Abbandonarsi alla vita che accade, passivamente. Ovvero accogliere la realtà che già accade piuttosto che illudersi di crearla. Smettere di remare contro corrente e lasciarsi trasportare godendo del paesaggio che naturalmente si dispiega intorno a noi.
Nel quotidiano questo implica una infinita umiltà e una visione della vita differente. Non siamo più noi gli artefici della vita ma è la vita che ci attraversa e che realizza tutto, noi compresi. L'io perde di peso, perde di importanza. Occorre placare ogni egoismo, ogni spinta alla separazione, ogni manifestazione dell'IO. E la realizzazione di sé? E la manifestazione delle proprie potenzialità? E l' espressione pura del proprio essere? Se non prendo in mano la mia vita la mia vita sarà inutile? Eccola, questa è la mente che parla, queste sono le ferite del passato che chiedono di essere curate, questa è l'illusione di separazione dal tutto. E' un percorso obbligato e necessario. Questa lotta interiore crea la "crisi". Ogni crisi smuove energie immense grazie alle quali siamo spinti avanti, a sperimentare, a provare, a cadere, a rialzarci, l'inquietudine è vitale nel processo di evoluzione e comprensione. Così ogni volta siamo davanti al bivio. Il gioco è sempre tra due grandi contendenti. L'IO ed il TUTTO. A volte ha la meglio il primo, a volte il secondo, a volte c'è stallo. L'IO ci chiama alla costruzione di una identità separata dal tutto Il TUTTO ci chiama allo scioglimento dell'IO E' una partita rispettosa e sincera tra grandi contendenti, di grande valore. Tendenzialmente, nell'arco di una vita, è possibile affermare che inizialmente accade la stagione dell'IO e successivamente quella del TUTTO. Ovvero, nella prima parte della vita costruiamo un identità forte e separata e nella seconda parte lavoriamo per perderla per ritornare, con la morte, nel TUTTO. Fosse così facile.... nel quotidiano io vedo invece che la lotta tra l'IO ed il TUTTO è presente in tutto l'arco della vita. A volte accade che da giovani si senta forte la spinta verso l'altro, a volte invece accade che da anziani si voglia a tutti i costi alimentare i propri bisogni egoistici. E' una sfida continua, ma con il senno di poi, osservando la vita nella sua totalità dall'alto della montagna, la parabola è quella: nasciamo dal TUTTO, cresciamo costruendo una individualità separata e ritorniamo al TUTTO. La realtà è complessa. Ognuno fa ciò che può. Non esistono regole. Ciò che possiamo fare, ciò in cui dobbiamo concentrare le nostre energie, è nell'essere consapevoli. Vivere ciò che ci è dato di vivere con curiosità e attenzione domandandoci quale sia l'insegnamento che la vita ci sta portando e umilmente imparare. Non esistono sbagli, non esistono errori, esistono esperienze che portano con sé un insegnamento. Cogliere l'insegnamento è il mattone con cui si costruisce la nostra evoluzione. (L.B.) #EREMODALSILENZIO
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Settembre 2024
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