Di Luca Bacchi "Beato chi sa distaccarsi da tutte le creature; chi, fronteggiando la natura, crocifigge i desideri materiali con il fervore dello spirito, libero da ogni legame terreno" Questa frase non è di Buddha ma è di un monaco Cristiano (Il titolo del libro è "L' imitazione di Cristo" una guida spirituale per monaci del XV secolo ) Quando parliamo di "non attaccamento" subito pensiamo a Buddha e alla sua scoperta che l'origine della sofferenza sta nell'attaccamento, ma è doveroso riconosce che l'arte del "non attaccamento" esiste anche nella tradizione cristiana. La tradizione Cristiana sarebbe tutta da "tradurre" in termini accessibili, perché nella forma classica fa fatica ad essere compresa dalle grandi masse. Attualmente l'insegnamento della saggezza Cristiana, il catechismo, crea un forte rigetto nella maggioranza delle persone e quindi non viene accolto ne compreso. Forse tutto ciò è voluto appositamente per evitare che il seme dell' insegnamento si disperda. Così esso viene elargito in una forma "simbolica" affinchè il significato interiore del simbolo sia percepito solo da coloro che hanno la "maturità" per coglierlo. Chi non ha ancora tale maturità, lo rigetterà come se fosse al cospetto di una favoletta. A conferma di ciò leggo il passo seguente del Vangelo di Matteo (Matteo 13, 10-17) "Allora i discepoli si avvicinarono e gli dissero: «Perché parli loro in parabole?» Egli rispose loro: «Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli; ma a loro non è dato. Perché a chiunque ha sarà dato, e sarà nell'abbondanza; ma a chiunque non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole, perché, vedendo, non vedono; e udendo, non odono né comprendono. E si adempie in loro la profezia d'Isaia che dice: "Udrete con i vostri orecchi e non comprenderete; guarderete con i vostri occhi e non vedrete; perché il cuore di questo popolo si è fatto insensibile: sono diventati duri d'orecchi e hanno chiuso gli occhi, per non rischiare di vedere con gli occhi e di udire con gli orecchi, e di comprendere con il cuore e di convertirsi, perché io li guarisca". Ma beati gli occhi vostri, perché vedono; e i vostri orecchi, perché odono! In verità io vi dico che molti profeti e giusti desiderarono vedere le cose che voi vedete, e non le videro; e udire le cose che voi udite, e non le udirono." Ecco che, attraverso le parabole romanzate e velate, il Vero messaggio, non raggiunge le grandi masse. Alle grandi masse arriva solo una favoletta. A coloro che invece hanno orecchie, occhi e cuore capaci di ricevere il Vero insegnamento, esso si rivela. Si crea così una grande spaccatura tra coloro che rigettano l'insegnamento perchè non lo hanno compreso e lo ritengono una favoletta e coloro (i pochi) che ne colgono la potente radice. Chi non lo comprende, probabilmente è ancora vittima di quella fase di rigetto giovanile che tutti abbiamo avuto verso il cristianesimo. Matteo dice "Il cuore di questo popolo si è fatto insensibile". Tutti noi abbiamo vissuto tale rigetto in adolescenza, per via della modalità con cui questo insegnamento ci è stato donato. Ma ora siamo adulti e sarebbe bene "mettere da parte" le nostre allergie infantili e "guardare dentro". Da adulti, possiamo riconoscere tale significato profondo e celato e mettere da parte il nostro risentimento, prendendo ciò che ci può veramente aiutare a vivere meglio. La conferma di ciò che dico sta nella frase iniziale; la frase del monaco Cristiano che ho inserito all'inizio del post. Sono concetti buddhisti espressi da un monaco Cristiano già nel XV secolo. Ma allora mi domando..... perchè son andato a cercare la Verità in oriente quando potevo trovarla qui sotto casa? bella domanda...... Forse dovevano crescere ancora il mio cuore, i miei occhi e le mie orecchie
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