Grazie all' "altro da me" conosco me stesso.
Grazie all' "altro da me" vedo il mio limite. Grazie all' "altro da me" posso lavorare su quel limite per aumentare la mia comprensione. L' "altro da me" è colui che mi permette di fare esperienza, divenire consapevole e aumentare le mie comprensioni. Sempre, l'incontro con il nostro limite, è inizialmente confuso è frainteso. Non è mai subito chiaro che ciò che l'altro ci mostra parla essenzialmente di noi, quindi siamo propensi a schivare la difficoltà orientandoci altrove sperando di trovare un'altra relazione "migliore" o "compatibile". Presto però, con l’esperienza e con il tempo si mostra chiaramente la realtà delle cose, ovvero... qualunque relazione viviano, facciamo i conti sempre con le stesse problematiche, in modi differenti ma fondamentalmente sempre le stesse. Ecco che, finalmente, iniziamo a porci delle domande su quale sia la nostra responsabilità. La nostra responsabilità è nell’aver scambiato il nostro limite con l’"errore dell’altro". Non abbiamo compreso che è il nostro limite che si sta mostrando ed essendo "nostro" ce lo portiamo in ogni relazione che andiamo a vivere. Solo restando, perseverando, osservando attentamente noi stessi e le nostre dinamiche di coppia possiamo "attraversare" questo limite e superarlo. <<Ma....questo costa fatica! Questo costa tempo! La vita è breve! Nel vale la pena? Perché soffrire? Potei stare meglio, ed essere felice!>> Eccola…questa è la mente che con le sue mille forme entra in "protezione" e si adopera per trovare motivazioni valide che giustifichino un cambiamento di rotta. Inizia la lotta interiore. Se c'è consapevolezza è vera lotta interiore, se non c'è consapevolezza si prende velocemente un’altra strada. Nel caso in cui ci sia consapevolezza del fatto che la difficoltà non è causata dall'altro ma è causata del nostro limite, allora è consigliabile aspettare, osservare, prendere tempo e rimanere in ascolto impegnandosi con grande forza interiore a comprendere. Questo "concedersi del tempo" nonostante il dolore, nonostante il disagio, nonostante la stanchezza, è naturale per chi ha compreso la vera natura della sofferenza. Il limite ora è evidente, si mostra in tutte le sue sfaccettature e non possiamo più far finta di nulla. Quindi “mollare” è un atteggiamento immaturo e superficiale? Nessuno è superficiale, nessuno è immaturo, ognuno fa ciò che può e che è necessario per il proprio percorso. Possiamo dire piuttosto che prima o poi tutti, in questa vita o nelle prossime, saremo consapevoli del fatto che siamo su un percorso evolutivo e che l’evoluzione consiste nel superamento dei propri limiti. E che per evolvere è necessaria attenzione, pazienza, forza, compassione, tolleranza, tanta umiltà, e consapevolezza. Ogni relazione è unica. Ogni individuo è unico. Quindi ognuno deve “comprendere” da sé quale sia la cosa giusta da fare. Ci sono relazioni che si esauriscono e non hanno più nulla da dirsi e generalmente queste terminano consensualmente. Altre invece portano ad uno sfinimento fisico, emotivo, mentale così profondo che è necessario interromperle per rifiatare per non ammalarsi, o per non far del male ai figli. Queste spesso si chiudono grazie alla decisione di uno dei due. In questo ultimo caso forse non ci si rende conto che la relazione è esaurita perché si è costruito mentalmente un “bisogno dell’altro” che in realtà non ha motivo di esistere. Oppure non si è colta la fine solo per paura di lasciare o di rimanere soli, e si va avanti, avanti, avanti, fino al logoramento. Fondamentale, qualunque sia la situazione, è agire con attenzione e cautela osservando attentamente le nostre reazioni ai fatti che ci accadono. Nelle reazioni ai fatti mostriamo noi stessi. In coppia ovviamente gli stimoli sono infiniti e quotidiani, diversa sarebbe la portata degli stimoli se vivessimo da soli. Quindi vivere in coppia fornisce infinite occasioni per conoscersi. Queste occasioni sono oro colato e vanno quindi osservate con grande attenzione. Osservate, contemplate, senza giudizio, senza paragoni con altri, senza veli. Osservate per ciò che sono; come si innescano, come si mostrano, come si sviluppano, come si riassorbono. Questo è il lavoro grosso. Questo è ciò in cui dobbiamo mettere la nostra energia. (L.B) #EREMODALSILENZIO
0 Comments
Leave a Reply. |
Categorie
Tutti
ArchiVIO
Dicembre 2024
|