Di Luca Bacchi Cosa significa essere santi? Non si tratta di fare miracoli o andare a messa o fare prediche, la santità si trova in ciò che facciamo della nostra vita. Se la nostra vita è un insieme di "atti" sradicati, superficiali e inconsistenti allora questa non è santità; se invece i nostri gesti nascono dalla profondità del nostro essere e prendono nutrimento dal mare calmo che si è aperto nel nostro cuore, allora la nostra vita sarà santa. Qui di seguito, lo scrittore russo Tolstoj (Lev Leone Tolstoj) descrive sua zia. In questa descrizione emerge la santità di questa donna, non tanto dalle sue azioni, nemmeno dalle sue parole, ma dal suo "essere", solida, stabile, salda come una montagna di pace. Un "essere" che irradia santità intorno senza compiere alcun gesto eclatante. "Quello che più mi colpiva in lei e che maggiormente mi influenzava era la sua sorprendente bontà verso tutti, senza eccezione. Mi sforzo di ricordarmi - senza riuscirci - di una sola occasione in cui si sia arrabbiata, abbia detto una parola dura o pronunciato un giudizio nei confronti di qualcuno. In trent'anni di vita non mi ricordo assolutamente che l'abbia mai fatto, neanche una volta sola! Non insegnava mai con parole come bisognasse vivere, non pronunciava mai "discorsi". Tutta la sua attività spirituale era interiore e dall'esterno si potevano scorgere solo gli atti anzi, neanche egli atti, ma la sua vita calma, dolce, riappacificante, ricolma di amore, ma non un amore inquieto, ripiegato su se stesso, bensì un amore ricco di pace e quasi nascosto. Si dedicava ad un'attività di amore interiorizzata e perciò le era impossibile avere fretta. Questi due doni, la pace e l'amore, affascinavano le persone, e conferivano una grazia particolare ai rapporti con lei. L'atmosfera di amore che la circondava era allegra, ricca di affetto per i presenti e gli assenti, per i vivi e per i morti, per gli uomini e anche per gli animali." (Le tradizioni spirituali della famiglia russa - Tolstoj racconta sua zia) La santità nella donna è più corporale, fisica, rispetto all'uomo. Ogni donna possiede un'intimità innata, un luogo Sacro dentro di se in cui spirito e materia si incontrano per creare la vita. Mentre l'uomo, si fa attraversare dal seme spirituale, come un canale, per poi disperderlo nel mondo. La donna, invece ha il potenziale di accogliere il Sacro in se stessa, custodirlo e nutrirlo. La capacità femminile è, come dice Luca, di "conservare queste cose in cuor suo" (Lc 2,51) a differenza dell'uomo che per natura esteriorizza e semina i valori spirituali.
Ecco perchè la Chiesa è femmina. Perché accoglie, custodisce, conserva, mantiene, nutre il Sacro. Ecco perché i sacerdoti sono maschi. Perché seminano, diffondono, raccontano, il Sacro. certamente anche un uomo può custodire e anche una donna può seminare, non c'è ombra di dubbio. Ma è fondamentale comprendere, prima di giudicare, il perché le cose stiano in un modo piuttosto che in un altro.
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Settembre 2024
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