso. Neo Livello fisico: pelle(confine, contatto, tenerezza) Livello sintomatico: aver portato con sé un segno (distinzione) ricevuto dalla madre (avi): ricordo delle origini e dei compiti portati con sé; segno di Caino: essere segnato (distinto), bollato; angiomi/macchie di vino: "bambino scottato" Elaborazione: mostrarsi degni del segno; essere all'altezza della distinzione. Riscatto: accettare e risolvere i compiti portati con sé. Angiomi:(Emangioma; tumore benigno di un vaso sanguigno, che si verifica soprattutto nella prima infanzia; il più delle volte regredisce spontaneamente ma può anche rimanere per tutt ala vita) Livello fisico: tutto il corpo può essere colpito Livello sintomatico: forza vitale concentrata che si è fissata a livello corporeo; accumulo di vitalità, forza vitale traboccante che non trova spazio sul piano della consapevolezza; se la voglia si presenta su punti esposti (marchio di Caino) essere segnati (distinti). Elaborazione (da parte degli adulti e dei bambini): esercizi di vitalità per portare dell'energia vitale in superficie; condurre la vitalità per vie inusuali: accettare il marchio (distinzione) e affrontare il compito. Riscatto: una vita vitale, sprizzante di vivacità; ammettere e accettare la propria forza vitale; eventualmente rendersi palese il doppiio significato di segno/distinzione. Di tutto ciò che ho letto, queste sono le parole e i messaggi che non mi hanno lasciato indifferente: Fortificazione di frontiera - schermo protettivo - carcere dell'anima e delle emozioni - portare un segno ricevuto dagli avi e avere un compito - essere segnato - segno di Caino - mostrarsi degno del segno, essere all'altezza della distinzione - accettare i compiti che si portano con se - forza vitale traboccante che non trova spazio nella consapevolezza - esercizi di vitalità per portare l'energia in superficie anche per vie inusuali, affrontare il compito, accettare il marchio. Cerco ora di dare una interpretazione personale riguardo a ciò che sento mi riguardi maggiormente ovvero rivolta solamente ai temi che non mi hanno lasciato indifferente elencati qui sopra. Per ampliare la mia analisi ho poi puntato l'attenzione anche sul racconto biblico di Caino e Abele tratto dalla Genesi, sia nella versione "ufficiale" che nella versione "alternaiva" di Igor Sibaldi. La pelle è il confine tra me e gli altri, tra me e il mondo esterno, può essere sentita in maniera ambivalente ovvero o come una zona di condivisione o come una barriera di separazione. Se appaiono della macchie su di essa evidentemente c'è una difficoltà di scambio tra il dentro e fuori. Mi sento di dire che ciò che è dentro vive uno stato di repressione e cerca in qualche modo di venire a galla. Vediamo cosa sia questo "qualcosa" che vuole venire a galla e mostrarsi alla mia consapevolezza. Il neo/angioma è un segno, un marchio, qualcosa di "strano" che mi differenzia dagli altri. E qui entra in gioco tutto il riferimento al racconto biblico di Caino che come sappiamo fu marchiato da Dio per le colpe che aveva commesso così che tutti lo potessero riconoscere. Il neo quindi come segno di riconoscimento che differenzia e identifica ma anche come peso da portare. Mi fermerei qui con l'analisi personale perchè le possibilità di interpretazione sono veramente infinite, tante quante sono le persone che leggono. Il libro di Dalke ci invita proprio a fare questo, ovvero, fare una lettura consapevole, rimanendo in ascolto di ciò che accade in noi. Leggere e sottolineare solo le parti che a noi "risuonano" , "bruciano" , "non lasciano indifferenti" e posare l'attenzione solamente su di esse. Trovo che si averamente interessante riportare di seguito i passi ufficiali della Genesi riguardo la storia di Caino e Abele e successivamente l'interpretazioneo che ha dato Igor SIbaldi degli stessi passi; quest' ultima è una versione decisamente "alternativa" ma che si fonda sulla traduzione diretta del testo biblico originale ovvero quello scritto in ebraico antico. Secondo Sibaldi infatti, il testo originale della bibbia scritto in ebraico antico, nelle varie traduzioni da ebraico a greco , da greco a latino e da latino a italiano corrente, ha perso molto del suo significato originario. Ecco perché Sibaldi ci riporta una traduzione diretta Ebraico antico - italiano. Genesi 4,11 "Ora Adamo ebbe rapporti con Eva sua moglie ed essa rimase incinta. A suo tempo essa partorì Caino e disse: “Ho prodotto un uomo con l’aiuto di Geova”. 2 Poi ancora partorì Abele, suo fratello. E Abele diveniva pastore di pecore, ma Caino divenne coltivatore del suolo. 3 E avvenne che dopo qualche tempo Caino portava dei frutti del suolo come offerta a Geova. 4 Ma in quanto ad Abele, anche lui portò dei primogeniti del suo gregge, perfino i loro pezzi grassi. Ora mentre Geova guardava con favore ad Abele e alla sua offerta, 5 non guardò con alcun favore a Caino e alla sua offerta. E Caino si accese di grande ira, e il suo viso era dimesso. Allora Geova disse a Caino: “Perché ti accendi d’ira e perché il tuo viso è dimesso? 7 Se ti volgi per fare il bene, non ci sarà un’esaltazione? Ma se non ti volgi per fare il bene, il peccato è in agguato all’ingresso, e la sua brama è verso di te; e tu, da parte tua, lo dominerai?” 8 Dopo ciò Caino disse ad Abele suo fratello: “Andiamo nel campo”. Avvenne dunque che mentre erano nel campo Caino assaliva Abele suo fratello e lo uccideva. 9 Geova disse poi a Caino: “Dov’è Abele tuo fratello?” ed egli disse: “Non lo so. Sono io il guardiano di mio fratello?” 10 A ciò disse: “Che hai fatto? Ascolta! Il sangue di tuo fratello grida a me dal suolo. E ora sei maledetto, al bando dal suolo, che ha aperto la sua bocca per ricevere il sangue di tuo fratello dalla tua mano. 12 Quando coltiverai il suolo, non ti renderà la sua potenza. Diverrai vagante e fuggiasco sulla terra”. 13 A ciò Caino disse a Geova: “La mia punizione per l’errore è troppo grande da portare. 14 Ecco, in questo giorno mi cacci effettivamente dalla superficie del suolo, e sarò nascosto alla tua faccia; e dovrò divenire vagante e fuggiasco sulla terra, ed è certo che chiunque mi troverà mi ucciderà”. 15 A ciò Geova gli disse: “Per tale ragione chiunque ucciderà Caino dovrà subire vendetta sette volte”. E Geova pose dunque un segno per Caino perché nessuno, trovandolo, lo colpisse a morte. 16 Allora Caino se ne andò dalla faccia di Geova e prese a dimorare nel paese di Fuga ad oriente dell’Eden." I frutti di Caino, non si sa per quale motivo, non piacciono a Dio mentre quelli di Abele si. Per questo motivo in lui si alimenta la rabbia. Caino offre a Dio quello che può; è un contadino e dona i frutti del campo mentre Abele essendo un pastore offre gli agnelli migliori. Dio evidentemente ha delle preferenze verso gli agnelli e Caino non si sente accettato e prova rabbia. Dio nota questa ira lo raccomanda di volgersi per fare il bene e non il male perché altrimenti questo male gli si ritorcerà contro. Caino, primogenito, però non accetta di essere messo in secondo piano e uccide Abele. La collera di Dio è grande e Caino è condannato a coltivare terre che presto perdono fertilità, sarà costretto così a spostarsi sempre e a vagare fuggiasco sulla terra. Per rendere visibile la sua colpa viene marchiato con un segno che tutti possano vedere affinché riconoscendolo nessuno lo colpisca a morte e lo lascino in vita. Il libro della creazione (Igor Sibaldi - ed Frassinelli) è necessario fare una premessa fondamentale per comprendere poi tutta la teoria di Sibaldi. Nella Bibbia Dio viene nominato in due modi differenti, a volte YHWH e a volte Elohiym. Traducendo letteralmente i due nomi dall'ebraico antico, Sibaldi ha riscontrato che si indica col nome di Elohiym il Dio creatore mentre con YHWH l'elemento operativo, il braccio di Elohiym nel mondo del creato. In breve: Elohim: si intende il Dio del divenire. L'energia di ciò che sarà e di ciò che si andrà a scoprire, ciò che ancora deve accadere e che attualmente è sconosciuto. YHWH: si intende il Dio dell'essere. Colui che è. Colui che consolida ciò che Elohiym crea. Egli nella bibbia è rappresentato sempre come il Dio conservatore che pone dei limiti e dei divieti. Ora passiamo alla traduzione della storia di Caino e Abele. Adamo ed Eva si uniscono e nasce Caino, il primogenito seguito da Abele. Caino era un contadino mentre Abele guidava le greggi. Caino e Abele in realtà non sono veramente due persone ma rappresentano due impulsi contrapposti. Abele è pastore, ovvero l'impulso conservatore di ciò che c'è, il preservare senza cambiare; mentre Caino è l'impulso del cambiamento, la curiosità, l'andare oltre a ciò che c'è già. Agli occhi di YHWH, il dio dell'essere, ovviamente è preferito l'impulso conservatore, così il desiderio di cambiamento (Caino) viene represso fino ad esplodere con tutta la sua violenza avendo la meglio sul fratello. Così il Dio dell'essere chiama Caino e gli scaglia la sua maledizione, gli dice che da qui in avanti tutti gli impulsi rivolti al cambiamento saranno ostacolati, in tutti i luoghi nuovi dove andrà non trarrà alcun beneficio, ovvero non concretizzerà mai nulla; nulla per lui sarà stabile, sarà condannato al cambiamento perenne. Caino a questa punizione risponde da eroe e dice che la su spinta al cambiamento apre una nuova era e grazie a questa spinta gli uomini si allontaneranno sempre di più da YHWH e faranno scoperte enormi. YHWH vacilla e capisce che ora Caino, ovvero l'impulso al cambiamento è per lui troppo pericoloso; oltretutto, se qualcuno dovesse ucciderlo, ovvero superarlo, potrebbero aprirsi orizzonti ancora più vasti di quelli tracciati da Caino stesso. Così YHWH fa in modo che Caino non venga ucciso da nessuno e da nulla, marchiandolo. Praticamente YHWH fa in modo che "l'impulso al cambiamento dell'uomo" diventi un fenomeno naturale che non può essere interrotto, come un temporale, un terremoto, una valanga. Come fu fatto anche per il Demonio. Caino con il suo segno entra nell'eternità. Se ne andò e andò a dimorare non in un luogo fisico ma nel patrimonio genetico di ogni uomo ed incominciò ad agire sui comportamenti di tutti. Conclusioni: dato che considero molto più affascinante la storia di Caino e Abele nella versione di Sibaldi, la conclusione che si delinea è la seguente: Il neo è un espressione di un energia vitale repressa che trova sfogo sulla pelle. Questa energia è stata repressa per vari motivi tra cui ad esempio la scarsa autostima, la paura, la debolezza. Il desiderio di non ripetere le vite degli altri ma piuttosto di vivere la propria è così forte che chiede di essere lasciato fluire. E' la lotta eterna di ogni giovane uomo tra ciò che è vecchio e ciò che è nuovo, tra genitori e figli, tra la conservazione di ciò che è e il creare qualcosa di nuovo. Ogni uomo si trova ad affrontare questa sfida, da un parte ci sono le regole e l'educazione ricevuta (il vecchio) e dall'altra c'è la propria natura (il nuovo) che ha necessità di esprimersi seppellendo il passato. I nei sono indicativi di una persona che ha scelto di adeguarsi a ciò che c'era già sacrificando il suo impulso al cambiamento. Direi che abbiamo fatto centro. Questa lotta tra nuovo e vecchio, tra fedeltà e ribellione è proprio la questione fondamentale che personalmente sto affrontando in questi ultimi anni. L.B. (Foto: Il piccolo borgo disabitato di "Trapoggio di sotto" vicino a Monghidoro (BO) dove a metà degli anni 40 nacque mia madre) Prima esperienza di meditazione vipassana continuativa per più giorni. Il ritiro si è svolto sotto al castello di San Leo (RM) in un agriturismo rustico, ristrutturato alla perfezione, un vero gioiello. Un luogo da sogno in cui è veramente facile sentirsi in armonia con tutto e tutti. Un isola di pace in forte contrasto con il caos della vita quotidiana fatta di traffico, tante cose da fare, tanti suoni che si sovrappongono uno più forte dell'altro.
Diciamo che sarebbe più opportuno definirlo "un regalo che ci siamo fatti", così almeno apparentemente ha tutte le caratteristiche di un w.e lungo da sogno, poi andando a vedere nel dettaglio, proprio una vacanza non è stata. Il ritiro vipassana, soprattutto per chi lo fa per la prima volta lascia sconcertati. Tutte le giornate sono scandite da meditazioni sedute e meditazioni camminate, a raffica, una dietro l'altra; i momenti di tregua sono i tre pasti giornalieri, ovvero colazione, pranzo e cena e la pausa per dormire di notte. Ci si sveglia ovviamente molto presto. Questa meditazione è stata insegnata direttamente dal Buddha nel Discorso sui fondamenti della presenza mentale (Satipatthanasutta). Non entro nel dettagli di cosa sia Vipassana e di dove ti conduca, posso dire che solitamente questi seminari hanno durata di 7-10 giorni e in Birmania, la patria della vipassana arrivano anche a mesi di ritiro, tutti i giorni, meditazioni camminate e meditazioni sedute senza sosta....ovviamente nel rigoroso silenzio e nel totale divieto di comunicare (no voce, no sms, no telefono.... niente di niente). Una bella sfida soprattutto con te stesso perché ti scontri molto chiaramente con tutti i tuoi limiti e le tue fisse. Ecco... nel ritiro vipassana queste fisse o le distruggi o le distruggi. La camminata ad esempio viene fatta alla minima velocità possibile, ovvero che più piano non puoi e ti dovresti fermare. Immaginate la scena di 20 persone che camminano pianissimo nel giardino dell'agriturismo.... Chiunque, li in mezzo, si sentirebbe un pazzo. Ecco i primi limiti che si mostrano con i quali inizialmente lotti e che poi piano piano lasci andare. Ad un certo punto, vai, ti immergi nell'esperienza e te ne freghi. La meditazione vipassana si fonda sulla consapevolezza del respiro - delle sensazioni fisiche - della mente - degli oggetti mentali. Tutte le pratiche, sedute e camminate vengono orientate dal maestro verso la consapevolezza di questi 4 mondi, per gradi piano piano, in vari modi. Consapevolezza di questo significa consapevolezza del momento presente e immersione totale nella vita che accade ORA, nella realtà. La mente viene disinnescata e si raggiunge uno stato di grazia, di totale scioglimento nella vita. C'è un sacco da dire sulla meditazione vipassana e sulla necessità di fare queste esperienze intensive. Dirò solo che è necessario forzare la mano per spezzare certi automatismi mentali che fanno parte della nostre abitudini e della nostra storia personale. L'intensivo, pratica dopo pratica, ti porta ad ammettere che l'unica via possibile è l'abbandono; l'abbandono alla vita. Resistere ad essa non è la strada giusta anche se è l'unica che conosciamo e solitamente mettiamo in atto. Anche il cercare di controllarla si rileva un fallimento. L' abbandono fiducioso è l'unica via. Grande insegnamento. Grazie per la meravigliosa esperienza a tutto i gruppo di praticanti con i quali ho scambiato pochissime parole dato l'obbligo del silenzio :-) Grazie a Silvana di Sati Yoga che ha organizzato l'evento. Complimenti per l'organizzazione. Grazie al maestro Gianfranco Bertagni che con al sua competenza e grande ironia ci ha guidati in questa immersione profonda nella vita. Per chi fosse interessato all'esperienza Vipassana di 10 Giorni, questo è il sito del centro di Lutirano di Marrani (FI) in cui si svolgono i seminari intensivi: DHAMMA ATALA #MEDITAZIONE ORE 21:20 - Incontri di meditazione gratuiti:
Il tema di quest’anno sarà incentrato sulle Emozioni: senza pensare di esaurire un argomento così complesso e ricco, cercheremo di portare come oggetto di meditazione una emozione per volta, anche solo come spunto evocativo, riflessione, o forse anche vero riflesso nel corpo-psiche. Questo secondo incontro sarà dedicato alla: Fiducia Pratica guidata da Francesca e Daniela. #LEVIE , #MEDITAZIONE La coscienza è quel continuum che si riveste di materia e poi se ne libera, vita dopo vita.
La coscienza è eternamente mutevole, tutto il resto nasce e muore, si disfa tra le mani. La coscienza affacciandosi alla vita, è già condizionata dall' esperienza acquisita nella vita precedente; si affaccia ora, in questa nuova esperienza, con già una sua predisposizione. Lo scenario materiale è il mondo interno e quello esterno, è i nostri corpi emozionale, energetico, mentale e fisico, il luogo in cui siamo nati, la famiglia, le relazioni, il periodo storico, il linguaggio, ecc, ecc. Lo scenario materiale sarà "letto" alla luce di quella predisposizione iniziale. l' obiettivo primario di ognuno dovrebbe essere di RICORDARE, RICONOSCERE, RECUPERARE quella predisposizione originaria, ovvero l'esperienza della coscienza acquisita nelle vite passate, con cui ci siamo affacciati in questa attuale vita. E ripartire da quel punto. Solo cosi possiamo alleviare la domanda di senso, aprirci all' accettazione di ciò che è, e smetterla di violentare noi stessi vivendo vite che non sono le nostre. (Luca Bacchi) Un pesce cammina nell acqua di questo deserto
il neonato esala l ultimo respiro di una vita lunga e felice possiamo anche ascoltare i colori di una farfalla e continuare a non capire nulla. (Luca Bacchi) Ora,
si accende. l'ente mostra la sua facoltà di esistere. Prima e altrove non-consapevolezza niente. Atto che dal niente accade. Archè, soffio vitale, principio originario. Da "niente" emerge e permette all'ente di esistere Saputa esistere essa stessa alla luce di sè. (l.b) |
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Settembre 2024
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