Parlando con un amica della corsa in montagna ad un certo punto è arrivata la solita domanda : “ma cosa ti spinge a fare una gara di Ultra trail con dislivelli elevati ?“
A parte le solite risposte relative alla bellezza della natura, al senso di libertà, al sentire il proprio corpo vivo, questa volta mi si è aperta una chiave di lettura differente, un altro punto di vista sul mondo delle lunghe distanze. Ho ripercorso mentalmente le mie poche ma intense gare e mi sono reso conto che uno degli aspetti più coinvolgenti, attraenti e trascinanti per me è stata la curiosità. Curiosità di vedere posti e persone nuove ma soprattutto la curiosità di scoprire in quale modo affronterò le varie difficoltà ed i vari momenti impegnativi lungo il viaggio. Essendo competizione lunghe le fasi che si attraversano sono innumerevoli, si passa dallo sconforto, all’entusiasmo, c’è la fatica che ti stende, c’è il calo di energia improvviso, la distrazione, l’angoscia di non riuscire, la paura, la rabbia, ecc, ecc, ecc e per ognuna di queste fasi so che adotterò un atteggiamento particolare per superarle o piuttosto per cavalcarle… ecco…. La curiosità che mi spinge è quella di vedere quale sarà il mio atteggiamento in ognuna di queste fasi. Queste gare sono una grandissima opportunità per conoscere se stessi, osservarsi, rimanere presenti. Sono meditazioni vere e proprie e quindi sono anche delle immense e preziosissime possibilità di approfondire la conoscenza di sé. L'ultra trail come metafora della vita, lunga e impegnativa ma incredibilmente interessante! Ecco fatto. Un altro meraviglioso motivo per correre
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Settembre 2024
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