Dalla sofferenza nascono le malattie.
Quando soffriamo per qualcosa il nostro corpo si ammala perché esso segue la mente la quale resiste e non tollera tale situazione. Non è corretto dire che la sofferenza crea le anime più forti, ma è più corretto dire che essa è la leva, al pari della gioia, che ci stimola alla ricerca della verità. Sono piuttosto i passi verso la verità che ci rendono migliori. Ciò che rende la nostra anima migliore è quindi in ultimo una retta visione delle cose. Retta visione ovvero comprensione della meraviglia dell esistenza di tutto ciò che esiste, tutto, proprio tutto. La sofferenza è una conseguenza di una "errata visione" delle cose. Quando soffriamo dobbiamo chiederci se questa sofferenza è giustificata, tenendo presente che male e bene non sono assoluti ma relativi alla nostra personale educazione, alle nostre personali esperienze, alla nostra personale interpretazione del mondo. Ma è possibile distaccarsi dalla propria e personale visione del mondo? E' possibile distaccarsi da se e osservarsi vivere senza alcun coinvolgimento? E' possibile osservare l'IO limitato che si inoltra in ciò che esiste? E' possibile osservare l'IO come si osserva una qualsiasi altra espressione della vita? Esiste un esperienza che precede l'IO ma non è descrivibile, se proprio devo tentare di definirla con le parole oserei chiamarla "esperienza di esistenza pura e semplice" Sono questioni immense e io non ho di certo le competenze per trattarle con i termini adeguati ma ho voluto comunque provarci perché il ricordo di quella esperienza è indelebile e vorrei con tutto me stesso riviverla.
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Dicembre 2024
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