Osservando bene, tra tutte le varie forme espressive dell'uomo, quelle che emergono da un atto di volontà sono praticamente nulle. Nessuna dipende da una scelta libera, tutte si manifestano e l'uomo non fa altro che osservarle quando già si sono manifestate e, al limite, il suo unico atto di volontà possibile sta nell' assecondarle o reprimerle.
Il libero arbitrio quindi non è possibile all'origine dei fenomeni ma è possibile solo successivamente, ovvero quando i fenomeni si sono già presentati. E' quindi un libero arbitrio molto limitato, una libertà di scelta si, ma una scelta fortissimamente condizionata. La facoltà dell'uomo quindi non è quella di "creatore" ma solo quella di "gestore". Non crea nulla ma gestisce ciò che è già stato creato. Però le religioni parlano di un uomo fatto ad immagine e somiglianza di Dio. Un uomo quindi capace di creare. Ma allora si sbagliano? Dov'è l'atto creativo dell'uomo se tutto ciò che esiste esiste già? Il limite sta nella personalità. La personalità dell'uomo è essa stessa "già presente". La personalità è espressione limitata di Dio quindi non si trova all'origine di ogni cosa, non è alla sorgente di tutto, non è li dove accade la creazione. L'uomo diviene creatore solo quando perde la sua personalità e non è più uomo. Diventando impersonale, semplicemente "è" ; non vi è più alcuna separazione che lo limita, è ora illimitato perché la sua personalità si è nuovamente disciolta in Dio. Solo nella comunione col padre c'è creazione.
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Gennaio 2025
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