"G: Lo so, l'ho sempre saputo che non ho radici.
R: Allora finché non ci saranno radici, non ci sarà direzione, e non ci sarà completezza e soddisfazione nella piccola commedia della tua esistenza. E che cosa significa avere radici? G: Sapere che ci sono io, per come sono io. R: Io chi? Definisci, che cosa è questo essere "io"? Tu sei percezione, sensazione, emozione, cognizione e sei anche un sentire che contiene tutto questo e lo trascende, ma allora ti chiedo: "Hai molta famigliarità con la cognizione e con l'emozione, mai hai altrettanta familiarità con la percezione, con la sensazione, e con quel qualcosa di ancor più sottile, che si colloca tra percezione e sensazione, che definiamo energia? G: No. R: Allora va a vedere come la tua vita si è sviluppata nell'ambito della cognizione e dell'emozione e oscilla costantemente tra quei due elementi, ma non poggia su di una piattaforma che è costituita dalla percezione e dalla sensazione, la piattaforma del corpo! E' lì che bisogna andare, questo significa mettere radici: la radice è quell'essere qui, adesso, in ciò che accade, e adesso accadono delle cose molto semplici: accadono percezioni, accadono sensazioni, emozioni, pensieri, e accade un sentire più vasto. Tutto questo accade, ma ci sono alcuni aspetti che tu non percepisci: mentre siamo qui, per te è evidente l'emozione, è evidente il pensiero, ma è molto meno evidente il tuo corpo, l'ambito che ti radica, che ti tiene qui." (Il sentiero contemplativo)
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Settembre 2024
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